SENATO DELLA REPUBBLICA
XVII LEGISLATURA
Giunte e Commissioni


Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

Seduta n. 22, martedì 14 luglio 2015

Audizione del sindaco di Fiumicino in ordine ai profili di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro connessi al recente incendio sviluppatosi all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino

Presidenza della presidente FABBRI

Interviene il sindaco di Fiumicino, dottor Esterino Montino.

 

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

PRESIDENTE
Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso il resoconto stenografico nonché, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, del Regolamento interno, attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo. Poiché non vi sono obiezioni, resta così stabilito

PROCEDURE INFORMATIVE
Audizione del sindaco di Fiumicino in ordine ai profili di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro connessi al recente incendio sviluppatosi all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino

PRESIDENTE
L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Fiumicino, in ordine ai profili di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro connessi al recente incendio sviluppatosi all'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.
A nome della Commissione do il benvenuto al sindaco Montino. L'audizione odierna si inserisce nell'ambito del lavoro di inchiesta che la
Commissione ha avviato a proposito dell'incendio, avvenuto a Fiumicino il 7 maggio scorso.
Lascio immediatamente la parola al nostro audito e poi, come di consueto, i membri della Commissione potranno formulare le loro domande. Anche per chiarire il senso dell'audizione odierna, vorrei ricordare che il sindaco, autorità sanitaria locale ai sensi dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in caso di emergenze sanitarie o evidenti problemi di igiene pubblica, adotta ordinanze urgenti e indifferibili per la protezione della popolazione o dei lavoratori esposti ai predetti rischi e/o pericoli.
Lascio dunque la parola al sindaco di Fiumicino Montino, ringraziandolo ancora per la sua disponibilità.

MONTINO
Desidero innanzitutto ringraziare la Presidente e tutti i membri della Commissione per l'opportunità che mi viene concessa. Credo infatti sia molto importante fornire molteplici punti di vista, soprattutto dopo il verificarsi di un evento così impattante e straordinario e in particolare rispetto al rischio che permanga un dubbio di fondo in ordine alle cause di un incendio, sviluppatosi in un terminal aeroportuale, che nel giro di poche decine di minuti ha avuto un così ampio sviluppo e che il sistema di sicurezza non è riuscito a bloccare in tempo. L'evento è accaduto a notte fonda, tra la mezzanotte e le ore 00,05. Già alle ore 00,25 eravamo di fronte ad una situazione assolutamente incontrollabile, difficile da affrontare per una serie di ragioni, tra cui le caratteristiche strutturali del terminal stesso. Nel giro di qualche decina di minuti la situazione è diventata abbastanza seria, tanto da arrivare ad avere un impatto generalizzato non solo sulla città di Fiumicino, ma anche su una parte importante della città di Roma, considerato che il giorno successivo abbiamo registrato, per quasi 24 ore, una sorta di black-out generalizzato del raccordo anulare - l'arteria stradale più importante della città metropolitana di Roma - soprattutto nel suo versante Sudovest, e il blocco della autostrada Roma-Fiumicino, mentre la ferrovia ha subito per molte ore un blocco di esercizio.
Il primo problema da considerare è sicuramente quello che ho continuato a porre sin dall'inizio, rivolgendomi soprattutto al gestore aeroportuale, chiedendo la ragioni sia delle carenze del sistema antincendio, sia del fatto che non si sia riusciti in tempo, o comunque in un lasso di tempo ragionevole, ad attutire il colpo di un corto circuito, i cui effetti si sono propagati con tale intensità.
Subito dopo l'incendio si è susseguita una serie di fatti, che ha creato una certa perplessità. Se la Presidente è d'accordo, posso mettere a disposizione della Commissione un piccolo rendiconto, in cui si fa riferimento alle dichiarazioni effettuate in questo periodo. Si tratta di una sorta di racconto di quanto è accaduto, dall'inizio fin quasi ad oggi, almeno secondo il mio punto di vista, che naturalmente potrebbe non essere condiviso da altri soggetti.
Il primo tema da affrontare, dunque, è capire come mai si sia potuto verificare, in pochi minuti, un problema di questa natura. Il secondo tema riguarda la risposta che si è cercato di dare subito dopo l'incendio.
A proposito della prima domanda, devo dire che l'impostazione non solo del gestore aeroportuale, ma anche dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) - credo che tale sensazione fosse condivisa dallo stesso Ministero - era quella di dire che, tutto sommato, era accaduta poca cosa. Quindi, proprio per dimostrare che non era accaduto nulla di molto grave, ci si è impegnati a far recuperare, nel giro di pochi giorni, una situazione di normalità alla gestione aeroportuale. Le dichiarazioni pertanto hanno viaggiato in questo senso - penso a quelle del presidente dell'ENAC Riggio e ad altre, non solo del gestore aeroportuale - tanto da tentare di riaprire l'aeroporto alle ore 14 del giorno successivo all'incendio e addirittura di riprendere rapidamente, qualche giorno dopo, il servizio di controllo e di check-in all'interno del terminal T3, cioè l'area oggetto dell'incendio, non tenendo conto del fatto che l'impatto di quanto accaduto era stato invece abbastanza importante, come poi evidenziato dalle rilevazioni della ASL e, in particolare, dell'Istituto superiore di sanità e da parte dei Vigili del fuoco. Successivamente è intervenuta la magistratura e c'è stato il sequestro di alcuni settori.
L'idea che non fosse accaduto nulla o che comunque si fosse verificato un fatto dagli effetti molto parziali, a mio avviso ha portato ad allungare i tempi della procedura di risanamento dell'aeroporto, che avrebbe potuto essere organizzata davvero in poche settimane, se solo si fosse avuta sin dall'inizio la consapevolezza della serietà del problema e se nell'intera area - non mi riferisco solo a quella limitata del molo D, ma al terminal T3 nel suo complesso - fosse stata preclusa qualsiasi attività. Grazie a questa sorta di incapsulamento di tutta l'area si sarebbe potuto effettuare un intervento di manutenzione e di bonifica in profondità, nel giro di qualche settimana, e quindi addivenire alla riapertura dell'aeroporto in tempi molto più rapidi rispetto al trend odierno.
Ho ricevuto proprio oggi la lettera di convocazione del perfetto ad una riunione, prevista per le ore 17, sulla base di una richiesta di Aeroporti di Roma, che proprio oggi ha comunicato la conclusione dei lavori di bonifica, segnalando che vi sono le condizioni per aprire il terminal e per tornare alla normalità. Se la Commissione lo desidera, lascerei agli atti la lettera di convocazione per l'incontro che il perfetto ha indetto proprio per oggi pomeriggio.
Come amministrazione comunale e come autorità sanitaria locale ci siamo, invece, mossi avendo consapevolezza dell'impatto che si poteva determinare - e che in qualche modo si è determinato - anche sulla salute pubblica, soprattutto su quella dei lavoratori che permanevano all'interno dell'area di lavoro molte ore al giorno.
A questo proposito, ho fatto una prima richiesta alla ASL affinché l'ARPA Lazio attivasse un monitoraggio completo, non solo nell'area in cui si era verificato l'incendio, ma anche nella zona circostante. La ASL D di competenza ha inviato i risultati delle prime analisi all'istituto superiore di sanità, allo scopo soprattutto di capire quale fosse l'impatto dell'evento in base al tipo di analisi condotte dalla stessa ARPA.
Dopo qualche giorno abbiamo ricevuto il primo risultato (ora siamo al terzo) da parte dell'istituto superiore di sanità; a quel punto, come autorità sanitaria, ho pensato che fosse opportuno pubblicarlo sul sito comunale, così come ho fatto con il secondo rapporto, per rendere edotti tutti gli interessati che in quell'area vi era una situazione di normalità.
Questo è stato il lavoro che il Comune di Fiumicino ha svolto rispetto ad un evento che è ancora in corso. Vedremo quali esiti avrà la riunione odierna, alla quale parteciperà l'Istituto superiore di sanità e la stessa ARPA; vedremo i risultati tecnico-scientifici delle ultime analisi e poi si deciderà di conseguenza.
Sotto il profilo giudiziario, non ci sono impedimenti per riaprire il terminal, perché sono ormai diversi giorni - se non ricordo male, più di una settimana - che non sono più in corso sequestri, anche nell'area in cui si è direttamente sviluppato l'incendio. Sotto questo aspetto, quindi, dal mio punto di vista, l'atteggiamento della magistratura è stato corretto: di fronte ad un evento di quella portata doveva per forza intervenire e, sulla base dei risultati e delle relazioni dell'Istituto superiore di sanità, ha prima sbloccato e dissequestrato un'area e, alla fine, ha dissequestrato completamente il terminal. Mi auguro che vi sia rapidamente un ritorno alla normalità, anche perché l'impatto è molto serio: visivamente si capisce che siamo in forte sofferenza.
Se mi è consentito, nel concludere questa prima parte, vorrei sottolineare un aspetto non secondario di carattere infrastrutturale proprio dell’hub internazionale che ospitiamo, presente ormai da moltissimo tempo. È stato sufficiente un incendio di questa natura per bloccare completamente la Capitale; non parlo di Fiumicino, che comunque è una città di 80.000 persone, ma dell'area complessiva. Si è bloccata la grande viabilità e si è bloccato l'unico mezzo di trasporto pubblico su ferro che c'è, il treno. Si continua a insistere sul treno. Credo che l'aeroporto di Fiumicino sia l'unico l'hub internazionale a disporre solo del treno per arrivare al centro della città, peraltro impiegando 45 minuti; tutti i grandi aeroporti hanno non solo il treno, ma anche la metropolitana e un livello infrastrutturale completamente diverso da quello dell'aeroporto di Fiumicino.
La discussione continua a vertere sull'esigenza di realizzare un secondo aeroporto, attaccato a quello di Fiumicino (parlare di realizzare la quarta e la quinta pista, infatti, significa costruire un secondo aeroporto, con un'altra aerostazione), senza comprendere che invece l'urgenza, a mio avviso, è quella di una profonda ristrutturazione del sedime esistente, soprattutto delle infrastrutture di accesso. A parer mio, tutto ciò suscita molte perplessità.
Il "decreto Monti" (decreto-legge n. 201 del 2011) ha sbloccato le modalità di finanziamento consentendo un aumento tariffario abbastanza importante, che è stato deciso sulla base di un impegno di carattere infrastrutturale, impegno che però non sta avendo seguito. Non ci sono impedimenti alla ristrutturazione di Fiumicino sud, cioè dell'esistente: la Conferenza dei servizi, il Ministero e tutti i soggetti interessati hanno approvato la ristrutturazione di Fiumicino. Il cantiere del Terminal C, che sta lì da anni, in cui erano ripresi i lavori, si è bloccato un'altra volta perché l'impresa incaricata dei lavori all'interno (soprattutto quella che si occupa degli impianti, che rappresenta la parte più importante di una infrastruttura aeroportuale) è andata in fallimento e ha avuto problemi di carattere amministrativo.
Credo che lo Stato italiano - perché anche se ci confrontiamo con un concessionario la proprietà è comunque dello Stato italiano, - debba concentrarsi soprattutto su uno scadenzario, un crono programma, per arrivare a definire tempi, modalità e risorse. Queste ultime già ci sono, perché gli aeroporti romani le stanno già incamerando (ricordo che nel 2014 hanno chiuso il proprio bilancio in attivo per 130 milioni di euro). Ritengo che occorra creare le condizioni politico-istituzionali per arrivare veramente ad una svolta e far diventare Fiumicino un aeroporto di serie A e non quello che è attualmente.
Segnalo in conclusione che, come emerge dal piccolo dossier che vi metto a disposizione, tre anni fa vi era stato già un altro incendio sulla scala mobile che porta dal tunnel della stazione ferroviaria al terminal: la scala mobile è ancora lì, carbonizzata, ed è rimasta tale. Si sapeva, quindi, che c'era un problema di funzionamento e non da ieri o dal 7 maggio, ma da parecchi anni, soprattutto per quanto riguarda il terminal T3; non sto parlando del terminal T1 e dell'area domestica, che - si vede a occhio nudo - è un'altra cosa, ma dello scalo internazionale, che necessita, ormai da molto tempo, di una profonda ristrutturazione. Gli investimenti, tuttavia, non sono stati fatti e questo, a mio avviso, è il problema che occorre affrontare.

PRESIDENTE
Desidero ringraziare il sindaco Montino anche per l'informazione che ci ha appena comunicato e di cui non avevamo notizia. Possiamo forse fornire anche noi un'ulteriore informazione, senza con ciò svelare nulla di segreto: quando la scorsa settimana abbiamo audito il presidente dell'ENAC, il professor Vito Riggio - parlando tra l'altro di infrastrutture nuove e dell'ampliamento dell'aeroporto di Fiumicino, ovvero del tema infrastrutturale, nel cui merito Commissione d'inchiesta non può entrare, pur comprendendone oggettivamente le limitazioni e le opportunità - egli ci ha riferito che il terminal T3 è datato 1982 e che, da parte della società che gestisce l'aeroporto di Fiumicino, è stato redatto un piano, che investe anche il tema della sicurezza antincendio, riguardante dunque anche l'oggetto di attenzione della nostra Commissione, da poter adottare presumibilmente entro il 2016, ma sostanzialmente senza che sia stato previsto alcun tipo di intervento. Se a questo tipo di informazione, che di per sé la scorsa settimana ha costituito oggetto di notizia, aggiungiamo quello che ci ha appena raccontato il sindaco Montino, ovvero che tre anni fa, nello stesso terminal, si è verificato un incendio e che a quel disagio non si è posto rimedio, la situazione mi pare abbastanza chiara, anche considerando ciò che rappresenta il terminal T3 dell'aeroporto di Fiumicino, non solo per Roma, ma per l'intero "sistema Paese". Ovviamente è in corso un'indagine della procura competente e la nostra Commissione di inchiesta, da qui a poche settimane, sulla base degli elementi acquisiti, cercherà di fare il punto della situazione, verificando anche le responsabilità, in ordine alle "negligenze" relative a quanto accaduto tre anni fa e ai fatti a cui fa specificamente riferimento la nostra attività di inchiesta.
Ieri abbiamo letto alcune agenzie di stampa, che si riferiscono a quello che forse sarà l'oggetto dell'odierna riunione prevista in prefettura, ovvero al fatto che ieri sono partiti i nuovi campionamenti sia dell'ARPA, sia dell'Istituto superiore di sanità. In sintesi, le agenzie riferiscono che da qui a poche ore avremo i risultati di queste analisi e che comunque sono praticamente conclusi i lavori di bonifica ed è dunque possibile immaginare che, da qui a cinque o sei giorni, l'attività dell'aeroporto possa ripartire. Questo ovviamente è un auspicio comune, condiviso anche dell'amministrazione comunale, ma vorremmo capire se, alla luce dell'esperienza e delle informazioni che il sindaco possiede, ciò sia realistico, oltre che ovviamente auspicabile.

BAROZZINO
Ringrazio il signor sindaco per la sua presenza e gli rivolgo i miei complimenti, considerato che tra tutti i soggetti che abbiamo audito è stato il più chiaro e non credo che a tal proposito si debba aggiungere altro. Qualche giorno fa abbiamo appreso dai mezzi di informazione che non tutto è stato risolto e aggiungo che a me continuano ad arrivare delle email secondo cui, purtroppo, molte cose ancora non sembrano procedere bene: aspettiamo però la riunione di oggi, con l'auspicio che possa essere al riguardo chiarificatrice.
Tra le molte email ricevute, una mi ha colpito particolarmente e quindi chiedo al nostro audito se abbia delle informazioni nel merito. Così come verificato da alcuni lavoratori, sembrerebbe che alcuni estintori presenti nell'aeroporto avessero il timbro scaduto. Voglio evidenziare questo aspetto, tra i tanti che abbiamo segnalato nell'ambito delle sedute della Commissione dedicate a questo tema, senza però aver mai ricevuto risposte esaustive da parte degli auditi, almeno sino ad oggi. Il fatto di continuare a ricevere email e notizie, che segnalano carenze in materia di sicurezza, è davvero preoccupante. Chiedo dunque specificamente al nostro ospite se abbia delle notizie soprattutto in merito agli estintori dell'aeroporto.

FUCKSIA
Voglio ringraziare molto il sindaco Montino. Sinceramente, nel corso di queste audizioni, mi sono abbastanza chiarita le idee su cosa ha funzionato, su cosa non ha funzionato e su cosa dobbiamo cambiare in fretta.
È vero che il sindaco, ai sensi dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 267 del 2000, provvede a gestire le emergenze e ad emanare le prime ordinanze, ma immagino che ovviamente egli si interfacci e si rivolga anche agli enti proposti, tramite una sorta di passaggio, di passaparola. Suppongo dunque che il primo interlocutore con cui il sindaco si è interfacciato sia stata la ASL. Chiedo dunque al nostro audito se abbia ricevuto degli input diversi prima e dopo il parere fornito dall'Istituto superiore di sanità, che definisco vergognoso, e mi assumo la responsabilità di quanto affermo. È infatti vergognoso che dall'istituto superiore di sanità sia pervenuta una relazione così disinformata, inesatta e di basso livello. Lo sottolineo e, ripeto, mi prendo la responsabilità di ciò che dico, perché ritengo che tra tutte le audizioni che abbiamo svolto, quella in cui abbiamo ascoltato i responsabili dell'Istituto superiore di sanità sia stata la più vergognosa. Chiedo dunque se quel parere, così difensivo, abbia portato ad un cambiamento nei comportamenti che poi si sono tenuti. Probabilmente il fatto è che, alla luce dell'attuale clima mediatico, siamo tutti portati a difenderci: esiste la medicina difensiva e forse anche l'Istituto superiore di sanità ha giocato secondo quest'ottica. Chiedo dunque se tale relazione abbia portato un cambiamento di indirizzo e dunque anche ad un rallentamento degli interventi da effettuare.

MONTINO
Per ciò che riguarda la prima domanda, a proposito degli estintori, francamente non ho effettuato questo tipo di comunicazione, ma, visto che siamo in una Commissione d'inchiesta, credo che si debba dire con esattezza tutto quello che abbiamo trovato. Sebbene nel mio dossier non abbia mai parlato del problema degli estintori presenti all'interno dell'aeroporto, visti il contesto e la domanda che mi è stata rivolta, segnalo con estrema chiarezza che il giorno dell'incendio, il 7 maggio, facendo un giro nell'aeroporto - mi sono recato sul posto diverse volte anche durante i fatti drammatici di cui stiamo discutendo - ho notato un estintore scaduto da circa un anno, lungo la galleria che porta alla stazione ferroviaria. Ho ancora la fotografia di questo estintore: nella foto appare solo l'estintore e non è ritratto il contesto, dunque si potrebbe anche dire che si tratta di un estintore allocato altrove, ma in quell'occasione c'era accanto a me il comandante dei vigili urbani, che può confermare quello che dico. Ho avuto l'idea di controllare l'estintore, che francamente pensavo fosse in pieno esercizio, perché mi era rimasto un dubbio serio sul perché nel giro di dieci minuti si fosse incendiato tutto il terminal T3, senza che si riuscisse a circoscrivere l'evento, sebbene i Vigili del fuoco fossero sopraggiunti sul posto dopo quattro minuti, e dunque sulle ragioni per cui non si era riusciti a fermare l'incendio. Si può forse presupporre che si trattasse di materiale vecchio o infiammabile o magari il problema è collegabile al tipo di costruzione, ma è evidente che il sistema automatico di spegnimento non ha funzionato.
Ho letto una dichiarazione pubblica (quindi ricordandola non svelo niente) del presidente Riggio, il quale si chiede se solo negli Stati Uniti ci siano i sensori che fanno attivare il sistema di spegnimento. Leggendola devo dire che ho iniziato a nutrire qualche dubbio, perché se si comincia con queste dichiarazioni non si arriva da nessuna parte! Bisogna prendere consapevolezza del fatto che in quel contesto vi era un ritardo di carattere strutturale e manutentorio e, partendo da questo dato, occorre capire cosa dobbiamo fare e se si intenda intervenire in maniera efficace.
Mi avete chiesto se vi siano le condizioni per riaprire il terminal. Io sono molto attento a tali questioni e prima di venire in Commissione, ho inviato i miei addetti, insieme al comandante dei Vigili del fuoco, ad eseguire una verifica proprio nell'area in cui vi è stato l'incendio e ho ricevuto l'ultima telefonata, sempre a questo proposito, proprio mentre percorrevo il corridoio che mi ha condotto in questa aula. Secondo quanto riferitomi dai miei incaricati sulla base del sopralluogo effettuato sembrerebbe essere tutto a posto e che la situazione dovrebbe poter tornare alla normalità. Non sto riportando un dato scientifico, per carità, ma solo un dato empirico, che non scaturisce da un'indagine epidemiologica, ma da una percezione visiva. Sentiremo oggi in prefettura quanto in proposito hanno da dirci la ASL, l'ARPA e l'istituto superiore di sanità, visto che sono loro che devono accertare le condizioni e darci indicazioni, noi ci muoviamo di conseguenza.
Per quanto riguarda la domanda sul sistema sanitario, ricordo che l'ARPA, che è intervenuta il giorno dopo l'incendio (la ASL è intervenuta subito), ha cominciato a fare prelievi e ha dato i primi risultati fornendo rassicurazioni; tuttavia, era rimasto un dubbio al direttore generale della ASL Roma D, dottor Panella, il quale ha pensato di coinvolgere direttamente l'Istituto superiore di sanità per avere il punto di vista di una struttura nazionale e capire se i dati dei rilevamenti (che riportavano valori elevati) fossero condizionanti per la salute pubblica, di chi lavora e di chi transita all'interno della aerostazione. Questa è stata la dinamica, secondo la mia conoscenza.
Vi è stata una prima relazione dell'Istituto superiore di sanità che abbiamo letto tutti, una seconda più mirata e la terza contenente un'analisi più specifica. Nella prima relazione l'Istituto superiore di sanità aveva analizzato dati forniti dall'ARPA, non provenienti da rilevamenti diretti; solo per la seconda relazione ha analizzato rilevamenti diretti e non solo i dati dell'ARPA. I dati della società specializzata, utilizzati da Aeroporti di Roma, minimizzavano gli effetti, ma erano in contrasto con quelli delle strutture pubbliche.
L'incendio era sicuramente una patata bollente in termini infrastrutturali. A questo punto, ci siamo cautelati, forse un po' troppo rispetto ad una situazione che doveva essere presa di petto immediatamente. Io sono più portato a prendere di petto la situazione, per cui se le condizioni ci sono, ci sono, altrimenti occorre prendere provvedimenti. La dinamica dei fatti per quanto riguarda le strutture sanitarie, quindi, è stata questa.
Con una prima lettera del 12 maggio - e lo potrete riscontrare anche nei documenti che lascerò alla Commissione - ho chiesto di attivare una task force (che poi è stata attivata) da dedicare ai controlli, sia interni che esterni. Ho poi depositato due atti di diffida nei confronti del direttore generale e del direttore sanitario per ottenere gli ultimi risultati delle analisi, che poi mi sono stati forniti e che io ho pubblicato sul sito comunale; non si capiva bene se questi dati ci fossero e, alla fine, abbiamo deciso di procedere in questo modo.

PRESIDENTE
Grazie per la disponibilità, sindaco. Le chiedo, da ultimo, di poter acquisire anche la foto dell'estintore cui faceva prima riferimento, ovviamente insieme alla relazione: per noi sarebbe importante come documentazione anche in riferimento alle sollecitazioni evidenziate dai colleghi commissari.
Ringrazio ancora il sindaco e dichiaro conclusa l'audizione odierna.


Nota: testi non rivisti dagli oratori
Fonte: Senato della Repubblica