SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA
Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna


Dipartimento di Sanità Pubblica
Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro
(Cesena-Forlì-Ravenna-Rimini)

PIANO DI LAVORO 2017*

 

PREMESSA
Le funzioni di prevenzione e vigilanza negli ambienti di lavoro sono state attribuite alle (attuali) Aziende USL con Legge 833/78 che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale e confermate nel DLgs 502/92 “riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della Legge 23 Ottobre 1992, n. 421” e nel DLgs 81/08, che recita:
all’art. 10: - Informazione e assistenza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro -
“1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tramite le AA.SS.LL. del SSN, il Ministero dell'interno tramite le strutture del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (ISPESL), il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico per il settore estrattivo, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), l'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA), gli organismi paritetici e gli enti di patronato svolgono, anche mediante convenzioni, attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione, promozione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, in particolare nei confronti delle imprese artigiane, delle imprese agricole e delle piccole e medie imprese e delle rispettive associazioni dei datori di lavoro.”
All’art. 13: - Vigilanza
La vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro è svolta dall’Unità Sanitaria Locale e, per quanto di specifica competenza, dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nonché, per il settore minerario, dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, e per le industrie estrattive di seconda categoria e le acque minerali e termali dalle Regione e Province Autonome di Trento e di Bolzano. (...) "
Nell’ambito territoriale dell’AUSL della Romagna tali funzioni di prevenzione sono attribuite al Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP) e svolte dalle Unità Operative Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (U.O.PSAL) di Forlì per il comprensorio forlivese, di Cesena per il comprensorio cesenate, di Ravenna nel territorio della Provincia di Ravenna e di Rimini nel territorio della Provincia di Rimini

ATTIVITÀ DELL’U.O.PSAL: CRITERI DI PROGRAMMAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI CONTROLLO E MODALITÀ DI INTERVENTO
Il Piano di interventi che le Unità Operative di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (PSAL) si sono prefissate di realizzare nel corso del 2017 consta di obiettivi ed azioni rivolte sia al controllo delle imprese del territorio, vigilando sul rispetto delle specifiche norme in materia, sia all’informazione ed assistenza su temi di carattere generale e specifico inerenti la valutazione dei rischi, l’adozione di soluzioni preventive, la formazione dei lavoratori e altri ancora.
Per quanto attiene alle azioni di vigilanza, le U.O. PSAL, in linea con gli obiettivi indicati dalla Regione e con l’obiettivo AUSL Romagna di mantenere il livello di vigilanza e controllo al consolidato 2016, ha programmato di controllare oltre 4700 imprese del territorio, appartenenti ai diversi comparti produttivi presenti.
In particolare, nel settore delle costruzioni, attività molto diffusa nel territorio, il programma prevede di ispezionare oltre 1100 cantieri, pari a circa il 15% dei cantieri per i quali è pervenuta alle 4 UOPSALL complessivamente, nel 2016, notifica preliminare, come indicato dal Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018. Nonostante il rilevante calo dell’indice infortunistico di frequenza verificatosi nell’ultimo decennio, il settore rimane ad elevato rischio di infortuni, anche gravi e mortali e occorre quindi insistere nella vigilanza dei fattori di pericolosità (in particolare caduta dall’alto, seppellimento, sprofondamento, folgorazione) che ne sono alla base.
Di seguito vengono riportati i principali criteri per la programmazione dei controlli, coerentemente con quanto indicato dai documenti di indirizzo regionali in materia di vigilanza e controllo.
La selezione/programmazione delle imprese in cui effettuare controlli è solo in minima parte condizionata dalle dimensioni delle stesse, visto che l’esperienza sul campo evidenzia che nelle unità produttive rilevanti, pur essendo in generale più organizzato il sistema della prevenzione, non sempre a ciò corrisponde una minore presenza di fattori di rischio, anche in virtù della frequente maggiore complessità della lavorazione e dei rapporti con ditte in appalto, a volte numerose nello stesso luogo di lavoro.
Più determinante nella scelta delle aziende da ispezionare è l’appartenenza ad un settore produttivo che si distingua per la maggiore pericolosità in rapporto al possibile accadimento di infortuni o al manifestarsi di malattie professionali o che (in virtù di tali motivi) viene indicato come settore prioritario di intervento da parte di documenti di indirizzo nazionali o regionali.
In continuità con quanto indicato dal Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018, le U.O.PSAL intervengono prioritariamente nei seguenti settori/fattori di rischio: agricoltura, edilizia, aziende con rischio cancerogeno, aziende con rischio di malattie muscolo scheletriche, monitoraggio e prevenzione sul rischio stress lavoro correlato.
Inoltre, seguendo altre indicazioni regionali presenti nel PRP 2014-2018, i Servizi operano in modo particolare anche verso le istituzioni scolastiche, utilizzando prioritariamente lo strumento dell’assistenza; allo stesso tempo si proseguirà con alcuni interventi di prevenzione degli incidenti stradali in occasione di lavoro.
Oltre ad interventi mirati a questi comparti/fattori di rischio indicati dalla Regione, le U.O.PSAL interverranno in altri comparti o su fattori di rischio selezionati a livello dei diversi territori sulla base di valutazioni di natura epidemiologica finalizzata al monitoraggio dell’indice infortunistico e della frequenza di malattie correlate al lavoro nel territorio. Il documento statistico-epidemiologico di riferimento è il Rapporto annuale OREIL, elaborato dall’Azienda USL di Reggio Emilia su mandato della Regione.
Grande attenzione e utilizzo di risorse viene riservata al rischio amianto, considerata la notevole diffusione di attività produttive nella cui strutture questo minerale era ed è presente in quantità variabili e lo spiccato livello di percezione del rischio tra la popolazione.

Coordinamento con altre Pubbliche Amministrazioni
Nell’ambito della cosiddetta Sezione Permanente, Organismo Provinciale di scambio di informazioni e programmazione di attività congiunte tra gli Enti della Pubblica Amministrazione aventi compiti di prevenzione e controllo (istituito ai sensi del DPCM 17/12/2007), vengono annualmente definiti programmi di collaborazione per interventi coordinati o congiunti nei comparti di maggiore interesse, con lo scopo di aumentare l’efficacia delle azioni di vigilanza e controllo, mediante lo scambio di informazioni e interventi svolti congiuntamente da personale di più Enti. Questo avviene principalmente nel settore edile, nel quale è attualmente condivisa tra UOPSAL e Ispettorato Territoriale del Lavoro la piattaforma regionale SICO, che permette una condivisione immediata delle attività di controllo svolte dai due Enti.
Interventi coordinati e congiunti non vengono effettuati solo in edilizia ma anche in altri comparti produttivi e i criteri adottati, in genere, si basano sulla necessità di disporre della contemporanea presenza delle competenze di più Enti.

Tipologie dei controlli
Gli interventi di vigilanza e controllo non hanno tutti la medesima finalità e modalità di conduzione in termini di risultati da raggiungere in ogni specifica situazione affrontata. Fondamentalmente si possono individuare 3 casi, mutuati dalla Delibera Regionale 200/2013:
A. Controllo su aspetti di prevenzione specifici e determinati: questo può essere il caso dei controlli in imprese finalizzati ad affrontare un fattore di rischio specifico, come ad esempio quello da sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale o dell’arto superiore o a sanare determinate specifiche carenze di sicurezza riportate in segnalazioni di lavoratori, cittadini, ecc. (ad esempio l’assenza di un parapetto in un cantiere).
B. Controllo su un insieme di più tipi di problematiche, ad esempio problematiche inerenti la sicurezza delle macchine o delle operazioni lavorative in un certo ramo di attività dell’azienda associate alla verifica di aspetti organizzativi, come la consultazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, primo soccorso, antincendio, ecc..
C. Controllo di “sistema”: vengono controllate anche singole carenze ma si verifica soprattutto che l’azienda abbia adottato un sistema di prevenzione interno (organizzazione, procedure, compiti e responsabilità) che consenta un’adeguata valutazione dei rischi e l’adozione delle relative soluzioni. Questo ultimo tipo di controllo può essere limitato a parti dell’azienda o dell’organizzazione (C1) oppure essere esteso all’intero sistema produttivo aziendale (C2).
Le diverse tipologie di interventi, riportate in progetti del piano di lavoro, possono subire modificazioni in rapporto ad evidenze o necessità contingenti. Infatti occorre notare che spesso, per le strette connessioni che vi sono tra eliminazione di una o più carenze e non corretta valutazione dei rischi, anche negli interventi mirati a sanare una problematica specifica, è necessario procedere ad una qualche forma di verifica di “sistema”, al fine di garantire maggiormente (in virtù di una “buona” valutazione) la durata nel tempo di misure di prevenzione adottate.
L’attività di controllo viene condotta con l’ausilio di check list appositamente predisposte da specifici gruppi tecnici regionali, in particolare per quanto riguarda i progetti (in gran parte ricompresi nella programmazione regionale): agricoltura, edilizia, rischio cancerogeno, biomeccanico, stress lavoro correlato.
Nella convinzione che la vigilanza non sia l’unico strumento per ottenere risultati in termini di salute, le U.O. PSAL portano avanti anche azioni e interventi di assistenza e promozione della sicurezza e salute rivolte ad aziende e soggetti della prevenzione, come parte integrante di ogni progetto di prevenzione, o sotto forma di progetti specifici
Anche in linea con le indicazioni del PRP 2014-2018, si prevede di proseguire in tale attività, mantenendo anche l’attenzione su percorsi formativi nelle scuole, nelle quali il Piano Regionale della Prevenzione richiede di dedicare maggiori risorse.

Attività di indagine per infortuni sul lavoro e malattie professionali
Un cenno a parte merita l’attività di indagine per infortuni sul lavoro e malattie professionali svolta dalle U.O.PSAL. Tali indagini sono svolte o su delega delle Procure della Repubblica, o di iniziativa a partire da un intervento sul luogo di lavoro nell’immediatezza di un infortunio o sulla base di criteri prefissati nel caso delle malattie professionali, quali, soprattutto, tenendo anche conto delle indicazioni della Circolare Regionale n. 10/2014:
• malattie per le quali la frazione eziologica professionale, sulla base delle evidenze epidemiologiche, è rilevante (come ad esempio mesoteliomi, pneumoconiosi, tumori naso sinusali)
• altri tumori
• malattie muscoloscheletriche in determinate situazioni di rischio;
• aggregati di casi di malattie correlabili al lavoro all’interno di singole imprese.
Le azioni di prevenzione, vigilanza e controllo, programmate dalle U.O.PSAL della Romagna per il 2017, vengono raggruppate in 25 progetti comuni, illustrati in altrettante schede. Tra queste, quelle numerate con 1.x fanno riferimento a specifici progetti del Piano Regionale della Prevenzione (PRP) e del rispettivo Piano Locale Attuativo; le schede numerate 2.x comprendono progetti comuni non derivanti direttamente dal PRP.
Infine sono aggiunte alcune schede 3.x riferite a progetti peculiari di uno o più U.O.PSAL, nati anni addietro anche in collaborazione con le parti sociali, e sviluppatisi con risultati positivi.

Nota alla lettura del Piano di lavoro 2017:
Nella descrizione delle risorse professionali impegnate nei diversi progetti del Piano di Lavoro, la definizione del numero di ore dedicate ad un singolo progetto esprime il tempo effettivamente impiegato in quel progetto a prescindere dal fatto che alcune delle sue azioni possano essere ricomprese in altro progetto di prevenzione ad esso collegato (ad esempio ispezioni per il rischio muscolo scheletrico - progetto 1.5 ma effettuate in parte nell’ambito del progetto edilizia - 1.2). Tale scelta mira evidentemente a privilegiare una lettura orientata alla evidenziazione della corrispondenza tra complessità del progetto e risorse necessarie dedicate
.

 

INDICE PROGETTI

1.1 Promozione della salute nei luoghi di lavoro
1.2 Prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in edilizia
1.3 Tutela della salute e della sicurezza in agricoltura e silvicoltura
1.4 Emersione e prevenzione malattie muscolo scheletriche
1.5 Monitoraggio e contenimento del rischio chimico/cancerogeno di origine professionale
1.6 Prevenzione del rischio stress lavoro correlato e promozione del miglioramento del benessere organizzativo e della responsabilità sociale d’impresa
1.7 Prevenzione degli infortuni stradali in orario di lavoro
1.8 Ridurre le esposizioni ad amianto dei cittadini e dei lavoratori: Piano Amianto della Regione Emilia Romagna
1.9 Verso un lavoro più sicuro in Costruzioni e Agricoltura. La Scuola come promotrice di salute e di sicurezza
2.1 Inchieste per infortunio sul lavoro
2.2 Inchieste su casi di malattie professionali
2.3 Interventi su domanda o segnalazione
2.4 Gestione collegio medico per l’esame dei ricorsi avverso il giudizio del medico competente
2.5 Vigilanza e controllo su allestimenti temporanei (Palchi e Fiere)
2.6 Attività di informazione - formazione - assistenza nei confronti del mondo del lavoro
2.7 Partecipazione a commissioni e collegi medici
2.8 Vigilanza/assistenza unità navali e porti
2.9 Sorveglianza sanitaria ad ex esposti a CVM
2.10 Sorveglianza sanitaria ad ex esposti ad amianto
2.11 Campagna di monitoraggio sulle condizioni sanitarie dei carabinieri che hanno operato nei territori della Bosnia Herzegovina e del Kosovo
2.12 Espressione pareri per nuovi insediamenti produttivi e per l’uso in deroga di luoghi di lavoro
2.13 Implementazione dei modelli nazionali per l’analisi degli infortuni gravi e mortali (INFOR.MO) e delle malattie professionali (MAL PROF)
2.14 Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in comparti/rischi di rilevanza locale
2.15 Vigilanza sull’effettuazione degli accertamenti sanitari preventivi e periodici per i lavoratori
2.16 Prevenzione dei rischi connessi al sistema degli appalti
3.1 Promozione della cultura della sicurezza nelle Piccole e Medie Imprese (PMI) - UOPSAL Forlì


Fonte: auslromagna.it

* A CURA DI:

FRANCO CACCHI RESPONSABILE UO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DI CESENA
LORIS FABBRI DIRETTORE UO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DI RIMINI
GIANPIERO MANCINI DIRETTORE UO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DI RAVENNA
LAMBERTO VENERI DIRETTORE UO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DI FORLÌ