Ministero dell’Interno
Circolare 11 settembre 1950, n. 82
Norme di sicurezza per i depositi e locali di vendita del clorito di sodio (NaClO2).

 

In vista della prossima introduzione sul mercato italiano del clorito di sodio, si reputa necessario fornire ragguagli sulla fabbricazione, proprietà, usi del clorito di sodio e dettare norme sulle precauzioni da prendersi per il suo deposito ed impiego.
Il clorito di sodio (Na Cl O2) è il sale sodico dell'acido clorosi; esso si ottiene partendo da un clorato alcalino o alcalino terroso che per il trattamento con acido cloridrico dà origine a biossido di cloro: dal biossido di cloro per reazione in appropriate condizioni con soda caustica, si ottiene il clorito di sodio sotto forma di una polvere bianca contenente circa l'80 % di prodotto puro.
Il clorito di sodio è usato prevalentemente come un nuovo prodotto d'imbianchimento per le fibre tessili, in sostituzione degli ipocloriti, alcalini e di altri prodotti, sui quali presenterebbe molti vantaggi.
Reagisce con una certa facilità con le materie organiche in genere, compresa la gomma e i solventi clorurati, e con lo zolfo, ed è decomposto dal calore: teme l'umidità e la luce. Per contro è solubilissimo in acqua ed in caso d'incidenti o dispersioni è sufficiente lavare a grande acqua per eliminare ogni pericolo.
Per quanto riguarda le fabbriche del clorito di sodio, dovendo nella produzione passare attraverso ai prodotti intermediari cloro e biossido di cloro, tossico il primo e facilmente decomponibile il secondo con produzione di cloro, è evidente che per esse, in mancanza di una regolamentazione nazionale, dovranno osservarsi le norme determinate dai regolamenti locali, come è disposto dall'art. 64 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza.
Per quanto riguarda invece i depositi ed i locali di vendita, tenuto conto delle proprietà del clorito di sodio (nonché della sua facile solubilità in acqua), non sembra che esso si debba classificare fra le materie suscettibili di scoppio o d'incendio, ma che esso sia piuttosto da considerare come un comburente allo stato solido: al riguardo si fa presente che nel campo dei trasporti ferroviari internazionali il clorito di sodio è stato recentemente ammesso al trasporto ed elencato appunto fra le materie comburenti.
Per opportuna norma e per i provvedimenti di competenza, si rende noto che per la conservazione e la manipolazione del clorito di sodio dovranno essere adottate nei depositi e nei locali di vendita le seguenti norme cautelative:
1. Il clorito di sodio dovrà essere contenuto in adatti recipienti metallici (fusti o scatole che dovranno essere sempre accuratamente chiusi e conservati in locali asciutti lontani da ogni sorgente di calore che possa sorpassare i 100°C). Perciò nei locali di deposito e di conservazione non dovranno usarsi altre forme di riscaldamento che il termosifone ad acqua: qualora si trattasse di termosifone a vapore le tubature ed i radiatori dovranno essere opportunamente schermati oppure dovrà in altro modo essere impedito che si depositino fusti di clorito di sodio così vicino ad essi da essere soggetti all'azione di una temperatura superiore ai 100 °C.
2. I pavimenti dei locali dovranno essere di pietra, cemento, piastrelle od altro materiale inerte, restando esclusi i pavimenti di legno e quelli rivestiti di gomma, linoleum od altro materiale di natura organica.
3. Nei depositi di fabbrica e nei grandi depositi per la vendita all’ingrosso, non dovrà depositarsi con il clorito di sodio altro materiale; nelle piccole rivendite i recipienti contenenti clorito sodico dovranno tenersi isolati da ogni altra materia organica, compresi gli olii in genere (vegetali e minerali) e dallo zolfo.
4. In tutti i depositi, compresi quelli delle piccole rivendite, dovranno essere predisposti degli idranti o delle prese di acqua da installarsi per quantità, potenzialità ed ubicazione in base a direttive da richiedersi al competente Comando dei Vigili del Fuoco.
Dovrà poi, su ogni fusto, applicarsi un cartellino portante le istruzioni da osservarsi da parte di personale che maneggia il clorito di sodio ed i recipienti che lo contengono.
5. Non usare guanti di gomma nelle manipolazioni del clorito di sodio.
6. Evitare accuratamente che il clorito di sodio venga a contatto con gli abiti di chi lo manipola; qualora ciò avvenisse lavare subito a grande acqua gli abiti stessi terminando con un risciacquo con soluzione diluita di iposolfito di sodio.
7. In caso di dispersione del clorito di sodio, non recuperare il prodotto ma lavare subito a grande acqua sino ad asportazione dell'intera quantità versatasi.
Le predette norme, unitamente a quelle altre che la Ditta produttrice ritenesse utile dare ai rivenditori e consumatori di clorito sodico, dovranno essere contenute in un foglio od opuscolo illustrativo che dovrà accompagnare ogni partita venduta dalla stessa Ditta produttrice o rivendita dai depositi all'ingrosso.
Le nome di cui ai punti 5), 6) e 7) della presente circolare dovranno essere stampate, inoltre, su un foglietto da incollare su ogni fusto.