SENATO DELLA REPUBBLICA
XVII LEGISLATURA
Giunte e Commissioni

 

Resoconto stenografico
 

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
 

Seduta n. 61a, martedì 27 settembre 2016
 

Audizione del prefetto di Foggia e di rappresentanti del consorzio di cooperative sociali Sisifo e della società cooperativa sociale Senis Hospes, in merito ai profili inerenti alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro, con riferimento ai fenomeni di caporalato emersi in relazione al CARA di Foggia
 

Presidenza della presidente FABBRI

Intervengono la dottoressa Maria Tirone, prefetto di Foggia, la dottoressa Daniela Aponte, capo di gabinetto del prefetto di Foggia, il signor Cono Galipò, consigliere delegato all'immigrazione del consorzio Sisifo, l'avvocato Federico Miragliotta, esperto tecnico dell'immigrazione del consorzio Sisifo, il dottor Umberto Carofiglio, della cooperativa Senis Hospes, direttore del CARA di Foggia, l'ingegner Mario Montagna, addetto al servizio di prevenzione e protezione della cooperativa Senis Hospes, nonché i collaboratori dottor Bruno Giordano, dottor Raimondo Morichi, dottoressa Marzia Bonacci, dottor Domenico Della Porta, maresciallo capo Massimo Tolomeo e maresciallo aiutante Claudio Vuolo.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
PRESIDENTE
Avverto che della seduta odierna verrà redatto il resoconto sommario ed il resoconto stenografico e che ai sensi dell'articolo 13, comma 2, del Regolamento interno, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo.
Comunico inoltre agli auditi che hanno la possibilità di chiedere in qualsiasi momento la chiusura della trasmissione audio-video e la secretazione della seduta, o di parte di essa, qualora ritengano di intervenire su fatti o circostanze che non possono essere divulgati.
Poiché non si fanno osservazioni, così resta stabilito.

PROCEDURE INFORMATIVE
Audizione del prefetto di Foggia in merito ai profili inerenti alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro, con riferimento ai fenomeni di caporalato emersi in relazione al CARA di Foggia

PRESIDENTE
L'ordine del giorno reca lo svolgimento di audizioni in merito ai profili inerenti alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro, con riferimento ai fenomeni di caporalato emersi in relazione al CARA di Foggia.
La prima audizione prevista per oggi è quella del prefetto di Foggia, dottoressa Maria Tirone, accompagnata dal capo di gabinetto Daniela Aponte, che ringraziamo per aver accolto il nostro invito e a cui diamo il nostro benvenuto.
L'audizione odierna rientra nell'ambito di un'indagine che abbiamo avviato, a seguito della denuncia fatta circa poche settimane fa da «L'Espresso», in riferimento al CARA di Foggia e a problematiche inerenti la sua gestione, le condizioni di vita degli ospiti, nonchè, per quanto attiene più specificamente l'attività della nostra Commissione, la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro degli operatori e un presunto fenomeno di caporalato - altro tema che la nostra Commissione ha seguito e segue tuttora - al quale si accompagnerebbero vicende e situazioni ben descritte dall'inchiesta giornalistica, per cui ci sarebbero ospiti del CARA che escono dal campo con delle biciclette o che vengono trasportati fuori con dei camioncini da presunti caporali nigeriani o anche italiani.
Ci rendiamo conto di quanto la situazione sia oggettivamente complicata e difficile, ma non possiamo non evidenziare le criticità emerse da quanto pubblicato da «L'Espresso», e in particolare modo dal giornalista Fabrizio Gatti, che abbiamo audito una settimana fa in questa Commissione.
Vorremmo capire, innanzi tutto, il ruolo della prefettura ed il suo rapporto con la vigilanza; vorremmo sapere che cosa si è fatto su quel territorio e, in particolare, se le condizioni che sono state denunciate erano conosciute, anche se forse in maniera non così dettagliata.
Sarebbe utile per noi sapere, inoltre, come si compone il CARA di Foggia, perché sappiamo che, oltre alla struttura principale ed alla famosa «Pista», vi è anche una struttura leggermente spostata, che non si trova al suo interno, nella quale a quanto pare vi sarebbero situazioni poco chiare e da approfondire.
Ci interessa, poi, il rapporto con l'azienda che ha vinto l'appalto - il consorzio di cooperative sociali Sisifo, di cui peraltro sentiremo i rappresentanti subito dopo questa audizione - e tra quest'ultimo e la società cooperativa sociale Senis Hospes che gestisce direttamente il CARA. Più specificamente, ci interesserebbe conoscere il tipo di lavoro che è stato fatto rispetto al Documento di valutazione dei rischi, che vede il rapporto tra la prefettura e chi ha vinto la gara di appalto.
Vorremmo sapere, ancora, quanti dipendenti sono impiegati presso il CARA di Foggia. Parliamo di una struttura per la quale, se non vado errata - stando anche alla gara d'appalto, che siamo andati a vedere - è indicata una capienza massima di 636 posti; ci risulta, però, che alla settimana scorsa gli ospiti fossero 1.349. Si tratta quindi di capire se chi ha vinto l'appalto è in grado di gestire un numero così importante di ospiti, a fronte di una capienza prevista di molto inferiore.
Infine, che tipo di lavoro è stato fatto con chi opera all'interno del CARA? Vi è mai stata la denuncia di un eventuale fenomeno di caporalato? Ringrazio nuovamente il prefetto di Foggia, a cui cedo subito la parola.

TIRONE
Saluto l'onorevole Presidente e gli onorevoli componenti di questa Commissione di inchiesta, ringraziando per l'invito.
Signora Presidente, lei stessa in effetti ha accennato alla complessità della situazione del CARA di Foggia, che è ben nota e rispetto alla quale sono in atto iniziative, non da oggi, per superare tutta una serie di criticità.
Per rispondere a tutte le domande che lei mi ha posto occorrerebbero tempi lunghi; cercherò di essere il più sintetica possibile, invitando comunque la Commissione a farmi rilevare gli aspetti che dovessi eventualmente tralasciare.
Il CARA di Foggia nasce nel 1999 come struttura di accoglienza per l'emergenza Kosovo; negli anni ha avuto diverse stratificazioni e denominazioni, fino ad assumere quella di CARA nel 2005.
Il centro insiste su un'area di grandezza immane, che era una ex base dell'Aeronautica militare: c'è la zona cosiddetta della ex Pista, su cui è presente oggi un insediamento abusivo, e c'è la zona del CARA vero e proprio, che si compone di strutture in muratura (gli ex CPT A e CPT B), che dovevano essere destinate a centro di trattenimento temporaneo prima dell'istituzione dei CIE; ci sono, infine, dei moduli abitativi nuovi, realizzati nel 2010.
Stando a quanto mi è stato riferito- io sono a Foggia dal gennaio 2015 - quando nel 2010 furono occupati i nuovi moduli abitativi, ci fu l'occupazione anche di quelli ubicati sulla Pista, con il sorgere di un insediamento abusivo di cittadini immigrati prevalentemente regolari: anche in occasione dell'ultimo controllo, effettuato dalla questura il 16 settembre scorso, non è stata riscontrata la presenza di irregolari.
Tale insediamento va a collocarsi nell'ambito di un fenomeno molto più vasto che interessa la Capitanata, quello cioè dei ghetti di cittadini stranieri extracomunitari ma anche neocomunitari (comunità bulgare, comunità rom). Questi ghetti hanno dimensioni variabili ed in alcuni di essi si registra una presenza consistente: il più famoso è il «Gran Ghetto», nel territorio di San Severo.
Tra il 2011 e il 2013 - sempre per quel che mi è stato riferito - fu pianificata un'iniziativa per lo sgombero di questi moduli abitativi abusivamente occupati, che sono parecchi; poi però intervenne formalmente la Regione, chiedendo di sospendere le operazioni nell'attesa di trovare delle sistemazioni alloggiative che la stessa Regione avrebbe fornito, cosa che poi non è accaduta.
Se posso, vorrei aprire una parentesi sulla collaborazione che oggi è in atto con la Regione Puglia, anche in base ad un protocollo nazionale sperimentale sottoscritto il 27 maggio 2016 tra tre Ministri, cinque Regioni ed alcune associazioni datoriali, sindacali e di volontariato, avente come tema proprio il contrasto al caporalato, la legalità e l'uscita dai ghetti. C'è da dire infatti che, stante la vocazione di tutto il territorio ad esclusione del Gargano per le attività agricole, la Capitanata attrae più o meno tutto l'anno, ma soprattutto nel periodo estivo, un consistente numero di persone, neocomunitarie o extracomunitarie, che vengono impiegate in agricoltura, con tutti i fenomeni a ciò connessi tra cui quello del caporalato, sia in termini di sfruttamento del lavoro che di configurazione della fattispecie delittuosa di cui all'articolo 603-bis del codice penale che, a dire il vero, nella formulazione vigente determina seri problemi applicativi, tant'è che il Senato ha già approvato delle modifiche importanti che sono ora all'esame della Camera dei deputati.
Tornando al CARA, nel 2013 fu realizzata l'attuale recinzione, che è sicuramente uno dei punti critici del centro, perché si è rivelata inadeguata a garantire una protezione per caratteristiche costruttive che hanno comunque tenuto conto del fatto che i CARA sono luoghi aperti, in cui si entra e si esce. È vero che nella fascia oraria che va dalle 20 di sera alle 8 di mattina gli ospiti devono essere presenti nel centro, però è anche vero che per poter dichiarare la decadenza occorre che siano trascorse 72 ore senza che l'ospite abbia avuto accesso ad almeno un servizio del CARA. Proprio tenuto conto di questo, la recinzione purtroppo non è molto alta (1,80 metri) ed è stata realizzata con materiali leggeri, per cui si presta a continue manomissioni, sia da parte degli ospiti, sia da parte delle persone che si trovano all'esterno.
Riprendendo il discorso dell'insediamento abusivo, già mesi fa in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica si è deciso di procedere all'abbattimento di alcune strutture di proprietà dell'Aereonautica militare a ridosso del CARA (tre palazzine più un ex deposito carburanti), occupate anch'esse più o meno dal 2010: stando a quanto viene riferito, tali costruzioni non sarebbero peraltro utilizzate per esigenze abitative, ma per altri tipi di attività. A questo probabilmente si fa riferimento quando si parla di strutture adibite esclusivamente a negozi, con luminarie, anche se ho notato che spesso si fa confusione tra ciò che è fuori e ciò che è dentro il CARA. Per quello che mi riferiscono le forze di polizia - ed io ovviamente devo attenermi a quello che mi viene riportato da chi svolge i servizi di vigilanza all'interno del centro - nel CARA non ci sono moduli abitativi sottratti alla finalità alloggiativa. Di certo può accadere che qualche ospite tenga all'interno dei moduli abitativi dei prodotti, come per esempio è stato rilevato proprio ieri in occasione di un sopralluogo, anche se i sopralluoghi - che vengono fatti per bonificare da fornelletti o da altro materiale vietato; peraltro, tutti i moduli abitativi sono dotati di prese a norma e di salvavita - non si svolgono con una cadenza continuativa, perché necessitano dell'assistenza di rinforzi che devono essere chiesti al Ministero.
Per abbattere queste palazzine - ed è un primo passo importante, perché sono a ridosso del CARA - ho dovuto chiedere l'autorizzazione all'Aeronautica militare, che in via gerarchica ha dovuto richiederla fino al Genio Difesa, e al Ministero dell'interno. Ho chiesto poi un preventivo al Genio guastatori, ritenendo opportuno coinvolgerlo nell'operazione di abbattimento. Ci sono stati vari sopralluoghi e varie riunioni in prefettura; il Genio guastatori ha redatto il preventivo ed ora abbiamo indetto una gara perché il materiale di risulta - eventualmente anche rifiuti pericolosi - deve essere rimosso da una ditta specializzata. Deve partire poi l'assicurazione per i militari e gli automezzi, ma dovremmo essere in dirittura di arrivo.
La risoluzione più vasta e definitiva di questo insediamento va valutata sicuramente nell'ambito delle più ampie iniziative per il superamento degli insediamenti abusivi in Capitanata. Come ho detto prima, è stato sottoscritto un protocollo nazionale dal Ministro dell'interno, dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, nonché da cinque Regioni - tra cui la Puglia, che è presente per ben tre Province (Foggia, dove c'è sicuramente la situazione più grave, Bari e Lecce) e da una serie di associazioni. Il protocollo a mio avviso ha il merito di aver individuato un tavolo permanente nelle prefetture delle Province interessate, così da mettere in sinergia le azioni che ciascuno deve compiere. Se è ovvio, infatti, che le competenze restano poi ascritte in capo a ciascuno dei soggetti coinvolti, si tratta di favorire iniziative che tendano a promuovere un'adesione alla legalità da parte delle aziende agricole, dal momento che di certo l'assoluta libertà del mercato del lavoro in agricoltura può determinare e determina violazioni della normativa in materia di lavoro. Se volete, posso soffermarmi sugli accordi che sono già stati conclusi sul piano della prevenzione.
Volendo rimanere invece sulla questione degli insediamenti, la Regione sta definendo una progettualità per la realizzazione di strutture di accoglienza per persone regolarmente presenti, che dovranno tenere conto sia di chi rimane tutto l'anno, sia di chi arriva con i flussi legati all'agricoltura. Ovviamente, nel caso in cui venissero rintracciati immigrati irregolari, dovrebbero essere necessariamente espulsi; come ho detto, però, almeno all'esterno del CARA gli immigrati presenti sono prevalentemente regolari. Una delle fonti di finanziamento può essere il PON legalità, un'altra può essere il FESR nell'ambito del POR della Regione Puglia. Abbiamo già avuto un incontro a Bari ad agosto con l'autorità di gestione del PON: il prossimo 3 ottobre ci sarà un altro incontro per andare a raffinare meglio questa progettualità.
La situazione della cosiddetta Pista crea tutta una serie di problematiche: vi sono anche associazioni di volontariato che vi operano, soprattutto a Manfredonia. Tra l'altro, la situazione del CARA è resa ancora più complessa dal fatto che parte insiste sul territorio di Foggia, parte sul territorio di Manfredonia e parte sul territorio di Orta Nova: si tratta insomma di una realtà abbastanza composita.
Passando alla questione del caporalato in relazione al CARA, ovviamente devo sempre attenermi a quello che mi viene riferito dalle forze di polizia; nello specifico, nel CARA sono presenti la questura (che ha il coordinamento tecnico-operativo dei servizi di vigilanza), l'Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza. Sono presenti per turno due operatori (della Polizia, dei Carabinieri o della Guardia di finanza) oltre ad un'aliquota dell'Esercito di 60 persone, che opera però ad adiuvandum. Le consegne sono date dal questore, fermo restando che in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica è stato esaminato più volte il problema dell'ordine e della sicurezza all'interno del CARA ed il ricorso all'intervento dell'Esercito, in relazione a problematiche del gestore stesso.
Per quanto attiene, quindi, attività di intermediazione illecita o abusiva del lavoro in danno degli ospiti del centro, la questura e i Comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza hanno escluso che l'effettuazione di dette attività avvenga all'interno del centro. Inoltre, dai predetti organi di polizia non è stato mai riscontrato l'accesso - come mi sembra di aver letto invece sul servizio apparso su «L'Espresso» - attraverso i varchi della recinzione prodotti da manomissioni di furgoni o pulmini che verrebbero utilizzati per il reclutamento di manodopera; poi magari, se ci sarà tempo, mi soffermerò brevemente sul nuovo progetto di recinzione che è in dirittura di arrivo. La questura ha aggiunto che i predetti varchi abusivi consentono solo il passaggio di persone e non di automezzi o veicoli di alcun tipo. I Carabinieri hanno precisato che è vero che vi sono dei cancelli lungo la rete di recinzione, ma i cancelli sono chiusi e non risultano essere stati mai manomessi.
Come ho già detto, gli ospiti sono liberi di entrare e di uscire dal CARA, che è un luogo aperto, e ciò non esclude che possano essere vittime di intermediatori abusivi. Quella dell'intermediazione abusiva o della violazione della normativa in materia di lavoro è una piaga che in Capitanata assume connotazioni molto gravi e questo è il motivo per cui il protocollo nazionale si è preoccupato di favorire iniziative di condivisione che riescano a dare una risposta soprattutto a quelle Province che hanno una maggiore esposizione a questa problematica. Fermo restando che per un contrasto efficace al fenomeno gli strumenti legislativi sono ovviamente molto importanti, le denunce per il reato di cui all'articolo 603-bis del codice penale, che pure si sono avute in passato - si tratta di attività di polizia giudiziaria, quindi diretta dall'autorità giudiziaria - non hanno poi trovato conferma in sede di riesame, quando si è arrivati all'emissione di provvedimenti cautelari. Una recente operazione compiuta dalla Guardia di finanza, che ha riguardato l'area dei Monti Dauni, ha resistito invece anche al riesame, anche se non sono certo io a dover esporre a questa onorevole Commissione i problemi legati alla configurazione della fattispecie di reato.
In ogni caso, dal momento che il CARA si trova in una zona a vocazione agricola, non si può escludere che possano esservi episodi di caporalato. Proprio lo scorso 1° settembre, in occasione di un'operazione di controllo, i servizi predisposti per il contrasto al fenomeno dell'intermediazione abusiva e del caporalato hanno potuto riscontrare la presenza su un furgone guidato da un cittadino maliano di lungo soggiorno residente a Manfredonia - quindi né nel CARA, né nella Pista - di 19 persone che si sono dichiarate ospiti del CARA e che avevano peraltro il contratto di lavoro (modello Unilav), per cui erano in regola da quel punto di vista. Ho chiesto i nominativi, che mi sono stati forniti dall'organo di polizia giudiziaria che ha proceduto, perché dovremo verificare se questi ospiti potevano lavorare dal momento che prima di sei mesi di permanenza sul territorio nazionale i richiedenti asilo non possono prestare attività lavorativa. Occorre inoltre valutare il contratto perché, ove vengano meno le condizioni previste, dovrebbe essere dichiarata in ogni caso la decadenza o l'eventuale violazione del divieto di lavoro.
I servizi ai quali ho fatto cenno sono coordinati dalla Direzione territoriale del lavoro in base ad un protocollo operativo sottoscritto a luglio tra il Ministero del lavoro, il Ministero della difesa e il Ministero delle politiche agricole e che coinvolge l'Arma dei Carabinieri, l'ispettorato del lavoro e il Corpo forestale. Ad agosto sono stati organizzati altri due servizi, eppure ci sono state denunce, perché sono stati trovati cittadini stranieri, comunque non ospiti del CARA - in un caso mi sembra fossero cittadini neocomunitari - in qualche caso anche senza il contratto di lavoro. C'è da dire che l'intermediatore lucra sulla paga, per cui, anche quando il contratto è in regola, vi è comunque uno sfruttamento illecito del lavoratore, pur trattandosi di un reato contravvenzionale.
Credo che possa interessare alla Commissione il fatto che, al di là delle iniziative autonome di vigilanza che fanno capo prevalentemente all'ispettorato del lavoro, ma autonomamente a qualunque forza di polizia, in prefettura già dal 2013 opera una task force, composta da Polizia di Stato, ispettorato del lavoro ed Arma dei Carabinieri, per i controlli presso le aziende in ordine al rispetto della normativa in materia di lavoro.
Nel 2015 ho chiesto alla ASL di intervenire in questa task force, in modo tale che il Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (SPESAL) possa controllare anche il rispetto della normativa in materia di tutela del lavoro. Ad agosto abbiamo riorganizzato il servizio, perché in effetti la task force nasceva da un protocollo regionale scaduto; volontariamente abbiamo deciso di proseguire, nella task force è stata inserita anche la Guardia di finanza ed abbiamo creato due gruppi di lavoro per i controlli nelle aziende.
Non so se ci sono altre richieste sul caporalato, ma, per quanto riguarda il CARA, non posso che rispondere quello che le forze di polizia mi hanno riportato.
Non mi è stato riferito di ospiti del CARA trovati a svolgere attività di lavoro in occasione dei controlli presso le aziende. È ovvio che i controlli, per quanto cospicui - in un anno vengono controllate oltre mille aziende - tengono sempre conto di un campione ridottissimo, perché sono decine di migliaia le aziende agricole che operano nel territorio di Foggia.
Passando ora al tema della gestione del CARA - ovviamente la Commissione potrà chiedermi ulteriori integrazioni, sempre che io sia in grado di rispondere e sempre che i temi rientrino in quella che è la mia competenza - la gara è stata vinta dal consorzio Sisifo al termine di una procedura comunitaria effettuata sulla base di un capitolato di atti di gara unici. Il capitolato generale è stato approvato dal Ministro dell'interno nel 2008; la base d'asta era di 30 euro pro capite pro die; il criterio era quello del prezzo più basso. Sulla gara - se volete saperne lo svolgimento, sono pronta a riferirvelo - si è aperta anche una fase di contenzioso respinto dal TAR e, in un caso, anche dal Consiglio di Stato; alla fine è intervenuta l'aggiudicazione al consorzio Sisifo, con sede a Palermo, che ha indicato per l'effettuazione del servizio la consorziata Senis Hospes, con sede a Potenza.
In occasione della gara è stata ovviamente individuata la soglia dell'anomalia; per la sua verifica è stata costituita una commissione composta dalla direzione provinciale del lavoro, dal comando provinciale dei Vigili del fuoco, dal provveditorato interregionale alle opere pubbliche e dalla camera di commercio. Questa commissione è stata poi integrata con la partecipazione dell'Agenzia delle entrate, dell'Agenzia del territorio e della ASL.
All'esito del lavoro della sottocommissione, che ha ritenuto congruo il costo del lavoro indicato dal consorzio e i costi elementari portati a giustificazione delle singole voci componenti l'offerta sufficienti ad escludere l'incongruità dell'offerta medesima, la commissione giudicatrice ha aggiudicato la gara provvisoriamente. C'è stata poi ovviamente la fase dei controlli, tra cui quelli antimafia, e quindi l'aggiudicazione definitiva. Il contratto, approvato dal Ministero dell'interno, è stato sottoscritto nel marzo 2014 ed andrà a scadenza il 10 marzo 2017.
Voglio precisare che in sede di gara il consorzio ha comunicato che avrebbe appaltato il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti speciali, il coordinamento del servizio di pulizia e la preparazione dei pasti. Il subappalto è stato conferito alla cooperativa La Cascina, su cui la prefettura ha operato ovviamente i controlli antimafia, chiedendo alla prefettura del territorio in cui ha sede la società il rilascio delle informazioni ai sensi del codice antimafia. A giugno 2015 è pervenuto il provvedimento interdittivo nei confronti de La Cascina. A questo punto la prefettura ha chiesto al consorzio e alla consorziata di risolvere il contratto con La Cascina, dando un termine e chiedendo di comunicare le modalità con le quali sarebbe stato assicurato il servizio. Il contratto è stato risolto nel termine assegnato ed il consorzio e la Senis Hospes hanno comunicato che avrebbero assunto direttamente i servizi che erano stati dati in subappalto, esibendo la DIA sanitaria ed il piano di sicurezza alimentare.
Nel contempo, in considerazione del fatto che comunque il consorzio e la consorziata Senis Hospes avevano un rapporto di subappalto con una società che successivamente al loro subappalto era stata dichiarata interdetta a fini antimafia, si è ritenuto opportuno, anche se non prescritto, aggiornare il controllo antimafia, che è stato chiesto alla prefettura di Palermo e a quella di Potenza. Il 16 settembre 2015 la prefettura di Potenza ha confermato l'informazione liberatoria; analoga conferma è venuta il 16 gennaio 2016 dalla prefettura di Potenza.
Per quanto riguarda il discorso del potenziamento delle risorse in relazione al sovraffollamento, ad oggi il CARA ospita 1.305 cittadini stranieri richiedenti asilo. La capienza contrattuale, onorevole Presidente, è quella che lei prima ha indicato; è prevista un'oscillazione del 10 per cento in più o in meno, fascia entro cui il prezzo rimane invariato, nel senso che fino a 700 ospiti viene pagato comunque l'importo contrattuale.
Per quale motivo il CARA è in sovraffollamento? Premetto che, se si escludono casi estremamente episodici, da quando c'è l'attuale gestione o quanto meno da quando io sono prefetto di Foggia - quindi dal 2015 - il CARA non è mai andato in sovraffollamento. Due sono i fattori che hanno determinato la situazione attuale, che peraltro vede sovraffollati anche i centri di accoglienza straordinari aperti in Provincia, su cui poi farò una precisazione.
Vi è innanzi tutto un elemento di un'innovazione normativa: ad agosto 2015 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 142, che contiene modifiche al regime dei denegati. Prima di questa innovazione, in base al procedimento che credo sia noto, il richiedente asilo presentava l'istanza predisposta dalla questura, dal momento che la trattazione amministrativa della pratica avveniva tra questura e la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, con sede all'interno del CARA di Foggia. Dopo il procedimento dinanzi alla commissione, laddove ci fosse stato una pronuncia di diniego - le percentuali di diniego sono molto alte, tra il 60 e il 70 per cento rispetto alle richieste - il richiedente asilo, pur potendo rimanere nel territorio nazionale con il rilascio di un permesso temporaneo in pendenza del termine per il ricorso e, in caso di ricorso, per tutto il periodo del giudizio, doveva lasciare comunque il CARA trascorsi sei mesi dall'ingresso. A seguito dell'innovazione normativa che prima richiamavo, il regime di accoglienza si protrae oggi fino a tutto il primo grado di giudizio dinanzi al tribunale di distretto e non di circondario (nel caso di Foggia il tribunale di distretto è quello di Bari). Ovviamente questo vale per tutta Italia e salvo casi eccezionali disciplinati dalla norma (vi è un caso di manifesta infondatezza), che sono però molto rari. Chiaramente tutto ciò determina un forte rallentamento del turnover, perché i giudizi durano a lungo. So che sono all'esame iniziative per modificare la competenza ed istituire sezioni speciali presso i tribunali di circondario in modo tale da affrettare l'esame dei giudizi, che durano anche più di un anno. Vi è un'attenzione a tenere sotto controllo il contenzioso; si è cercato di ridurre altri tempi, però i tempi della giustizia sono un fattore terzo che non è comprimibile nè condizionabile.
Questo è uno dei motivi del sovraffollamento del CARA, che è molto importante visto che, alla data del 19 settembre, nel centro ci sono più di 500 denegati, di cui oltre 300 con un ricorso pendente ed oltre 100 per i quali è pendente il termine per ricorrere. Bisogna dire che c'è un'altissima propensione al ricorso, anche perché i richiedenti asilo, essendo in condizioni di indigenza, hanno l'accesso al patrocinio gratuito. A questo riguardo devo dire che io stessa, a seguito di una segnalazione dell'Alto Commissariato su una restrizione al patrocinio gratuito operata dal competente ordine di Bari, sono intervenuta, perché l'accesso al patrocinio gratuito è previsto dalla legge.
Come dicevo, vi è dunque una forte propensione al ricorso: in circa un'ottantina di casi i richiedenti asilo sono in attesa di notifica ma hanno già avuto il diniego, per cui comunque partono i termini per il ricorso. Negli ultimi giorni ci sono state 16 espulsioni per mancata presentazione del ricorso nei termini, però vi rendete conto della proporzione, per cui il numero di chi resta è molto alto.
Un altro motivo del sovraffollamento è da ricercare nell'anomala intensificazione degli sbarchi che si è registrata già a marzo e ad aprile, fino a toccare punte veramente altissime nei mesi di luglio e di agosto. Ho rinnovato una gara comunitaria - perché noi operiamo con gli strumenti ordinari - per il reperimento di centri straordinari, così da consentire una migliore gestione del fenomeno. All'esito della gara ad agosto sono stati aperti tre nuovi centri - tre già esistevano: erano in regola, hanno partecipato e sono stati quindi confermati - però purtroppo l'offerta di posti rispetto alla domanda della prefettura è stata assolutamente insoddisfacente, considerato che due concorrenti sono stati esclusi in sede di qualifica ed altri due - più uno per una struttura, ma solo per una - tra cui la Senis Hospes, sono stati esclusi perché le strutture, che abbiamo fatto verificare prima da una commissione composta da ASL, Vigili del fuoco e questura, non sono state ritenute idonee. Atteso l'esito infruttuoso, ho indetto una manifestazione di interesse nelle more dell'indizione di una nuova gara comunitaria, per la quale ho chiesto però l'autorizzazione al Ministero. Mi auguro di avere davvero entro il 31 dicembre una maggiore adesione perché lo scopo è quello di decongestionare il CARA di Foggia, decongestionamento peraltro già in atto perché, rispetto alla punta massima di 1.468 ospiti toccata il 2 agosto, oggi siamo arrivati già a 1.305. Ciò è stato possibile attraverso un continuo lavoro di reperimento di centri SPRAR per quanti hanno visto l'accoglimento della loro richiesta di asilo da parte della commissione territoriale, nonché attraverso il trasferimento delle donne, che rimangono nel centro per un brevissimo tempo, oppure di quegli uomini che, solo una volta arrivati nel CARA dai luoghi di sbarco, si dichiarano minorenni. Ricordo che, per una nostra scelta, il CARA di Foggia è destinato a maschi adulti: nel caso in cui si tratti di minori, parte una procedura disciplinata dal codice civile per il trasferimento in un centro per minori.
Se mi è possibile, vorrei fare poi un approfondimento sulla questione delle donne, anche rispetto a quello che ho letto.
Segnalo che non solo il CARA, ma gli stessi Centri di accoglienza straordinaria (CAS) sono in condizioni di sovraffollamento.
Il contratto prevede l'ipotesi che per situazioni contingenti si possa andare oltre l'eccedenza e ciò è espressamente disciplinato, prevedendosi anche il potenziamento del personale, al fine di garantire comunque lo stesso livello dei servizi.
Come ho detto, il superamento della capienza massima ha cominciato a registrarsi nel febbraio 2016, perché per tutto il 2015 - tranne in due momenti, uno a luglio, se non ricordo male, e l'altro a dicembre quando, non so perché, si registra storicamente un aumento degli sbarchi - il numero di presenze nel centro è rimasto anche al di sotto della capienza indicata nel contratto. Visto l'incremento determinato dalle problematiche alle quali ho accennato, l'11 marzo 2016 la prefettura ha chiesto al gestore, ai sensi dell'articolo 13 del capitolato, di assumere tempestive iniziative per assicurare in favore degli ospiti eccedenti la capienza contrattuale le stesse condizioni di accoglienza, come stabilito dall'articolo 5 del contratto triennale, rispettando quanto previsto dall'allegato al contratto circa il dimensionamento del personale in base al numero di ospiti presenti.
Abbiamo chiesto quindi al gestore di provvedere immediatamente, sulla base di un congruo criterio di proporzionalità tra le risorse riferite alla capienza ordinaria e quelle che si rendono necessarie a seguito dell'incremento delle presenze, tenuto conto anche della dotazione minima di personale di cui all'allegato 3. Il 25 marzo è stato trasmesso il relativo riscontro e la prefettura ha chiesto ulteriori integrazioni, anche documentali. A seguito di tale richiesta, il gestore ha fatto pervenire copia dei contratti di lavoro di tutte le figure professionali impiegate, copia delle fatture delle figure professionali a partita IVA, prospetti riepilogativi del personale in servizio, con indicazione analitica degli incrementi effettuati, sia per il primo trimestre - perché già c'era stato un aumento - sia per il secondo trimestre.
Acquisita la documentazione, la prefettura ha richiesto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali - direzione territoriale del lavoro di Foggia di effettuare presso il CARA gli accertamenti di competenza, ai fini della verifica del rispetto da parte del gestore delle disposizioni in materia di lavoro. Aggiungo che il servizio ispettivo del lavoro è già presente in una commissione per la vigilanza sul CARA da me istituita nel luglio 2015.
La direzione territoriale il 4 agosto 2016 ha comunicato che, in esito alla visita ispettiva effettuata congiuntamente ai funzionari dell'INPS, la società cooperativa sociale ente gestore del centro, alla data del 30 giugno 2016, era in regola con le norme contrattuali previste dal contratto collettivo nazionale, anche ai fini previdenziali, precisando però che per i fini previdenziali l'attività riferita a luglio non poteva essere verificata perché il termine scadeva ad agosto. Ricordo tuttavia che i pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni non possono essere fatti se non previo accertamento della regolarità contributiva.
La direzione territoriale ha precisato altresì che, alla data del 2 agosto 2016, presso il centro in questione erano presenti 1.468 ospiti e che la Senis Hospes occupava alle proprie dipendenze, con la qualifica di addetti ai servizi alla persona, 111 unità, di cui tre con contratto di somministrazione, concludendo che, per quanto sopra, il numero delle unità adibite al servizio della persona diurno e notturno era congruo rispetto a quanto previsto dal capitolato di appalto.
A questo punto il 9 agosto la prefettura ha dato atto alla Senis Hospes che era stato verificato il corretto potenziamento del personale rispetto a quanto previsto dal contratto, invitandola ovviamente ad assicurare anche per il futuro il rigoroso rispetto del contratto e lo stesso livello di standard, chiedendo inoltre di documentare alla scadenza del terzo trimestre 2016 - visto che c'è ancora una situazione di sovraffollamento - il congruo potenziamento del personale assunto e dei servizi rispetto al numero di ospiti presenti.
Dal momento che mi sembra di aver letto che per le eccedenze la prefettura pagherebbe 30 euro pro die pro capite - vale a dire la somma prevista dalla gara quale base d'asta - tengo a precisare che la prefettura, come previsto dal contratto, eroga lo stesso importo, cioè 22 euro più IVA, dato dal ribasso offerto in sede di gara. Se non sbaglio, il prezzo per le eccedenze è dato da un 365° del canone annuo - quello risultante dal ribasso - diviso per la capienza della struttura: il risultato, appunto, è di 22 euro.
Per quanto riguarda i documenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, l'ente gestore, ai sensi dell'articolo 6 del contratto e del capitolato, deve assicurare la prestazione dei servizi d'appalto nel rigoroso rispetto di quanto prescritto dal decreto legislativo n. 81 del 2008. Al momento della sottoscrizione del contratto, avvenuta il 10 marzo 2014, l'aggiudicatario ha sottoscritto il Documento unico per la valutazione dei rischi (DUVRI) previsto nella documentazione di gara.
Dopo l'insediamento, la consorziata esecutrice ha trasmesso l'atto di conferimento dell'incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il DUVRI in data 11 aprile 2014 (poi aggiornato in data 17 novembre 2015), comprensivo anche del piano di emergenza e di misure per l'evacuazione. Dagli atti risulta altresì che, il 15 aprile 2014, 14 dipendenti della Senis Hospes hanno partecipato ad un modulo formativo in materia di ristorazione, servizio di pulizia, servizi sociali, antincendio di rischio medio-basso, pronto soccorso, responsabile dei lavori per la sicurezza e preposto. Ad un analogo modulo formativo, tenutosi il 21 gennaio 2015, hanno partecipato 22 unità.
Aggiungo che dal dicembre 2015 - o dal gennaio 2016, non lo ricordo precisamente - all'interno del CARA è finalmente presente il gestore della manutenzione ordinaria programmata, la cui mancanza fino a quel momento aveva determinato tutta una serie di criticità su cui, se la Commissione ritiene, posso soffermarmi, anche per dire le iniziative che dal 2015 sono state assunte e in parte già attuate, secondo un programma abbastanza complesso. Il gestore della manutenzione ordinaria programmata, Romeo Gestioni, individuato attraverso l'adesione alla convenzione CONSIP - come prescritto per legge finché c'è un lotto attivo per i servizi di facility management - al suo ingresso ha fatto pervenire dapprima il DUVRI ed il piano operativo della sicurezza, corredati da un protocollo per la gestione dei rifiuti relativo alla propria consorziata esecutrice MGS Spa di Napoli, e successivamente il DUVRI, il piano operativo della sicurezza ed una relazione in ordine alla gestione dei rifiuti relativa alla consorziata esecutrice FIDA Costruzioni Spa di Napoli, che è subentrata a decorrere da marzo 2016 alla MGS Spa.
A seguito dell'avvio delle attività da parte del manutentore CONSIP la prefettura ha ritrasmesso per eventuali aggiornamenti il DUVRI all'ente gestore, all'MGS Spa prima, poi alla FIDA Spa e alla questura, che hanno sottoscritto il documento senza apportare alcuna modifica.
Analogamente, il documento è stato trasmesso al provveditore alle opere pubbliche, con il quale da maggio 2015 c'è una convenzione non solo perché operi come organo tecnico-stazione appaltante (quindi per la redazione dei progetti e l'espletamento gare per gli interventi nel CARA), ma anche come supervisore del manutentore. Lo stesso provveditorato alle opere pubbliche - che ovviamente non lo doveva firmare - non ha ritenuto di dover suggerire modifiche al DUVRI.

PRESIDENTE
Signora prefetto, la ringrazio per quanto ci ha detto, invitandola, se possibile, a consegnarci la relazione scritta.
Prima di lasciare la parola ai colleghi, qualora avessero delle domande da fare, mi permetto solo alcune puntualizzazioni.
Abbiamo avuto ovviamente il resoconto della recente audizione che si è tenuta presso la Commissione per l'immigrazione, su cui si legge - lei stessa poco fa ne faceva menzione - di una commissione istituita dalla prefettura comprendente il medico della polizia, l'ispettorato del lavoro, il comandante dei Vigili del fuoco, il medico della ASL e tutte le figure che, ognuna per la propria competenza, hanno accesso ai servizi. Questa commissione da lei istituita si è mai riunita? Sono emersi particolari elementi?
In secondo luogo, è molto complicato capire il rapporto di appalto. Mi corregga se sbaglio: l'appalto sarebbe stato vinto dal consorzio Sisifo, che in prima istanza avrebbe affidato in subappalto alla cooperativa La Cascina i servizi indicati nel contratto. La Cascina è risultata però poi interdetta per antimafia - se non ricordo male, a giugno del 2015 - per cui a quel punto si blocca la gestione da parte della Sisifo, che cede i servizi ad una sua consorziata, la Senis Hospes. È necessario dirlo perché, secondo me, è importante chiarire i rapporti. La vicenda de La Cascina non può lasciarci indifferenti; atteso che è stata interdetta in un momento successivo, il fatto che tuttavia Sisifo abbia dato a La Cascina in subappalto la gestione dei servizi come da contratto di appalto ci risulta abbastanza singolare.
Vorrei far notare poi un'altra cosa. Tra le dichiarazioni rese nell'ambito delle audizioni che hanno avuto luogo la settimana scorsa abbiamo letto anche quelle del questore. Lei prima ci ha detto che né la Polizia, né i Carabinieri, né la Guardia di finanza, né l'Esercito per altre competenze, le hanno mai riferito di situazioni particolari e quant'altro. Il questore, invece, sostiene che in più di un'occasione e più di una volta ci sarebbero state proteste da parte di numerosi richiedenti asilo ospiti del CARA per lamentarsi dei servizi, per cui emerge in questo senso una contraddizione. Infine, un'ultima questione. La capienza massima del centro e di 636 ospiti; fino a 700 persone il prezzo pagato è di 22 euro, vale a dire quello che ha portato a vincere la gara d'appalto al massimo ribasso. Visto che però oggi parliamo di 1.305 persone, vorrei capire a questo punto quanto la Senis Hospes riceve per i servizi oggetto della gara.
Lascio ora la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

BAROZZINO
Signora prefetto, la ringrazio innanzi tutto di essere qui. Lei ci ha fatto un quadro piuttosto completo, anche se mi rendo conto della difficoltà: leggeremo poi attentamente la documentazione che vorrà inviarci. Tuttavia, volendo partire da quello che ci è stato detto da Fabrizio Gatti e da quello che il giornalista ha visto di persona e ha sperimentato sulla propria pelle, i dati purtroppo sono leggermente diversi; evidentemente c'è ancora qualcosa da approfondire.
Per quanto mi riguarda, sono abituato a partire dalle cose piccole, ma concrete che però, come dico sempre, possono aiutarci a capire meglio la situazione generale. Se non vado errato, da quello che ho letto, il CARA di Foggia ci costerebbe circa 31.000 euro al giorno. La gara che è stata vinta al massimo ribasso prevede un costo pro capite pro die di 22 euro; si partiva da 30 euro e questo fa già capire molto.
Sarebbero tanti gli aspetti da chiarire; qualche domanda è stata già formulata dalla nostra Presidente.
Abbiamo letto, ad esempio, delle condizioni che sono costretti a subire i lavoratori e le lavoratrici lì presenti e ci è stato anche riferito il modo con cui queste persone vanno a lavorare. Siccome il consorzio prende bei soldini - e sono soldi pubblici - è mai stato fatto un controllo sul trasporto di questi lavoratori? È mai stato controllato dove vanno a lavorare, quanto tempo impiegano, come ritornano al centro e quante ore di lavoro fanno? Da quello che ci è stato detto, infatti, la situazione non è proprio rosea da questo punto di vista.
Per quanto riguarda poi le regole di questi consorzi, vorremmo sapere quali sono, perché non riusciamo ancora a capire che responsabilità ha l'ente gestore. Il consorzio prende 22 euro al giorno a persona: come vengono utilizzate queste somme per il rispetto delle leggi italiane sul lavoro? Non mi è chiaro; da quello che mi pare di capire questi soggetti non hanno nessun obbligo. Non abbiamo avuto nessuna risposta per quanto riguarda i diari prevenzionali, né sulla questione del trasporto dei lavoratori. Alla luce di tutto questo, io credo che sarebbe necessario un tavolo con gli enti locali, in modo tale che tutti vengano messi a conoscenza di quanto sta accadendo all'interno del CARA di Foggia e che è stato raccontato da un giornalista serio come Fabrizio Gatti, che è stato nel centro e ha raccontato chiaramente quello che succede lì dentro, dove le condizioni di lavoro rasentano la schiavitù. Noi vorremmo sapere chi è che deve prendersi queste responsabilità: dovete scusarmi, ma io sono molto diretto. Questi consorzi hanno delle responsabilità in merito oppure no? Ripeto, non ho ancora capito dove vanno a finire i 22 euro che vengono dati al giorno per ogni ospite al consorzio. Può darsi che non l'abbia capito io - e, se è così, me ne scuso - ma penso che su questo punto un po' di chiarezza vada fatta.

BORIOLI
Signora Presidente, vorrei soffermarmi su un punto che in qualche modo è stato già introdotto dal collega Barozzino. La gara per 1'affidamento è stata svolta secondo il metodo del massimo ribasso: mi interesserebbe capire, in primo luogo, quali erano le varie voci che componevano l'importo complessivo indicato a base di gara rispetto alle prestazioni richieste a quanti si candidavano per aggiudicarsela. Si è parlato di una base di partenza di 30 euro pro die pro capite e di un'aggiudicazione della gara per 22 euro. Mi piacerebbe sapere qual è stata alla fine l'entità complessiva del ribasso proposto dalla società che si è aggiudicata la gara, ferma restando la verifica che lei ci ha riferito che è stata fatta rispetto all'esclusione.
Se non sbaglio, signora prefetto, poco fa è stato detto che il contratto andrà a scadenza nel 2017. Visto che manca davvero poco - il mio è un intervento molto tecnico e non mi dilungo nel considerare altre questioni sulle quali si è già soffermato il senatore Barozzino - vorrei capire su quale base state predisponendo i meccanismi di gara ulteriori, anche alla luce di quanto previsto oggi dal nuovo codice degli appalti che indirizza in ogni caso all'utilizzo del metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa nelle procedure di affidamento delle attività connesse ai servizi sociali e a quelli che incorporano almeno il 50 per cento del loro valore complessivo sul versante dell'impiego di manodopera. Si tratta di un elemento fondamentale per garantire la trasparenza, oltre al fatto che nelle tipologie di appalto in cui il fattore di costo decisivo è la prestazione di attività di manodopera appare evidente che il rischio che la gara alla fine giochi sulla compressione delle condizioni e delle tutele nei confronti dei lavoratori è molto più alto.
Le chiedo quindi, signora prefetto, di integrare il suo intervento con queste informazioni, che hanno un riflesso importante anche sulle modalità con cui viene svolto il lavoro da parte di coloro che prestano la propria attività nei centri di accoglienza per richiedenti asilo, oltre che naturalmente su tutti gli aspetti riguardanti i fenomeni del caporalato, che coinvolgono invece prevalentemente gli ospiti dei centri.

PAGLINI
Signora Presidente, ringrazio la nostra ospite per il suo prezioso contributo.
Alla luce di quello che abbiamo sentito la settimana scorsa in relazione all'inchiesta che è stata fatta dal giornalista Fabrizio Gatti, si è parlato di un controllo del tutto inefficace e carente. Vorrei capire se avete avuto modo di fare un focus sulla questione e di predisporre una lista delle cose che sarebbero utili per poter svolgere al meglio il vostro lavoro di controllo. C'è una segnalazione da parte degli enti preposti per fare in modo che quel centro possa funzionare in modo efficiente, soprattutto dal punto di vista dei controlli?

PRESIDENTE
Se non ci sono altre domande, cedo la parola al prefetto.

TIRONE
Spero di ricordare tutte le questioni, signora Presidente; diversamente, chiederò alla Commissione la pazienza di aiutarmi.
La commissione istituita dalla prefettura, composta dai rappresentanti degli organi che sono stati indicati, si è recata al CARA due volte, una volta nel 2015 e una volta nel 2016. Ogni componente della commissione ha valutato gli aspetti di propria competenza e ha redatto un verbale, dicendo di non aver ravvisato irregolarità in base alle proprie competenze. Tengo a precisare che il presidente della commissione si è recato più volte in visita al CARA, verificando la corretta erogazione dei servizi. Analogamente, un nucleo ispettivo composto di dipendenti della prefettura - un funzionario amministrativo-contabile, un funzionario amministrativo e un assistente sociale - si è recato presso il CARA tre volte nel 2016, verificando tutti i servizi che il gestore deve erogare in base al contratto. Se volete, posso poi fornire i dettagli su come si opera il controllo.
Per quanto riguarda la gara, credo di dover fare una precisazione: il consorzio Sisifo ha partecipato alla gara secondo quanto previsto dal codice degli appalti allora vigente, indicando subito nella consorziata Senis Hospes di Potenza la società che avrebbe erogato i servizi in base alla normativa sulla partecipazione dei consorzi a gare pubbliche per servizi (mi pare che la stessa cosa valga anche per le gare pubbliche per lavori). Riprendendo un attimo la consecutio dei tempi, la gara è partita con un avviso del 2012 (per cui non ne conosco puntualmente i dettagli); una volta effettuata la valutazione delle anomalie con la costituzione di una sottocommissione con componenti esperti, è stata disposta l'aggiudicazione definitiva a Sisifo; nell'agosto 2013 c'è stata l'informativa antimafia nei confronti di Sisifo; poi c'è stato un ricorso. Ma la consorziata Senis è entrata subito: dal 10 marzo 2014, da quando cioè ha avuto inizio la nuova gestione, è la consorziata Senis che, ovviamente sotto il controllo del consorzio - perchè per noi gli interlocutori sono entrambi e rispondono entrambi - gestisce il CARA erogando i servizi previsti dal capitolato generale. A tale proposito, come dicevo prima, gli atti di gara non sono predisposti localmente: c'è un capitolato generale, che ovviamente adesso è superato perché c'è stata la modifica al codice dei contratti, al di là del fatto che comunque dal 2008 al 2016 le esigenze possono mutare.
In sede di gara, come previsto dalla normativa in materia di appalti, i concorrenti hanno dovuto dichiarare se intendevano subappaltare dei servizi. Il consorzio Sisifo ha dichiarato che avrebbe subappaltato quello per la raccolta dei rifiuti speciali, vale a dire quelli riferiti prevalentemente al presidio medico interno - il che è obbligatorio, perché altrimenti bisogna essere uno smaltitore autorizzato - nonché il servizio di coordinamento, il servizio di pulizie e di predisposizione degli alimenti. Questo - e non la gestione del CARA - è stato dato in subappalto a La Cascina. È la Senis Hospes ad occuparsi della gestione del CARA, fin dall'inizio.
A questo proposito, vorrei andare subito a quello che ha dichiarato il gestore. Poco fa ho risposto alla domanda che mi è stata fatta su fenomeni di caporalato nel CARA, cioè su fenomeni di organizzazione di attività di intermediazione abusiva nel lavoro ai danni degli ospiti del CARA. Ho le relazioni degli organi di polizia che negano l'esistenza di questi fenomeni. Quanto alle manifestazioni di protesta, ovviamente ho sentito l'audizione del questore, che ha parlato di proteste per i pasti e prevalentemente per i dinieghi, senza precisare comunque il periodo. Dal 5 gennaio 2015, da quando cioè io sono prefetto di Foggia - non so prima, anche se sono a conoscenza del fatto che in passato, con vecchie gestioni, ci sono state proteste sull'erogazione dei servizi - ci sono state tre manifestazioni di protesta all'interno del CARA che hanno causato delle turbative non solo all'interno del centro stesso ma anche a Foggia, dal momento che i manifestanti sono venuti nel centro di Foggia, sotto la prefettura, bloccando anche le attività della prefettura. Queste manifestazioni erano legate, tuttavia, ad una concentrazione casuale verificatasi nella notifica dei dinieghi disposti dalla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Indubbiamente possono verificarsi episodi di tensione all'interno del CARA, ma che ci siano state proteste per il cibo, secondo quanto riferito dal questore, da quando io sono prefetto a Foggia non mi risulta.
Tornando a La Cascina ho già spiegato che la prefettura, pur non essendo tenuta, ha fatto risolvere il contratto. La Cascina ha eccepito la mia diffida a risolvere subito il contratto, assumendo che, a seguito dell'ammissione alle misure straordinarie di sostegno ai sensi del decreto- legge n. 90 del 2014, con nomina di una gestione straordinaria da parte del prefetto di Roma, il contratto di subappalto non doveva essere risolto. Ho risposto che quelle misure straordinarie si applicano solo ai contratti pubblici mentre il subappalto, per quanto mi riguarda, è un contratto privato. In ogni caso, la Senis Hospes e Sisifo hanno risolto il contratto e La Cascina, pur potendo, non ha impugnato la mia diffida a risolvere. In base al codice antimafia abbiamo comunque aggiornato l'informativa antimafia presso la prefettura dove ha sede la società: nel caso specifico, Palermo per il consorzio Sisifo e Potenza per la Senis Hospes. In entrambi i casi è stata rilasciata informativa liberatoria; più di questo non posso aggiungere.

PRESIDENTE
Mi scusi, signora prefetto, non vorrei sembrarle scortese, ma il tempo stringe, perché a seguire abbiamo in programma un'altra audizione e siamo tutti impegnati in altre Commissioni. Se i colleghi sono d'accordo e se per lei non è un problema, le proporrei di inviarci le risposte per iscritto, insieme a tutto il resto della documentazione, perché abbiamo veramente tempi molto ristretti.

TIRONE
Le chiedo solo un attimo di pazienza, signora Presidente, per chiarire brevemente alcuni punti.
Rispetto a quello che si dice anche nel servizio giornalistico riguardo al trasporto dei lavoratori, al di là degli aspetti che onestamente non trovano riscontro in atti ufficiali - non è mio intento fare polemica, anche perché qualunque segnalazione di criticità è sempre positiva ed aiuta a migliorare il governo di un fenomeno che, vi assicuro, è di una complessità assoluta - bisogna tuttavia chiarire e distinguere tra i lavoratori della Senis Hospes e gli ospiti del CARA. Il giornalista fa riferimento agli ospiti del CARA che escono dal centro, ma non sono lavoratori; anzi, non possono lavorare finché non sono trascorsi sei mesi di permanenza sul territorio nazionale ed ovviamente devono lavorare regolarmente. Inoltre, quando gli ospiti escono dal centro non vengono seguiti da qualcuno, cosa che peraltro sarebbe impossibile; può accadere che vengano intercettati nell'ambito di operazioni di controllo e di prevenzione di qualunque attività illecita, peraltro non solo sul piano lavorativo, nel qual caso sarebbero vittime dell'intermediazione abusiva. I lavoratori della Senis sono i lavoratori della Senis, che non vengono trasportati, per quanto mi risulta, in nessun furgoncino. È stato detto che sono stati visti furgoncini entrare nel CARA da un varco; gli organi di polizia mi dicono che non lo hanno riscontrato e, soprattutto, che non è possibile, perché il varco comunque ha un muretto. Quando gli ospiti escono dal CARA - lo ricordo - sono persone libere di circolare sul territorio della Provincia e non solo, perché hanno un permesso di soggiorno temporaneo, finché non hanno il riconoscimento. Si possono anche allontanare dal CARA per più di 72 ore, purché chiedano l'autorizzazione. In tal caso potrebbero andare anche a Milano o a Roma, mentre per il Trattato di Dublino non possono andare fuori del territorio nazionale. Potrete comunque chiedere al gestore ulteriori precisazioni.
Vorrei rispondere anche alla sua domanda, senatore Borioli: gli atti di gara per i CARA, per i CIE ed altre strutture, esclusi i CAS, vengono predisposti dal Ministero dell'interno. La base d'asta è stata definita allora dal Ministero dell'interno, così come il criterio. In vista della scadenza a marzo 2014 lo scorso luglio ho scritto al Ministero chiedendo indicazioni e, soprattutto, di farmi avere gli atti di gara, tenuto conto che c'è stata una discreta innovazione con il nuovo codice. Il Ministero mi ha risposto in questi giorni che sono stati predisposti i nuovi atti di gara, in conformità al nuovo codice degli appalti e alle linee guida dell'ANAC, a cui saranno trasmessi in questi giorni per un parere. Nel frattempo, mi ha invitato ad indire la gara per la gestione di un anno, utilizzando il vecchio capitolato generale. Su questo invito partiremo, ma ho bisogno che venga precisato qual è il criterio che si deve mettere a base di gara, in particolare se si usa il vecchio capitolato, e qual è la base d'asta. Dopodiché partirà la gara, perché sarò la prima - ed infatti mi ero mossa già da luglio - ad essere estremamente contenta se non si arriverà a proroghe tecniche, pur essendo prevista dal contratto una proroga tecnica di sei mesi.

PRESIDENTE
Grazie infinite, signora prefetto, per il suo contributo. Aspettiamo ovviamente la sua relazione.
Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti del consorzio di cooperative sociali Sisifo e della società cooperativa sociale Senis Hospes, in merito ai profili inerenti alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro, con riferimento ai fenomeni di caporalato emersi in relazione al CARA di Foggia

PRESIDENTE
L'ordine del giorno reca ora l'audizione di rappresentanti del consorzio di cooperative sociali Sisifo e della società cooperativa sociale Senis Hospes, in merito ai profili inerenti alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro, con riferimento ai fenomeni di caporalato emersi in relazione al CARA di Foggia.
Sono presenti il signor Cono Galipò, consigliere delegato all'immigrazione del consorzio Sisifo, l'avvocato Federico Miragliotta, esperto tecnico dell'immigrazione del consorzio Sisifo, il dottor Umberto Carofìglio, direttore del CARA di Foggia, della cooperativa Senis Hospes, l'ingegner Mario Montagna, addetto al servizio di prevenzione e protezione della cooperativa Senis Hospes. A tutti loro diamo il nostro benvenuto, ringraziandoli per aver accolto il nostro invito.
Prima di dare inizio all'audizione, voglio ricordare che, dopo la denuncia che è stata fatta dal giornale «L'Espresso» sulle condizioni del CARA di Foggia, dalla scorsa settimana abbiamo avviato un'indagine al riguardo. Abbiamo sentito poco fa il prefetto e vi sono una serie di profili di interesse della nostra Commissione in merito alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro dei dipendenti della Senis Hospes che opera all'interno del CARA di Foggia, nonché ai fenomeni di caporalato emersi in relazione a quel centro.
Se abbiamo capito bene, il consorzio Sisifo ha vinto la gara d'appalto; Senis Hospes è una sua consorziata. Siamo a conoscenza di alcuni problemi legati a parti dell'appalto; vi è poi la questione de La Cascina e tutto il discorso legato alla gestione all'interno del CARA. Vi chiediamo di chiarire quindi anche i rapporti che intercorrono tra Sisifo e Senis Hospes, su cui sappiamo che siete stati chiamati anche a riferire la settimana scorsa dinanzi alla commissione preposta.
Vi lascio subito la parola, scusandomi fin d'ora per la ristrettezza dei tempi a nostra disposizione; ai vostri interventi seguiranno eventuali domande da parte dei colleghi.

GALIPÒ
Signora Presidente, sono Cono Galipò, consigliere delegato all'immigrazione del consorzio Sisifo. Ho preparato alcune schede, così da evitare di dilungarmi più del dovuto.
Sisifo, membro della Lega nazionale delle cooperative, associa cooperative sociali nei servizi socio-assistenziali e sanitari in Sicilia. È un autorevole soggetto economico, impegnato dal 1999 nel promuovere autonomamente e per le cooperative associate lo sviluppo di nuove iniziative di cooperative sociali e la gestione di servizi soci-assistenziali e sanitarie, nel rispetto dei principi di mutualità, solidarietà e sostegno della persona del movimento cooperativo mondiale.
Associa 25 cooperative, dislocate quasi tutte sul territorio siciliano; gestisce servizi di assistenza sanitaria domiciliare integrata (geriatrica ed oncologica), servizi residenziali per minori, RSA, telesoccorso ed accoglienza di migranti. Attualmente occupa 1.400 persone, tra dipendenti e collaboratori in assunzione diretta o dipendenti delle consorziate ed impegnati nei servizi affidati da Sisifo.
Dal nostro bilancio sociale si evidenzia che il fatturato indiretto derivante dai servizi immigrazione, tutti affidati alle consorziate, non supera il 15 per cento del fatturato complessivo.
Abbiamo alle spalle una storia importantissima di gestione di prima accoglienza per migranti, come quelle, ad esempio, del centro di primo soccorso e accoglienza (CSPA) di Lampedusa e del CARA di Sant'Angelo di Brolo e Cagliari/Elmas. A Mineo attualmente non siamo capofila e gestiamo nell'ambito di un'associazione temporanea tra imprese (ATI) una quota pari all'11 per cento. Siamo stati presenti nei momenti di maggiore emergenza del fenomeno migratorio italiano ed europeo ed i nostri operatori hanno sempre risposto con dedizione, passione e grande senso di responsabilità, vivendo anche momenti di enorme difficoltà. Da qualche anno ci occupiamo di seconda accoglienza a misura d'uomo, per realizzare percorsi di accoglienza integrata e dare risposte concrete a nuove esigenze che si sono via via prospettate nel sistema di accoglienza italiano. Sisifo, dopo aver avuto aggiudicato, ha affidato la gestione di sei SPRAR alle cooperative consorziate. Si segnala la selezione, da parte di una commissione del Ministero dell'interno e del CIPE, di uno SPRAR Sisifo del Comune di Capo d'Orlando come esempio di buone prassi di accoglienza, che verranno presentate ed illustrate in occasione della conferenza che si terrà a Roma presso il Consiglio nazionale delle ricerche in data 6 e 7 ottobre.
Il sistema di controlli di Sisifo è incentrato sulla trasparenza delle scelte gestionali, sia interne che nei confronti degli interlocutori esterni, sull'efficienza ed efficacia dei sistemi di controllo interno e sulla disciplina chiara e rigorosa dei potenziali conflitti di interesse. Si tratta di un sistema articolato, in costante evoluzione tramite l'adozione di codici, principi e procedure che, oltre a caratterizzare le attività delle diverse componenti organizzative ed operative del consorzio, rappresentano garanzie di assoluta conformità al contesto normativo di riferimento ed al mutare delle prassi operative.
Il consorzio prevede carta dei servizi; codice etico e comportamentale; certificazione UNI ISO 9001/2008; verifiche costanti da parte dell'ente accreditato per la certificazione di qualità; verifica dell'ente di revisione delle cooperative ex decreto legislativo n. 220 del 2002; modello di organizzazione, gestione e controllo ex decreto legislativo n. 231 del 2001; protocolli e processi operativi mirati di gestione dei servizi; reportistica di internal audit; organismo di vigilanza esterno; adesione del protocollo di legalità; attribuzione del rating di legalità...

PRESIDENTE
Signor Galipò, mi deve scusare, non vorrei risultare scortese, ma, se possibile, la inviterei ad entrare nel merito. Eventualmente potrà lasciarci poi la sua relazione.

GALIPÒ
Allora passo subito a parlare della gara d'appalto.
In data 7 dicembre 2012 viene pubblicato il bando di gara con presentazione delle offerte il 21 gennaio 2013. L'aggiudicazione definitiva al consorzio Sisifo avviene in data 8 luglio 2013, dopo tre richieste di giustificativi puntualmente trasmessi ed un ricorso presentato in data 25 marzo 2013 dalla Croce Rossa. Seguono i ricorsi di diverse concorrenti (Auxilium, Gespà), decisi dal TAR a favore di Sisifo. La stipula del contratto tra Sisifo e l'ufficio territoriale di Governo (UTG) avviene il 10 marzo 2014, quasi dopo un anno e mezzo dall'indizione della gara. Seguono ricorsi in appello, anche questi definiti a favore di Sisifo, su pronuncia del Consiglio di Stato.
In data 11 marzo 2014 è stato avviato il servizio di gestione del CARA di Borgo Mezzanone. Sisifo ha provveduto a notificare alla consorziata Senis Hospes lettera di assegnazione lavori e forniture. Si specifica che, conformemente a quanto previsto nel capitolato d'appalto e nelle specifiche tecniche, nonché come evidenziato nei ripetuti verbali di ispezione, i servizi erogati e garantiti dal consorzio Sisifo e per esso da Senis Hospes sono: servizio di gestione amministrativa e di minuta sussistenza e manutenzione (previa autorizzazione dell'UTG sino a 1.000 euro); servizio di assistenza generica alla persona; servizio di assistenza sanitaria; servizio di pulizia ed igiene ambientale, fornitura di beni. Con la su richiamata lettera di assegnazione lavori il consorzio Sisifo obbliga la Senis Hospes al rispetto, tra l'altro, della normativa in materia di sicurezza sul posto di lavoro e al rigoroso rispetto del contratto.
Dall'11 marzo 2014 e fino alla data odierna, il consorzio Sisifo ha effettuato attività di monitoraggio e supervisione sulla regolare esecuzione dei servizi, provvedendo tramite visite ad elaborare atti di indirizzo e raccomandazione, al fine del costante miglioramento nell'esecuzione dei lavori.
In data 23 dicembre 2014, 29 gennaio e 5 agosto 2015 sono stati effettuati mirati controlli da una équipe multidisciplinare del consorzio Sisifo, in conformità alle disposizioni in materia di sicurezza sul posto di lavoro; da questi controlli si evince l'attuazione delle direttive impartite e la sostanziale conformità alla normativa. Senis Hospes è stata sottoposta a controlli predisposti dalla prefettura da parte delle autorità competenti in materia, che si sono conclusi con esito assolutamente positivo.
Alcuni aspetti relativi alla sicurezza sul posto di lavoro si intersecano inevitabilmente con le problematiche attinenti alla manutenzione straordinaria della struttura, non di competenza di questo ente gestore. Sin dall'atto di insediamento sono state effettuate specifiche segnalazioni alle autorità competenti in materia di carenze strutturali, sia con specifiche relazioni illustrative, sia tramite incontri vertenti sulla necessità di effettuare manutenzione straordinaria. A titolo esemplificativo, in data 6 novembre 2014 sono state trasmesse le relazioni tecniche riguardanti la verifica dei requisiti di sicurezza dell'impianto elettrico, con quattro tavole, relazione descrittiva e quadro economico degli interventi di manutenzione straordinaria ritenuti necessari per la funzionalità del centro. Le segnalazioni sono state continuamente effettuate per tutta la durata della gestione sino alla data odierna. L'ente gestore ha riscontro dell'intervento della prefettura in merito alle problematiche.
La necessità di effettuare una bonifica del centro è stata oggetto di molteplici richieste alle autorità competenti, che sono intervenute nel tempo. Dall'inizio della gestione e sino alla data odierna, sono state molteplici le segnalazioni alle autorità competenti da parte dell'ente gestore sulla presenza di cani randagi. Allo stesso modo, dall'inizio della gestione sino ad oggi ci sono state molteplici segnalazioni alle autorità competenti sulla necessità di acquistare nuovi arredi, reti e materassi, prontamente evase dalla prefettura. Infine, dall'inizio della gestione e sino alla data odierna sono state molteplici le segnalazioni alle autorità competenti sulla presenza, anche all'interno della struttura, di ospiti abusivi. Sono state molteplici le verifiche ispettive condotte da commissioni prefettizie con esito positivo.
Corre l'obbligo di segnalare che, lungo il corso della gestione, a fronte delle segnalazioni delle criticità all'UTG, abbiamo riscontrato un pronto intervento, per quanto di competenza della prefettura, con evidenti e complessivi miglioramenti nella gestione di una situazione certamente molto complessa e, in diverse circostanze e frangenti, critica ed emergenziale.
All'atto della presa in carico del servizio, l'11 marzo 2014, l'ente gestore ha provveduto ad effettuare l'assunzione di tutto il personale in servizio - sia dipendente, sia libero professionista - per un numero complessivo di operatori adeguato a quanto previsto dall'articolo 5 del capitolato. Le prescrizioni del citato articolo sono state giorno per giorno pedissequamente seguite nel tarare il numero di operatori in servizio, assumendo anche personale temporaneamente sospeso all'atto del cambio gestionale.
Le richieste della prefettura di adeguamento del personale - da ultimo, ci si riferisce all'emergenza numerica della primavera appena trascorsa - sono state regolarmente evase con riscontro positivo della prefettura, che in data 9 agosto 2016, nella nota trasmessa a Sisifo, testualmente dichiarava che, dopo attenti controlli «la rimodulazione risulta congrua e rispondente alle previsioni».
Plurime sono state le segnalazioni all'UTG per il pronto trasferimento delle donne e dei minori temporaneamente inseriti in struttura dalla prefettura. Si sottolinea che si è sempre operato per evitare situazioni di promiscuità. Si tenga presente che, a tal fine, è stata utilizzata anche parte dei locali in dotazione della commissione.
Non da ultimo Sisifo segnalava alla prefettura la necessità di diminuire considerevolmente il numero di ospiti presenti.
Infine, è presente un sistema informatizzato di controllo incrociato, di erogazione servizi in struttura (pocket money, servizi mensa, servizi medici e così via), oltre ad un programma di rilevazione presenze in ciascuna camera, tramite individuazione dei soggetti presenti in ogni locale.
Sono disponibile per ulteriori chiarimenti.

PRESIDENTE
La ringrazio, signor Galipò. Ovviamente alcune delle cose che lei ha detto necessiterebbero di essere sottolineate.

MONTAGNA
Buongiorno a tutti, sono l'ingegner Montagna e, in qualità di addetto al servizio di prevenzione e protezione della cooperativa sociale Senis Hospes, fin dalla fase iniziale di startup ho avuto l'incarico di seguire il rispetto degli adempimenti a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori della cooperativa.
Il signor Galipò ha ben riassunto quella che è la natura dell'ente gestore, incaricato di svolgere i servizi alla persona, che vanno dall'assistenza socio-psicologica all'assistenza sanitaria, alla mediazione culturale, ai servizi dell'area legale, con informatori legali.
Come diceva poc'anzi il signor Galipò, il numero dei lavoratori è in proporzione al numero degli ospiti; attualmente ci sono 125 lavoratori dediti ai servizi alle persone più altri 63 tra avvocati, medici ed infermieri professionali che svolgono i servizi nell'ambito degli oneri contrattuali.
Per quanto attiene ai profili di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro...

PRESIDENTE
Mi scusi, ingegner Montagna, le 125 persone attualmente impiegate sono tutte dipendenti della Senis Hospes?

MONTAGNA
Sì, sono tutte dipendenti della cooperativa sociale Senis Hospes.

CAROFIGLIO
Signora Presidente, se posso, quale direttore del CARA di Foggia per la cooperativa Senis Hospes, vorrei intervenire sul punto, precisando che attualmente sono state aumentate le ore di lavoro previste dal contratto: con l'aumento degli ospiti, le abbiamo portate da 24 a 30 ore settimanali. Nonostante questo, ai primi di agosto abbiamo assunto altre 14 unità per rispondere alle esigenze degli ospiti del CARA, perché siamo arrivati ad averne 1.468, vale a dire la capienza massima delle presenze.

PRESIDENTE
Perdonatemi, ma, visto che siamo in fase interlocutoria, vorrei fare chiarezza su un punto. Per ciascuno degli ospiti - come ci diceva poco fa il prefetto attualmente sono 1.305, ma abbiamo saputo che la capienza massima è 1.468 - la cooperativa riceve 22 euro pro die, come previsto da contratto fino a 700 presenze?

CAROFIGLIO
Sì. Sia per gli ospiti ordinari che per gli ospiti eccedenti, la quota pro capite pro die è sempre di 22,21 euro.
A tal proposito approfitto per sottolineare che, come previsto dal capitolato, noi regaliamo il 10 per cento in più, nel senso che c'è una franchigia per cui per 70 ospiti al giorno non c'è il rimborso dalla prefettura, pari ad un costo secco di 600.000 euro all'anno. Sono ospiti che comunque accedono regolarmente a tutti i servizi regolarmente (pocket money, assistenza).

PRESIDENTE
Le faccio una domanda che è un po' anche il senso del servizio giornalistico. Viene riferito che molti ospiti dormono per terra; al di là del fatto che abbiamo già letto quello che voi avete dichiarato in audizione, per cui in molti casi si tratta anche di scelte personali, ma, se ci fossero 1.468 ospiti, ci sono 1.468 posti per dormire?

CAROGIGLIO
Parliamo di una struttura progettata per 636 posti - abbiamo qui la planimetria, che possiamo poi lasciare alla Commissione se qualcuno ha interesse a capire come siamo organizzati - per cui abbiamo dovuto adeguare gli spazi alle presenze, spostando ad esempio degli armadietti, oppure, pur di rispondere alle esigenze, anziché lasciare mezzo metro di spazio per gli ospiti tra un letto e l'altro si sono lasciati 20 centimetri. Noi non siamo nelle condizioni contrattuali di poter dire alla prefettura e al Ministero che non possiamo accogliere gli ospiti, non è previsto per capitolato. Però, come ribadiva il signor Galipò, abbiamo avuto diversi incontri con Sua Eccellenza ed abbiamo notificato la necessità di sospendere gli arrivi, perché la struttura non consentiva di rispondere all'aumento delle richieste.

MONTAGNA
Al riguardo volevo precisare che l'ente gestore non è minimamente coinvolto nella decisione sul numero delle presenze: sono le autorità competenti che stabiliscono l'assegnazione in base alle emergenze, ai flussi e alle esigenze. In questo senso è importante anche chiarire che è a carico della prefettura l'onore di fornire i materassi piuttosto che le reti e tutto il necessario per rendere decorosa e dignitosa, come tutti vogliamo, la permanenza all'interno del centro. L'ente gestore, dunque, su questo non entra; segnala le esigenze di acquisto e la prefettura provvede a rispondere in base alle segnalazioni, ma il numero è definito dalle autorità.
La struttura nasceva originariamente per circa 635 posti, questo era l'obiettivo; siamo arrivati però ai numeri odierni.
Come abbiamo fatto? Ci siamo organizzati ridistribuendo gli spazi, tant'è che anche alcuni locali che in origine erano ad uso esclusivo della prefettura o della commissione territoriale - sto parlando di locali in muratura, non di strutture prefabbricate - sono stati ceduti, perché erano spazi poco utilizzati. Quindi, in qualche modo, si è fatto fronte alla situazione di emergenza.
Voglio ricordare che la struttura nasce con alcuni corpi di fabbrica in muratura, era un ex CIE, nato su una pista dell'Aeronautica di fatto mai utilizzata; abbiamo poi una serie di moduli a quadrifoglio prefabbricati, composti da stanze con un'area comune che si affaccia verso l'esterno. Abbiamo in totale 216 stanze, oltre a 13 blocchi assemblati di servizi igienici, dislocati all'interno del centro, in proporzione al numero delle persone.

CAROFIGLIO
Per quanto riguarda la distribuzione degli spazi durante l'emergenza, voglio precisare che, con l'arrivo degli eritrei e in particolare delle donne, siamo intervenuti per evitare la promiscuità con gli uomini collocando le donne nella parte anteriore, di ingresso. Attualmente abbiamo ancora otto donne eritree che aspettano di essere ricollocate e spostate in altre strutture, perché c'è tutta una procedura. Le donne, quindi, non hanno mai convissuto con gli uomini; erano sistematicamente spostate.

MONTAGNA
Se ritiene, signora Presidente, riprenderei il discorso sulla tutela della sicurezza.

PRESIDENTE
La ringrazio. La invito anche a dirci se è stato redatto il DUVRI.

MONTAGNA
C'è stata una fase di startup, con sopralluoghi congiunti, anche alla presenza di funzionari della prefettura per l'avvio del centro. Abbiamo poi regolarmente istituito il servizio prevenzione; si è dato atto del DUVRI, della sorveglianza sanitaria e di tutti gli adempimenti che discendono dal decreto legislativo n. 81. A conferma di quanto sto dicendo ci sono le risultanze delle ispezioni che sono state fatte presso il CARA: come tutte le aziende, siamo stati oggetto di controlli sia da parte delle ASL-Dipartimento di prevenzione (nello specifico lo SPESAL, che ha competenza come ufficiale di polizia giudiziaria in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), sia da parte dell'ispettorato del lavoro. Ricordo l'ispezione del 20 aprile 2015, partita a seguito della segnalazione di un incidente: si trattava in realtà di un infortunio in itinere occorso ad un lavoratore mentre tornava a casa. Il presidio ospedaliero lo ha segnalato alle autorità competenti, che hanno disposto questa ispezione. Ce ne è stata una successiva, sempre nel mese di aprile; l'ispettorato del lavoro è arrivato poi a novembre. Se volete, possiamo comunque depositare tutta la documentazione.
Naturalmente sono gli organi di vigilanza ad attestare il corretto adempimento degli obblighi in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Noi abbiamo consegnato il DUVRI, oltre a tutta la documentazione riguardante le attività di formazione, la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale, i giudizi di idoneità alle visite mediche curate dal medico del lavoro, nonché tutto ciò che normalmente gli organi di vigilanza richiedono. Abbiamo provveduto a garantire, tengo a dirlo, in particolare, la tutela durante il periodo della gravidanza delle lavoratrici madri impiegate all'interno del centro in varie mansioni (operatrici generiche addette alle pulizie o all'infermeria) e l'ispettorato del lavoro ha certificato il corretto adempimento della normativa anche in questo senso. In occasione dei controlli siamo dunque risultati in regola.

PRESIDENTE
Vi chiedo, ovviamente, di lasciarci copia di tutta la documentazione.

MONTAGNA
Assolutamente sì.

PRESIDENTE
Torno un attimo a quanto è emerso rispetto alla gestione del centro nell'articolo e nella denuncia del giornalista Gatti. Atteso che gli ospiti del CARA sono persone libere, vorremmo sapere da voi se eravate a conoscenza dell'uscita dei richiedenti asilo dal centro di notte, con le biciclette, per andare a lavorare nei campi vicini o antistanti. Vi è mai stato riferito, non già di pulmini che entrano nel CARA, come diceva prima il prefetto, ma di pulmini su cui c'è il famoso «caporale» italiano che, contattato dal «caporale» nigeriano, recluta persone ospitate all'interno del centro?
Come abbiamo letto, c'è una formalizzazione anche rispetto alla registrazione degli ospiti, però chiaramente, atteso che parliamo di persone libere, non si tratta di una formalizzazione di sostanza. Se infatti nella recinzione del centro ci sono varchi - è chiaro che i controlli non sono un compito della Senis Hospes, su questo siamo tutti d'accordo - e si sa, perché si sa, che gruppi di persone escono dal CARA alle 2 o alle 3 di notte, diventa importante capire. Quello che vi chiedo è se per la Senis Hospes, che ha la gestione del CARA, si tratta solo di una chiacchiera giornalistica o se vi sono arrivate segnalazioni in tal senso. Qualora vi siano arrivate segnalazioni, che cosa ha fatto la Senis Hospes nei confronti delle autorità competenti in materia di vigilanza?

BORIOLI
Signora Presidente, in questa audizione, così come nella precedente, abbiamo sentito sostanzialmente farci un elenco di elementi - che di per sé io non ho motivo di confutare - riferiti ad atti ispettivi, nonché tutta una serie di valutazioni che sembrerebbero dire che in realtà - mi scuso se uso una rappresentazione un po' forte - nel CARA di Foggia procede tutto secondo le regole. Tutto ciò determina una sensazione di straniamento per cui c'è bisogno di capire e in questo senso voglio rivolgerle un invito, signora Presidente, anche se sono convinto che non ce ne sia bisogno, perché so che questa è anche la sua intenzione rispetto all'attività che la Commissione deve ancora svolgere sul tema. In effetti, o l'articolo di Fabrizio Gatti è un cumulo di menzogne e fantasie, per cui bisogna fare una valutazione rispetto a delle esternazioni che non hanno né capo né coda, oppure c'è da interrogarsi sulla stessa efficacia dei meccanismi ispettivi. Per la verità non ho alcun motivo di dubitare che gli atti che ci vengono rappresentati corrispondano al vero, anche se dico sin d'ora che, quando sentiremo coloro che li hanno prodotti, sarà importante chiedere con quale sequenza, con quale frequenza e con quale cadenza gli atti ispettivi vengono svolti, perché si può fare anche un'ispezione una volta all'anno e farla andare com'è utile che vada. Tuttavia - lo dico francamente - o Gatti è totalmente impazzito oppure evidentemente il livello di rappresentazione formale della regolarità dell'esecuzione dei contratti derivanti dall'appalto non è sufficiente a restituire concretamente le reali condizioni della gestione del centro. Nel servizio di Gatti si parla di lenzuola che non esistono, mentre le poche che esistono sono fradice. Se è vero poi che non è compito di chi gestisce il CARA andare a vedere se chi esce dal centro va a fare caporalato, resta tuttavia il fatto di segnalare all'autorità pubblica quei fenomeni che chiunque abbia in gestione un campo deve vedere, come il fatto che, ad esempio - sempre che non siano tutte fantasie - dal centro partono le ragazzine nigeriane che vengono portate a prostituirsi subito fuori il CARA. Da questo punto di vista onestamente credo che qualche approfondimento vada fatto, perché altrimenti rischiamo di riassumere un quadro di rappresentazioni formali in cui sembra che tutto vada bene.
Senza mettere in discussione la buona fede di chi ci parla, vi è però uno iato enorme, che va colmato con un addendum di informazioni. A questo proposito devo dire, con il massimo rispetto, che neanche l'audizione precedente ha sciolto alcuni dei nodi posti dal servizio giornalistico.
Voglio concludere con una domanda che ha a che fare con la condizione dei lavoratori del CARA. Atteso che sappiamo tutti che il centro è sovraffollato rispetto a quella che è la sua capienza, vorrei capire se, con riferimento alla definizione contrattuale iniziale, le unità di organico impiegate nel centro sono cresciute in relazione all'aumento degli ospiti ed eventualmente in che misura. In effetti, dal momento che la situazione è già difficile per definizione, occorre che le unità operative impiegate all'interno del CARA siano cresciute proporzionalmente all'aumento del numero degli ospiti. Vorrei conoscere, inoltre, quali sono le concrete condizioni contrattuali di questi lavoratori e, in particolare, quanto prendono per fare quel lavoro pesantissimo.
Infine, vorrei sapere se avete mai riscontrato delle inadempienze da parte del personale impiegato nel centro: non lo dico per fare il poliziotto, ma chi gestisce l'appalto ha sia la responsabilità di tutelare e garantire le condizioni di chi lavora, sia eventualmente quella di intervenire nei confronti di chi non svolga la propria attività secondo i propri obblighi contrattuali. Sono elementi importanti per capire, perché altrimenti il quadro non torna e allora lavorano tutti bene, il personale è sufficiente, le corresponsioni stipendiali sono coerenti con quello che si deve prendere, per cui tutto funziona bene.

BAROZZINO
Signora Presidente, ringrazio innanzitutto i nostri ospiti per la loro presenza perché credo che il confronto sia sempre utile, anche per fare chiarezza sulle cose che non si riescono a capire.
Ci sono in particolare due aspetti che vorrei evidenziare e sui quali mi interesserebbe avere una risposta. Quando voi fate riferimento al decreto legislativo n. 81, parlate anche degli ospiti che escono dal centro e che sono poi anche lavoratori?

MONTAGNA
No, assolutamente.

BAROZZINO
Non parlate degli ospiti, quindi, ma dei 121 lavoratori della Senis Hospes. È chiarissimo, mi avete risposto e non ho da chiedere altro. Dunque i 22 euro sono per altro.

PAGLINI
Signora Presidente, sarò telegrafica anch'io, perché poi purtroppo siamo impegnati in un'altra Commissione e non possiamo dilungarci più di tanto.
Mi è caduto l'occhio sui servizi che voi erogate. Quando ho letto che fra questi c'è anche l'assistenza psicologica, mi sono chiesta sinceramente se le persone che se ne occupano abbiano mai segnalato anomalie nella psiche, sia degli ospiti che degli stessi lavoratori del centro, nel caso in cui si occupino anche di questi.
Mi ha colpito poi il discorso della scheda elettronica che viene data all'ospite, con la quale giornalmente sono erogati 3,50 euro.

CAROFIGLIO
Sono 2,50 euro.

PAGLINI
Vorrei capire se questa somma è compresa nella cifra pattuita nel vostro contratto oppure se è un extra, che poi viene speso all'interno del centro o in supermercati convenzionati della zona: vi chiedo di aiutarci a capire un po' di più anche di questa gestione, perché non ci è molto chiara.
Mi associo poi a quanto è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, soprattutto dal senatore Borioli: e mi chiedo se sia possibile che, nonostante ci sia un perfetto rispetto delle procedure e delle regole - stando a quello che abbiamo ascoltato - si possano poi verificare situazioni di gestione disumana nel CARA di Foggia come quelle che abbiamo potuto vedere non soltanto nel servizio di Gatti, ma anche in altre immagini rubate che stanno girando in rete.

PRESIDENTE
Lascio ora la parola ai nostri ospiti per le risposte, invitandoli davvero ad essere brevi, perché i tempi a disposizione sono davvero ridotti. Vi chiediamo di inviarci comunque le risposte per iscritto, magari unitamente ai documenti di riferimento.
Riprendo solo un attimo quanto è stato detto dal senatore Borioli per sottolineare che si tratta veramente di una situazione surreale: da una parte, infatti, c'è la rappresentazione di una realtà e, dall'altra, c'è la rappresentazione di una realtà diversa. Sarà ovviamente compito della Commissione andare a verificare nelle prossime settimane.

MONTAGNA
Nel rispondere al senatore Borioli devo fare innanzi tutto una precisazione. I servizi vengono erogati all'interno del CARA istituzionale, quello al quale si riferisce la planimetria che ho portato, vale a dire nella struttura delimitata da recinzione, più o meno in regola. Accanto a questa struttura vivono però altre persone irregolari. Per rispondere dunque alla giusta osservazione del senatore Borioli, che si chiedeva se il giornalista sia impazzito o meno, c'è da dire che molte delle foto pubblicate e delle situazioni raccontate nel servizio giornalistico non sono riferibili al centro; riguardano piuttosto la struttura che è dieci metri dal centro. Ci teniamo a precisare questo, perché noi rispondiamo delle attività all'interno del centro istituzionale. Accanto al centro istituzionale vivono gli irregolari - nel nostro gergo parliamo di abusivi - che non hanno diritto ai servizi.
Alcune delle foto apparse sui giornali sono false, non sono state scattate all'interno del CARA di Borgo Mezzanone; sono state fatte in aree all'esterno del centro - ci sono foto che ritraggono un accumulo di bottiglie piuttosto che un'auto rubata - dove noi non entriamo, perché non è di nostra competenza.
Qualcuno ha chiesto poi dei servizi: se è vero che il giornalista, come sostiene, ha vissuto all'interno del CARA, non ha mai potuto usufruire dei servizi della cooperativa, perché a tutti i servizi si ha accesso previa identificazione. Abbiamo monitor da 30 pollici ed ogni ospite è dotato di una tessera corredata da foto: un software riconosce immediatamente tramite un codice a barre identificativo la foto dell'ospite, consentendo l'accesso a qualsiasi servizio, dall'accesso al magazzino per il kit di igiene personale (vestiario, pantofole e quant'altro), all'accesso alla mensa o all'ambulatorio. Ad ogni servizio si accede tramite identificazione, per cui, se ci sono ospiti abusivi all'interno del centro, questi non potranno mai usufruire dei servizi, perché c'è un'identificazione puntuale. Come raccontava poco fa il direttore in attesa dell'inizio dell'audizione, ci sono stati alcuni episodi in cui qualcuno ha provato a passarsi il tesserino, ma è stato riferito prontamente agli organi di polizia o comunque alla prefettura.
Si è poi detto, giustamente: è mai possibile che i furgoni del caporalato vanno e vengono? Ci sono o non ci sono? Ricordo a tutti voi che Borgo Mezzanone, una frazione del Comune di Cerignola - tutti potete andare a vedere su Google dov'è - si trova nel cuore della campagna foggiana, con attorno ettari ed ettari di terra. Dopodiché, proprio perché, come dicevamo, non è un centro di detenzione e la gente è libera, la mattina gli ospiti escono dal campo e noi non abbiamo né l'onere, né il tempo di seguirli per capire dove vanno e soprattutto se, una volta raggiunto Borgo Mezzanone, che dista un chilometro a piedi, vengono caricati su un furgone o altro.

PRESIDENTE
Mi scusi, è vero che gli ospiti sono liberi, ma - inteso che possono allontanarsi per 72 ore al massimo - sono però obbligati a rientrare nel centro dalle 20 della sera alle 8 del mattino seguente.

CAROFIGLIO
Con la recinzione che però è un po' carente, se non entrano dal cancello principale, entrano dalla parte posteriore e qui diventa un tutt'uno.

PRESIDENTE
Ci siamo risposti insieme; la mia era una palese provocazione.

MONTAGNA
Queste persone sono libere di entrare e di uscire dal centro che, come ho detto, è circondato dalla campagna.
Per quanto riguarda il fenomeno del caporalato, è stato chiesto se ci sono state segnalazioni da parte dell'ente gestore. Nel centro non c'è solo l'ente gestore; premesso che, come dicevo, non possiamo seguire gli ospiti per chilometri fino a che non arrivano sulla strada provinciale, nel centro ci sono le forze di polizia. L'unico cancello carrabile del centro è presidiato per 24 ore a turno da Guardia di finanza, Polizia, Carabinieri ed Esercito. Ci sono le forze di polizia che, se ritengono, possono fare le segnalazioni, ma posso garantirvi - ve lo potrà confermare meglio il direttore, che più di me è presente nel centro per la sua attività di lavoro - che il furgone non va certo davanti al cancello a caricare le persone.

PRESIDENTE
È vero che ci sono le forze di polizia e che probabilmente non è un compito della Senis Hospes, ma vi risulta o no che ci sono ospiti del CARA che escono alle 2 o alle 3 di notte con le biciclette? Questa è la domanda. Uno può anche dire: «Non sono io il soggetto responsabile. Mi risulta, ma, non essendo obbligato, me ne sto zitto e continuo a fare il mio lavoro», e questo è un atteggiamento, comprensibile e legittimo. Dall'altra parte, uno può dire invece che non gli risulta affatto, ma allora ha ragione il senatore Borioli: c'è una situazione idilliaca, in cui tutto funziona, c'è qualche buco nella rete, però fondamentalmente non c'è nulla. Sono due cose completamente diverse. La nostra non è un'accusa alla Senis Hospes, visto che tutto questo non rientra tra i suoi obblighi contrattuali. La società deve fare bene il suo mestiere, al prezzo pattuito; d'accordo. Ma vi risulta o no che accadono certe cose? Questo è il punto.
Poi ci sono gli organi di polizia. È chiaro che nessuno chiede ai dipendenti della Senis Hospes di seguire, magari di corsa o in bicicletta, gli ospiti che escono dal centro per capire se salgono sul furgoncino o vanno via in bicicletta, però sapere che succedono certe cose e non dirlo perché non lo si vuol dire o perché si ritiene di non essere obbligati in tal senso o non saperlo per niente, sono due cose completamente diverse.

BORIOLI
Signora Presidente, mi consenta di aggiungere una considerazione. Io vengo da una città dove vi è storicamente una larghissima diffusione di economia sommersa. Io non faccio parte della Guardia di finanza, però in quella comunità è risaputo che questo fenomeno è largamente incidente. Riprendendo dunque quello che diceva la Presidente, il CARA di Foggia si trova in un'area del territorio italiano notoriamente afflitta ed attraversata da fenomeni che hanno a che fare con il caporalato. Di certo non tocca a voi ispezionare la situazione, ma è presumibile che mettere insieme 1.400 persone disperate nello stesso posto, contiguo ad un'area in cui è molto diffuso il caporalato, significa mettere la benzina vicino al fuoco. Vi domando, quindi, come ha fatto anche la nostra Presidente, se avete mai notato flussi o movimenti meritevoli di essere segnalati. Poi ovviamente chiederemo anche alle forze preposte ad indagare per capire se a loro risulta o meno, perché è veramente strano: non stiamo parlando di un centro collocato in Valle d'Aosta, poi magari anche lì sono devastati dal caporalato o dalla prostituzione delle ragazzine nigeriane.
Questo dunque è il tema.

CAROFIGLIO
Durante lo svolgimento della nostra attività giornaliera e durante le verifiche notturne - abbiamo alcuni operatori che presidiano di notte, a seconda della capienza degli ospiti - sinceramente non ci siamo mai accorti di questo grande fenomeno notturno di cui parla il giornalista, ed è capitato spesso che anch'io fossi presente quando ci sono stati gli sbarchi.
Proprio con riferimento all'articolo del giornalista, signora Presidente, approfitto di questa occasione per dire che non condivido alcune affermazioni in esso contenute e tengo a fare alcune precisazioni. Il giornalista parla di un ospite morente dopo essere stato aggredito al campo abusivo, dove gli sarebbe stato lanciato gasolio negli occhi e sarebbe stato bastonato: è totalmente falso. Innanzi tutto non corrisponde la data, perché l'episodio è accaduto ad aprile; il giornalista dice di essere stato nel centro ad agosto. Pur non essendo obbligati, siamo intervenuti, su segnalazione del personale e di alcuni ospiti, recandoci nel campo abusivo, con la campagnola dell'Esercito: quella notte era di turno il nostro anestesista e rianimatore, che ha intubato l'ospite, lo ha stabilizzato per un'ora, lo ha rianimato in ambulatorio, da dove lo abbiamo portato in ospedale. Poi presenteremo tutti gli atti e procederemo su questo punto, perché non abbiamo da nascondere niente e comunque, qualora ci venga chiesta assistenza per questi ospiti, noi la facciamo.

PRESIDENTE
Volevo fare una puntualizzazione per essere davvero molto franchi, in modo tale che ciascuno possa fare bene il lavoro cui è chiamato. Voglio ricordare che questa è una Commissione d'inchiesta, che ha gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, per cui quando un audito che vive nel centro e lo dirige mi dice che, né di giorno né di notte, ha mai visto o ha mai ricevuto segnalazione di certi fenomeni, io devo prendere per buona quella dichiarazione, che non è suscettibile di interpretazione. Spero che sia chiaro.

GALIPÒ
Volevo fare un'integrazione sul discorso dei controlli e sul perché tutte le ispezioni hanno dato esito positivo. Sicuramente non spetta a me stabilire che tipo di controllo è stato fatto, però io posso fare una considerazione per quello che è il nostro lavoro.
Come Sisifo controlliamo il rigoroso rispetto del contratto da parte della Senis Hospes. Durante la nostra attività ci siamo accorti che, nonostante Senis Hospes rispetti rigorosamente il contratto delle cooperative sociali per i dipendenti, alcune qualifiche attribuite al personale non erano rispondenti alle mansioni svolte. Abbiamo inviato una lettera alla Senis Hospes, invitandola a giustificare, ad integrare e a rimborsare ai lavoratori gli importi corrispondenti alle qualifiche esistenti. La Senis Hospes ha provveduto. Per quel periodo abbiamo bloccato delle somme e c'è comunque la relazione del consulente del lavoro di Sisifo che attesta che i lavoratori di Senis Hospes sono stati regolarmente retribuiti per il cambio di qualifica, e ho qui la documentazione.
Con questo voglio dire che noi facciamo un lavoro interno nostro, preventivo, in modo tale che non si arrivi poi all'ispettorato del lavoro e alla prefettura. Per questo molto probabilmente i risultati delle ispezioni sono stati quelli di cui si è detto, perché noi facciamo a monte tutto un lavoro.

MONTAGNA
Il senatore Barozzino parlava prima di ospiti lavoratori: volevo chiarire che non c'è questa commistione. Gli adempimenti sono a tutela dei nostri lavoratori e dei terzi per le misure generali, ma non abbiamo gente che lavora per conto nostro, ci mancherebbe altro. Anzi - ci tengo a dirlo - noi abbiamo i nostri informatori legali che illustrano il diritto all'immigrazione nei colloqui individuali. I nostri avvocati ricevono gli ospiti uno ad uno; tra i loro compiti per istruire i fascicoli c'è anche quello di illustrare la possibilità di trovare un lavoro legale per avere il rinnovo del permesso di soggiorno. In merito alla famosa questione del caporalato, i nostri legali fanno anche questo all'interno del centro.

PRESIDENTE
Ringrazio i nostri ospiti per il contributo dato ai nostri lavori e dichiaro concluse le audizioni odierne.


Fonte: Senato della Repubblica