Tipologia: Protocollo
Data firma: 16 aprile 2020
Parti: Confindustria Marmomacchine, Anepla e Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil
Settori: Edilizia, Lapidei
Fonte: filcacisl.it


Protocollo Nazionale per l'adozione nei luoghi di lavoro delle imprese del settore Lapideo Industria di misure preventive anti-contagio idonee a garantire la ripresa in sicurezza dell'attività produttiva

Il giorno giovedì 16 aprile 2020, in rappresentanza dei lavoratori e delle aziende del settore industriale dell'escavazione e lavorazione Marmo, Pietre Ornamentali, Lapidei e Affini. sono incontrate in modalità telematica Confindustria Marmomacchine, Anepla e Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, per stabilire orientamenti comuni in merito alle misure da adottare negli ambienti di lavoro, nella prospettiva di coniugare la ripresa delle attività produttive, (determinata nelle modalità, tempi e condizioni dal Governo), con la fondamentale necessità di garantire ai lavoratori adeguati livelli di protezione, sicurezza e serenità lavorativa.

Premesso che
• Gli scambi internazionali restano la struttura portante dell'economia lapidea mondiale con un ruolo nettamente superiore a quello dei prodotti concorrenti. Esportazioni ed importazioni generano un giro d'affari di oltre 20 miliardi di euro a livello globale con una produzione complessiva pari a 1,7 miliardi di metri quadri equivalenti. Uno scenario in cui il settore marmifero italiano registra un valore della produzione di circa 2,6 miliardi di euro, un export di oltre 1,8 miliardi di euro e soprattutto un saldo commerciale attivo annuale di 1,5 miliardi di euro. L'industria marmifera italiana conta complessivamente circa 3.000 Aziende su tutto il territorio nazionale che impiegano 26.000 addetti.
• le misure di contenimento e di contrasto alla diffusione del COVID-19 disposte dal Governo sull'intero territorio nazionale hanno determinato, a partire dal 23 marzo u.s., la sospensione delle attività produttive di tutti i comparti rientranti nella sfera di applicazione del CCNL stipulato dalle parti in epigrafe, con la correlata attivazione di ammortizzatori sociali per 23.154 addetti (dati INPS);
• in questo momento di emergenza per il Paese occorre puntare sulla collaborazione tra le parti, proseguendo nel rafforzamento del modello di Relazioni Industriali che sarà più che mai importante e strategico per delineare il futuro del settore attraverso una più ampia partecipazione e condivisione delle scelte. Quanto previsto dal rinnovo del CCNL sottoscritto dalle scriventi parti sociali, nel capitolo delle relazioni industriali, va in questa direzione e sarà un riferimento da cui partire;
• il CCNL inoltre ha previsto una contribuzione mensile aggiuntiva da parte delle imprese per ogni lavoratore da destinare al Fondo Altea (fondo di sanità integrativa contrattuale) per integrare la sorveglianza sanitaria e per rafforzare la prevenzione, la salute e la sicurezza dei lavoratori eventualmente anche attraverso l'osservanza dei protocolli di sicurezza anti-contagio. Tali risorse potranno essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi del presente protocollo;
• il Protocollo si propone l'obiettivo di coniugare la prossima ripresa delle attività produttive, stabilita nelle modalità e tempi dal Governo, con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative;
• il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, promosso dal Governo e sottoscritto da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil in data 14 marzo u.s. (d'ora in poi Protocollo 14 marzo 2020), recepito dal DPCM del 22 marzo 2020, qui integralmente richiamato e successive modificazioni che verranno concordate, contiene linee guida per l'adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio, già in larga misura implementate all'interno delle imprese. Tuttavia, con la presente intesa, le parti intendono rafforzarne ulteriormente il valore e la divulgazione tra le imprese e i lavoratori; inoltre, come definito nel Protocollo 14 marzo 2020, il COVID-19 rappresenta un rischio biologico generico, per il quale occorre adottare misure uguali per tutta la popolazione aziendale. Anche il presente protocollo contiene, quindi, misure che seguono la logica della precauzione, seguono e attuano le prescrizioni del legislatore e le indicazioni dell'Autorità sanitaria;
• accanto alle azioni di pertinenza delle imprese per la scrupolosa implementazione delle misure di contenimento è essenziale la cura dei comportamenti positivi dei singoli addetti che potranno essere indirizzati mediante un'intensificazione della cartellonistica informativa e con altri idonei strumenti nonché con rinnovata responsabilizzazione dei RLS, RSU, RSA e RLST e OO.SS. territoriali;
Tutto quanto sopra premesso, e fatto salvo ogni obbligo già previsto o di prossima emanazione da parte delle Autorità di Governo (Nazionale e/o Regionale) e delle Istituzioni Sanitarie, le parti concordano di adottare le seguenti misure anti-contagio nei luoghi di lavoro, con la possibilità di un successivo recepimento attraverso accordi regionali territoriali o di distretto:
• Promuovere la costituzione di un comitato tecnico/scientifico Nazionale, composto dalle stipulanti Parti nazionali, con il compito di indirizzo e controllo dell'applicazione del presente protocollo e della diffusione delle buone pratiche nel settore, in attesa delle linee guida della task force governativa. Tale comitato avrà la possibilità di avvalersi eventualmente di figure tecnico/scientifiche, appartenenti a discipline differenziate, allo scopo di approfondire percorsi di miglioramento continuo, anche connessi al tema del benessere organizzativo, come condiviso all'art. 24 del CCNL 2019;
• compito delle Parti stipulanti sarà anche la valutazione sull'utilizzo delle risorse, già previste dal CCNL, destinate al Fondo Altea su salute e sicurezza, per attuare un programma specifico di prevenzione che, attraverso la sorveglianza sanitaria, contrasti la diffusione del Codiv 19;
• costituire, in ogni Azienda, il Comitato aziendale previsto dall'art 13 del Protocollo del 14.03.2020, che avrà il duplice compito di condividere, e verificare l'applicazione delle misure ivi contenute e di quanto previsto nel presente Protocollo;
• avviare, conseguentemente, presso ogni unità produttiva il confronto sulle modalità della ripresa dell'attività con le rappresentanze sindacali unitarie, RSA (se presenti nei luoghi di lavoro), e/o le OO.SS territoriali, RLS e RLST, tenendo conto della specificità di ogni singola realtà, per l'efficace e costruttiva applicazione delle presenti misure;
• incentivare il lavoro agile per tutte le categorie di lavoratori la cui prestazione possa essere svolta attraverso tale modalità e, soprattutto, nei casi in cui l'organizzazione degli ambienti di lavoro non consenta il rispetto delle misure di distanziamento indicate almeno 1.
• proseguire nell'utilizzo degli ammortizzatori sociali per tutto il personale, la cui prestazione non sia pienamente esigibile nella fase di graduale ripresa delle attività produttive, anche per ragioni di mercato o per organizzare interventi particolari/periodici di pulizia e sanificazione;
• potranno essere promossi su iniziativa delle OO.SS. i Comitati Aziendali per la Ripartenza (CAR) composti pariteticamente da RSU, RLS, Azienda ed esperti esterni che avranno l'obiettivo di analizzare ed elaborare metodi e procedure volte ad un ammodernamento dell'ambiente di lavoro e del modo di lavorare, misure formative ed investimenti tecnologici adeguati alla sfida (le linee guida saranno definite in apposito protocollo nazionale), partendo dalla necessità anche in questa fase emergenziale di ammodernare i modelli organizzativi e produttivi;
• verificare la possibilità di organizzare un piano di turnazione dei lavoratori/trici, dedicati alla produzione, con l'obiettivo di diminuire al massimo i contatti;
• organizzare l'accesso ai locali produttivi e la prestazione lavorativa nel rispetto delle misure di distanziamento raccomandate (almeno 1 metro e, dove possibile m. 1,8, come previsto dai riferimenti ISS del 2013 su SARS) e, ove ciò non sia possibile, dotare i lavoratori dei dispositivi di protezione individuale in conformità alle indicazioni dell'Oms e delle norme vigenti. L'utilizzo dei dispositivi di protezione dovrà essere incentivato con campagne di promozione di informazione anche attraverso l'incremento della cartellonistica in azienda con attenzione ai lavoratori di altre nazionalità, ove presenti, con la produzione di materiale tradotto o spiegato in grafica.
• raccomandare ai lavoratori la stretta osservanza delle indicazioni di precauzione disposte dalle autorità competenti nella mobilità lungo il tragitto casa-lavoro;
• prestare particolare attenzione con il coinvolgimento e sulla base di indicazioni specifiche predisposte dal medico competente aziendale, all'organizzazione delle condizioni di lavoro delle persone affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita;
• contingentare l'accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all'interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone che li occupano;
• garantire la sanificazione periodica da parte di azienda specializzata e la pulizia giornaliera, con idonei detergenti igienizzanti, degli ambienti e degli strumenti di lavoro; garantire su base giornaliera le attività di sanificazione nei locali comuni, quali bagni, mense (qualora attive) e spogliatoio o altri tipi di locali comuni;
• agevolare l'areazione dei locali dopo la sanificazione avvenuta o prestare attenzione al necessario riciclo dell'aria;
• limitare al minimo indispensabile gli spostamenti all'interno del sito aziendale che dovranno comunque avvenire nel rispetto delle indicazioni aziendali;
• privilegiare il collegamento a distanza per l'effettuazione di incontri e riunioni. Laddove le stesse fossero connotate dal carattere della necessità e urgenza, nell'impossibilità di collegamento a distanza, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione necessaria e, comunque, dovranno essere garantiti il distanziamento interpersonale e un'adeguata pulizia/areazione dei locali; ivi compreso, quando avverrà la ripresa produttiva, l'impegno di favorire lo svolgimento delle assemblee sindacali con modalità compatibili con le esigenze di precauzione;
• favorire, dove possibile, orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa);
• individuare procedure di ingresso, transito e uscita per l'accesso di fornitori esterni, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, in linea con quanto previsto dal protocollo del 14 marzo, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti/uffici coinvolti;
• organizzare la possibilità di gestione di una eventuale presenza di una persona sintomatica in azienda, nel rispetto delle indicazioni contenute nel Protocollo 14 marzo 2020 e di quelle diramate dal Governo e dalle Istituzioni Sanitarie competenti;
• tenere aggiornata la documentazione addizionale al DVR dedicata alle misure di contenimento del COVID-19 anche nei confronti delle aziende in appalto, sub-appalto e/o fornitori esterni; proseguire nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori, secondo le indicazioni del medico competente;
• le misure di precauzione oggetto del presente protocollo potranno essere oggetto di confronto anche nell'ambito delle riunioni periodiche tra RSPP, RLS e medico competente;
• prevedere possibilità di soste per il lavaggio delle mani, posizionare gel di sanificazione e fornire mascherine protettive conformi alle indicazioni di legge e delle Istituzioni Sanitarie a tutti i lavoratori, anche laddove siano garantite le misure di distanziamento; è evidente che, là dove non sia possibile operare secondo le disposizioni di sicurezza previste, sarà sospesa l'attività lavorativa fino alla rimozione del rischio (fornitura mascherine, guanti, distanziamento ecc.), tale periodo sarà coperto attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali;
• informare i lavoratori delle disposizioni date dal DPCM e dal Protocollo mediante diffusione del materiale informativo predisposto dal Comitato di cui al punto 2 e mediante l'affissione della stessa documentazione in bacheca con particolare attenzione ai comportamenti da adottare nel caso si ravveda il sospetto di contagio, a tal fine incrementare la cartellonistica informativa sulle opportune misure comportamentali ed igieniche e vigilare sul loro rispetto da parte di tutti, facendo attenzione, ove presenti, a lavoratori di altre nazionalità con la produzione di materiale tradotto o spiegato in grafica;
• rendere chiare, uniformi e comprensibili le procedure all'interno delle aziende perché siano un riferimento certo per tutti i lavoratori, fornitori e ditte di subappalto.
In relazione a quanto previsto ai punti precedenti, le parti si impegnano a favorire tra le imprese e tra i lavoratori la più ampia diffusione, conoscenza e rispetto dei contenuti del presente protocollo, per sua natura cedevole rispetto a successive intese migliorative interconfederali o indicazioni governative (Nazionale e/o Regionale) che dovessero intervenire, e conseguentemente a promuovere il recepimento delle presenti linee guida attraverso l'adozione di protocolli anti-contagio regionali, territoriali, di bacino o aziendali, che potranno essere integrate con altre misure equivalenti o più incisive, eventualmente validate e rese disponibili dalle Istituzioni Sanitarie competenti (ad es. test sierologici), secondo la peculiarità di ciascuna organizzazione.

Letto, confermato e sottoscritto, 16 aprile 2020