Categoria: Prassi amministrativa
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Presidenza del Consiglio dei Ministri
DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE GIOVANILI E IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE

 

Circolare del 4 aprile 2020 recante indicazioni in relazione all’impiego degli operatori volontari del servizio civile universale nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

La presente Circolare, adottata alla luce di quanto determinato dall’evoluzione dell’emergenza epidemiologica in atto e di quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1 aprile 2020, fornisce agli enti accreditati nuove indicazioni in relazione all’impiego degli operatori volontari del servizio civile universale nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
La finalità è consentire di riattivare i progetti attualmente sospesi e far iniziare quelli non ancora avviati, così da contribuire alla gestione della straordinaria situazione di emergenza che il Paese sta affrontando, nel rispetto delle disposizioni del Governo e in linea con i principi di precauzione e cautela che il contesto impone. È infatti dovere delle istituzioni, degli enti e dei giovani operatori volontari che compongono il nostro sistema del servizio civile continuare ad assicurare, con responsabilità e consapevolezza, il contributo quotidiano a favore dei territori e delle comunità, rispondendo al proprio mandato di difesa non armata e non violenta della Patria. In questi giorni, più che mai, i progetti di servizio civile rappresentano infatti strumenti preziosi per garantire quotidiano supporto e assistenza alle comunità, in uno sforzo comune di solidarietà e di partecipazione in grado di incidere positivamente sul bene della collettività.
Le indicazioni contenute nella presente Circolare sono improntate al principio di massima flessibilità e semplificazione, con riferimento alle procedure e alle modalità operative che gli enti possono adottare per riattivare o avviare i progetti, e al principio di massima sicurezza, in relazione all’impiego degli operatori volontari, chiamati in ogni caso ad esprimere il proprio consenso a prestare il servizio.

1. Contesto di applicazione
Ai sensi della propria Circolare del 10 marzo u.s. ad oggi vigente, l’attuale quadro dei progetti di servizio civile universale si configura nel modo seguente:
1. progetti avviati nei mesi scorsi e attualmente attivi;
2. progetti avviati nei mesi scorsi e attualmente sospesi;
3. progetti non ancora avviati a causa della soppressione della data di avvio prevista per il 30 marzo u.s. o perché la data è ancora in programmazione.
Facendo seguito alla comunicazione pubblicata sul sito istituzionale di questo Dipartimento lo scorso 30 marzo, si forniscono le seguenti indicazioni di carattere generale.
Con riferimento alla prima fattispecie - progetti avviati nei mesi scorsi e attualmente attivi - gli enti proseguono le attività secondo quanto da loro stessi indicato in riscontro alla Circolare del 10 marzo u.s. e, conseguentemente, gli operatori volontari continuano a prestare servizio. Ad eventuali operatori volontari attualmente in regime di permesso straordinario viene richiesto di rientrare in servizio attivo non oltre il 16 aprile p.v.. Se necessario l’ente può prevedere alcune rivisitazioni di attività in funzione del contesto o delle relative modalità operative.
In relazione invece alla seconda fattispecie - progetti avviati nei mesi scorsi e attualmente sospesi -gli enti hanno tempo fino al prossimo 15 aprile per riattivare i progetti sospesi, anche prevedendone una eventuale rimodulazione; fino ad allora continua ad essere garantito il permesso straordinario agli operatori volontari che non potranno ancora prestare servizio attivo a causa della temporanea sospensione. In casi eccezionali, è possibile per gli enti procedere ad una interruzione temporanea dei progetti, che saranno poi riattivati non appena si ripristineranno le adeguate condizioni. È utile sottolineare che il periodo di interruzione non è oggi facilmente quantificabile in quanto dipende da numerose variabili connesse all’evoluzione della situazione in atto e non si può escludere per principio che il progetto possa anche non essere più riattivato.
Per quanto attiene infine alla terza fattispecie - progetti non ancora avviati a causa della soppressione della data di avvio prevista per il 30 marzo u.s. o perché la data è ancora in programmazione - essi possono essere attivati secondo quanto originariamente programmato oppure essere rimodulati sulla base di quanto indicato per la seconda fattispecie. Con riferimento alla tempistica, l’ente individua la prima data di avvio utile tra quelle in programma riportate al punto 12 della presente Circolare, che corrisponderà appunto alla data di avvio in servizio degli operatori volontari.
Le procedure per attivare i suddetti processi sono descritte nel paragrafo 2 della presente Circolare.

2. Procedure di riattivazione, di avvio o di interruzione dei progetti
La riattivazione di un progetto sospeso da parte di un ente può avvenire secondo due procedure:
A. ordinaria - il progetto si riattiva secondo la previsione originaria, mantenendo cioè gli obiettivi individuati e le principali attività definite, eventualmente modificando, se necessario, le modalità operative con cui si realizzano le azioni, in tutto o in parte;
B. con rimodulazione - il progetto originario viene rimodulato e convertito in nuove attività, che possono rispondere anche ad obiettivi diversi, come quelle indicate in Allegato 1.
La riattivazione può avvenire con riferimento a tutte le sedi di un progetto o, laddove non ce ne fossero le condizioni, solo per alcune di esse; le altre sedi subirebbero in tal caso una interruzione temporanea. Inoltre, può avvenire, sempre che ciò sia funzionale al progetto e al nuovo contesto, in parte con procedura ordinaria e in parte con rimodulazione.
La riattivazione è in capo all’ente titolare dell’accreditamento agli albi del servizio civile e agli enti di accoglienza da questo rappresentati.
Se tali enti ritengono di non essere nelle condizioni di riattivare un progetto, dopo aver verificato la possibilità di impiegare gli operatori volontari in altri progetti propri, possono valutare l’opportunità di impegnarli in attività di altri enti titolari di accreditamento che operano sullo stesso territorio o presso istituzioni pubbliche che segnalano esigenze specifiche o, in ultima analisi, presso organizzazioni private senza scopo di lucro non accreditate. In tali casi si configura un “gemellaggio” tra l’ente attuatore del progetto e l’ente ospitante; i rapporti vanno opportunamente regolamentati per consentire comunque il necessario supporto e accompagnamento degli operatori volontari, attraverso figure di riferimento preventivamente individuate, e per stabilire le responsabilità di ciascuno nella gestione organizzativa ed operativa delle attività e degli operatori stessi. Si rammenta in proposito che in nessun caso l’operatore volontario può sostituire personale dipendente o a contratto degli enti.
Resta fermo che per il Dipartimento l’ente di riferimento, che è responsabile dell’adeguato impiego degli operatori volontari, è l’ente titolare di accreditamento che ha presentato il progetto.
Laddove, esperita anche tale attività di verifica, l’ente ravvisi l’impossibilità a procedere ad una riattivazione del progetto, può procedere, in via eccezionale, ad una interruzione temporanea. Il progetto sarà poi riattivato non appena e se si ripristineranno le adeguate condizioni; in tali casi viene contestualmente prorogato il termine di scadenza “naturale” del progetto per un periodo corrispondente a quello di interruzione e agli operatori volontari si applica quanto previsto nel paragrafo 10 della presente Circolare.
L’inizio di un progetto non ancora avviato, a causa della soppressione della data di avvio prevista per il 30 marzo u.s. o perché la data è ancora in programmazione, avviene secondo le stesse procedure previste per la riattivazione, ossia in modo ordinario o con rimodulazione.

3. Modalità di attuazione dei progetti
Le attività possono essere realizzate “sul campo” (cioè presso la sede originaria di attuazione del progetto o presso la sede di altro ente, anche sulla base di gemellaggio), ottemperando a quanto previsto dalle normative vigenti in termini di spostamenti e di distanziamento sociale, oppure possono essere realizzate “da remoto” (ossia il volontario opera presso il luogo in cui dimora). Può avvenire che per una singola sede parte degli operatori volontari svolga attività sul campo e parte da remoto.
Se l’operatore volontario presta servizio “sul campo” è necessario che sia dotato dei dispositivi di protezione individuale adeguati all’esposizione al rischio. Di ciò è responsabile l’ente, ma Dipartimento, Regioni e Province Autonome, su richiesta dell’ente stesso, potranno adoperarsi per reperirli laddove ne emergesse la necessità. Resta inteso che qualora non fossero disponibili non sarà possibile che l’ente impieghi l’operatore volontario “sul campo”. È compito del Dipartimento concertare poi con le strutture preposte del Ministero dell’interno la modalità di compilazione dell’autocertificazione per giustificare gli eventuali spostamenti degli operatori volontari connessi al loro servizio, autorizzati dall’ente cui fanno capo.
Sono rimesse all’ente le modalità con cui acquisire l’eventuale disponibilità di sede di altro ente. In particolare, se si tratta di sede di ente privato senza scopo di lucro non accreditato, l’ente si accerta dell’ottemperanza rispetto alle previsioni del d.lgs. 81/2008 e di tale accertamento ne risponde. A tal proposito, si rammenta che l’assicurazione stipulata dal Dipartimento a favore degli operatori volontari prevede la copertura assicurativa con riferimento al servizio e non ai luoghi dove viene prestato e pertanto la sede di svolgimento non pregiudica la sua applicabilità.
Nel rispetto del principio di flessibilità indispensabile per garantire la prosecuzione dei progetti ad oggi attivi, la riattivazione di quelli sospesi e l’avvio dei rimanenti e limitatamente al periodo di vigenza della presente Circolare, inteso come periodo transitorio, è consentito all’ente - in via eccezionale ed in deroga alle disposizioni vigenti - di riarticolare l’orario di servizio previsto nel progetto originario e conseguentemente nel contratto dell’operatore volontario, sia con riferimento al numero dei giorni che al numero delle ore di impiego, anche prevedendo ad esempio attività ad orario intermittente nel corso di una stessa giornata. Resta fermo l’obbligo dell’operatore volontario di perseguire gli obiettivi assegnati dall’ente anche su base settimanale e di realizzare le attività indicate secondo le modalità operative definite. L’ente può tracciare il servizio con una sorta di “foglio presenze” anche settimanale, registrate da remoto e in modo virtuale. Ogni eventuale inadempimento da parte dell’operatore volontario viene segnalato dall’ente al Dipartimento per l’opportuna verifica e l’eventuale adozione dei provvedimenti del caso.
Inoltre è consentito all’ente, in casi eccezionali, di modificare il rapporto tra OLP e numero di operatori volontari rispetto alle disposizioni vigenti, mantenendolo comunque congruo e ragionevole rispetto alle attività da svolgere per garantire loro un adeguato sostegno e accompagnamento.

4. Attività di formazione generale e specifica
Per tutti i progetti e in via preventiva, è autorizzata una proroga per le attività di formazione generale e specifica rispetto alle tempistiche progettuali. In particolare, per la formazione generale e specifica i termini il “penultimo mese” e il “terz’ultimo mese” sono sostituiti con “ultimo mese”; “la prima metà del periodo” è sostituita con “i 2/3 del periodo”; “90 giorni” è sostituito con “la prima metà del periodo”. Per le attività connesse alla rendicontazione, quali la compilazione e trasmissione del modulo F e la compilazione del questionario di formazione generale, il termine previsto del “300° giorno” è sostituito con “entro la fine del progetto”.
Altresì, sono prorogati gli eventuali termini relativi ad adempimenti connessi alle attività formative (ad esempio, attività di verifica e monitoraggio). È autorizzata, inoltre, l’erogazione “a distanza” della formazione e se si tratta di ore di formazione generale tali ore potranno essere calcolate nel computo di quelle erogate con metodologia frontale, di cui alle disposizioni vigenti, anche ai fini della successiva rendicontazione attraverso il Modello F.
Tenuto conto che la riattivazione dei progetti sospesi può avvenire anche attraverso la rimodulazione delle attività progettuali originarie, e che queste ultime possono altresì essere temporaneamente convertite in nuove attività, anche in raccordo con altri enti od istituzioni, sarà necessario prevedere uno o più moduli di formazione ad hoc, da erogare a distanza (FAD, videoconferenza, altri sistemi tecnologici), o comunque nel rispetto del distanziamento sociale, per fornire agli operatori volontari le conoscenze di base essenziali. In considerazione della finalità che ci si propone, tali moduli devono essere erogati prima dell'impiego degli operatori volontari nelle nuove attività ed in ogni caso le ore corrispondenti sono ricomprese nell’orario di servizio, se non ricondotte ai moduli di formazione specifica che possono pertanto subire una rimodulazione dei contenuti e con riferimento ai formatori.
Per tutte le attività formative - formazione generale e formazione specifica, compresi i moduli ad hoc aggiuntivi inseriti a seguito della rimodulazione delle attività - è cura dell’ente predisporre un apposito registro contenente date e orari delle eventuali lezioni frontali, laddove ce ne fossero le condizioni di sicurezza, con le firme degli operatori volontari partecipanti e del formatore, ovvero, nel caso di formazione a distanza, appositi report di download e consultazione personalizzati o strumenti assimilati, oppure semplicemente un’autocertificazione delle ore erogate con tale metodologia, a firma del formatore.
Si raccomanda particolare attenzione alla trattazione del modulo sulla valutazione dei rischi connessi all’impiego degli operatori volontari nelle attività, i quali dovranno, in particolare, ricevere corrette e dettagliate informazioni sui comportamenti da adottare e sui dispositivi di protezione individuale adeguati all’esposizione ai rischi.

5. Attività di monitoraggio e valutazione
In considerazione della straordinarietà della situazione, le ordinarie attività di monitoraggio e valutazione condotte dall’ente, comprese le verifiche previste e relativi strumenti utilizzati per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti nell’ambito delle attività formative, possono essere rimodulate rispetto alle ordinarie tempistiche e modalità (attraverso ad esempio la compilazione di questionari da remoto e laddove possibile l’organizzazione di incontri in videoconferenza tra i soggetti interessati - prevalentemente OLP ed operatori volontari), avendo cura di raccogliere suggerimenti e feedback dagli operatori volontari rispetto alle modalità adottate per la prosecuzione delle attività di servizio civile.

6. Progetti all’estero e progetti dei Corpi civili di pace
Le indicazioni fornite nella presente Circolare si applicano anche ai progetti all’estero e ai progetti relativi ai Corpi civili di pace (CCP). Tuttavia, tenuto conto della specificità di tali progetti, della complessità della situazione internazionale ma anche dell’esiguità del numero rispetto al totale, è cura del Dipartimento continuare a mantenere un costante raccordo con gli enti titolari dei suddetti progetti per individuare le soluzioni più appropriate ai singoli casi, nel rispetto dei principi e delle modalità generali qui riportate. In particolare, anche in considerazione del fatto che la quasi totalità degli operatori volontari in servizio all’estero ha fatto rientro sul territorio nazionale a causa dell’emergenza in atto e a costoro si aggiungono i giovani non ancora avviati in servizio, si rappresenta in termini generali a ciascun ente l’opportunità di prevedere un iniziale periodo di attività da svolgersi in Italia - anche superiore a quanto originariamente previsto e attraverso una procedura di rimodulazione di obiettivi ed attività - cui potrebbe seguire un’interruzione temporanea quando tali attività si saranno naturalmente concluse. In tale fase, probabilmente, il contesto internazionale si sarà nel contempo reso più chiaro e pertanto sarà più agevole assumere le conseguenti decisioni. Si segnala, infine, che per i progetti di prossima scadenza, risultando difficile ipotizzare una ripartenza per i Paesi esteri di destinazione, risulta opportuno prevedere la procedura di rimodulazione sul territorio nazionale.

7. Progetti con le misure relative ad un periodo di tutoraggio o ad un periodo di servizio in uno dei Paesi UE
La misura del tutoraggio può essere attuata utilizzando strumenti e tecnologie da remoto anche in deroga a quanto previsto dal progetto originario; parimenti può essere rimodulato il cronoprogramma inizialmente previsto. Per i progetti con un periodo di servizio in uno dei Paesi UE si applica quanto riportato nel paragrafo 6 della presente Circolare, con la massima flessibilità rispetto al cronoprogramma previsto, anche prevedendo una riduzione del periodo pianificato.

8. Coinvolgimento degli operatori volontari
È opportuno che, in fase di pianificazione dei nuovi interventi, l’ente coinvolga attivamente gli operatori volontari per recepire idee e suggerimenti e risolvere eventuali criticità che fossero da loro manifestate. Una particolare attenzione deve essere dedicata, come di consueto, agli operatori volontari con disabilità per favorire la loro partecipazione alle attività rimodulate.
Laddove l’ente intenda interrompere temporaneamente il progetto, risulta opportuno che tale scelta sia motivata agli operatori volontari. Su questo aspetto specifico si dirà più in dettaglio nel paragrafo 10 della presente Circolare.
In caso di riattivazione del progetto, sia essa con procedura ordinaria o con rimodulazione, è necessario acquisire preventivamente il consenso dei singoli operatori volontari rispetto alla ripresa delle attività e alle novità introdotte. Dal punto di vista operativo, l’ente comunica al Dipartimento entro il 15 aprile la riattivazione con le modalità indicate nel paragrafo 11 della presente Circolare; l’acquisizione formale del consenso degli operatori volontari, anche tramite e-mail di accettazione, può avvenire anche immediatamente dopo e in ogni caso si tratta di procedura che deve rimanere agli atti dell’ente.
Con riferimento agli operatori volontari che decidessero di rinunciare a proseguire il servizio è possibile ricorrere alle soluzioni prospettate nel paragrafo 10 della presente Circolare in funzione delle diverse fattispecie.

9. Comunicazione ai Comuni
In fase di riattivazione del progetto si ritiene opportuno che l’ente, nei limiti delle oggettive possibilità, si raccordi con l’amministrazione comunale per mettere meglio a fuoco contesti, bisogni, esigenze, criticità, limitazioni e finalizzare più efficacemente le attività al contesto emergenziale. A tal fine l’ente può fare riferimento agli uffici comunali di protezione civile o dei servizi sociali, oppure al Centro operativo comunale laddove costituito. Il Dipartimento e le Regioni e Province Autonome, in collaborazione rispettivamente con l’ANCI nazionale e le ANCI regionali, favoriscono ogni azione di raccordo. In ogni caso, anche se l’attività di raccordo non si potesse realizzare, è necessario che l’ente dia comunicazione della ripresa delle attività al comune presso cui tali attività vengono svolte - facendo riferimento a una delle strutture sopra richiamate - e alla Regione o Provincia Autonoma interessata.

10. Status degli operatori volontari
Di seguito sono elencate le diverse fattispecie con riferimento alle diverse situazioni dei progetti.
Progetti attivi
Gli operatori volontari già attualmente in servizio attivo proseguono le proprie attività come previsto. Ad eventuali operatori volontari attualmente in regime di permesso straordinario viene richiesto di rientrare in servizio attivo non oltre il 16 aprile p.v..
Progetti attualmente sospesi
Gli operatori volontari attualmente in regime di “sospensione” continuano a beneficiare del permesso straordinario retribuito fino alla riattivazione del progetto, che dovrà comunque avvenire entro e non oltre il prossimo 16 aprile. Successivamente gli operatori volontari rientreranno in una delle altre fattispecie in funzione della scelta dell’ente e della propria scelta personale.
Progetti temporaneamente interrotti
Gli operatori volontari attualmente assegnati a progetti che gli enti interrompono temporaneamente dovranno recuperare il periodo di servizio non prestato oltre la scadenza del contratto di servizio civile universale sottoscritto, che verrà pertanto prorogato per un periodo pari a quello di interruzione. Per contribuire a fronteggiare il momento di crisi economica che anche gli operatori volontari e le loro famiglie stanno vivendo, l’assegno mensile sarà regolarmente erogato dal Dipartimento anche durante il periodo di interruzione temporanea del servizio. Il contributo non sarà conseguentemente corrisposto a partire dal riavvio del servizio e per un periodo pari a quello dell’interruzione fruita. Al termine di tale periodo il Dipartimento provvederà a riprendere regolarmente l’erogazione dell’importo degli assegni mensili rimanenti per il servizio che verrà prestato, fermo restando che in caso di rinuncia l’operatore volontario dovrà restituire le somme percepite durante il periodo di interruzione temporanea.
Altri casi
Gli operatori volontari che non intendono proseguire il servizio nel progetto cui sono assegnati e che viene riattivato, oppure nel proprio progetto rimodulato, o in altre attività messe a loro disposizione attraverso gemellaggio con altro ente, devono ricorrere all’ordinaria interruzione di servizio così come prevista dalle disposizioni vigenti, comunicandola all’ente di assegnazione. In tal caso il contratto di servizio civile universale verrà rescisso.
Progetti all’estero e progetti CCP
Per gli operatori volontari assegnati a progetti all’estero o progetti CCP si applica quanto indicato con riferimento alle specifiche situazioni. Si evidenzia, in aggiunta, che nel periodo di permanenza in Italia, sia esso connesso ad una riattivazione o avvio del progetto sia esso relativo ad una fase di interruzione temporanea, all’operatore volontario non viene corrisposta la cosiddetta “indennità estero”. Tale indennità verrà nuovamente corrisposta quando il progetto dopo la temporanea interruzione verrà riattivato e l’operatore volontario avrà raggiunto il Paese di destinazione.
Situazioni eccezionali che non rientrano in nessuno dei casi sopra elencati, preventivamente verificate dagli enti, saranno opportunamente valutate e definite dal Dipartimento.

11. Comunicazione al Dipartimento
Entro il 15 aprile gli enti devono dare comunicazione al Dipartimento in merito ai progetti già attivi, da riattivare - con procedura ordinaria o con rimodulazione - o da interrompere.
Per quanto concerne la comunicazione è sufficiente procedere con l’inserimento delle informazioni nel sistema informatico Helios, secondo le indicazioni impartite nel manuale operativo “Gestione riattivazione progetti” che sarà prossimamente pubblicato nella sezione “Manuali Utente” della piattaforma. Per agevolare l’attività di inserimento dei dati, la “Gestione riattivazione progetti” prevede l’esportazione dei dati tramite file csv delle sedi di progetto interessate e l’importazione dello stesso opportunamente integrato con le seguenti informazioni:
- lo stato della riattivazione ("ordinaria", "rimodulata, "interrotta")
- la modalità del servizio ("sul campo", "da remoto", "mista")
- il numero volontari in servizio attivo
- le informazioni sede (nel caso il servizio venga svolto presso altra sede “accreditata” o “non accreditata”)
- il codice attività di rimodulazione (solo per sedi di progetto con stato riattivazione "rimodulata" e con riferimento a quanto riportato nell’Allegato 1)
Una volta inseriti i dati nel sistema Helios l’ente invia una e-mail al Dipartimento all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. solo per comunicare l’avvenuto inserimento con riferimento ai propri progetti.
Le modalità di comunicazione dei dati sopra indicate non riguardano i progetti all’estero e i progetti dei Corpi civili di pace di cui al paragrafo 6 della presente Circolare per i quali, come detto, il Dipartimento si raccorderà direttamente con gli enti.
Qualora un ente che abbia comunicato l’interruzione temporanea del progetto entro il 15 aprile p.v. verifichi successivamente a tale termine la sussistenza di condizioni adeguate per riprendere le attività, può inoltrare richiesta al Dipartimento per ricevere indicazioni su come procedere immediatamente alla riattivazione del progetto.
Le eventuali richieste di interruzioni di servizio da parte degli operatori volontari che non intendono proseguire il servizio nel progetto cui sono assegnati e che viene riattivato, oppure nel proprio progetto rimodulato, o in altre attività messe a loro disposizione attraverso gemellaggio con altro ente, devono essere comunicate dall’ente al Dipartimento con le ordinarie modalità di trasmissione e preferibilmente in modalità cumulativa.

12. Prossimi avvii in servizio e subentri degli operatori volontari
Le date fissate per i prossimi avvii in servizio degli operatori volontari sono le seguenti:
- 30 aprile 2020
- 25 maggio 2020
- 24 giugno 2020
- 15 luglio 2020
Le date fissate per i prossimi subentri degli operatori volontari sono le seguenti:
- 20 aprile 2020
- 13 maggio 2020
- 10 giugno 2020
- 1 luglio 2020
- 29 luglio 2020
Le modalità di trasmissione della documentazione relativa sono quelle consuete, ma con una tempistica anche ridotta in considerazione dello stato di emergenza in atto.

13. Disposizioni finali
La presente Circolare è adottata sulla base del decreto ministeriale 3 aprile 2020 che, al fine di assicurare attraverso procedure semplificate ed accelerate la riattivazione dei progetti di servizio civile universale attualmente sospesi o la loro interruzione temporanea, ammette la deroga alle disposizioni in materia di servizio civile di cui al D.M. 22 novembre 2017, al D.M. 11 maggio 2018, n. 58, e al d.P.C.M. 14 gennaio 2019, e rinvia ad una o più Circolari del Capo del Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale per la disciplina dei connessi aspetti organizzativi e operativi. Di conseguenza la presente Circolare incide sulla richiamata normativa secondaria e quindi su alcune clausole contenute nei contratti di servizio civile sottoscritti tra il Dipartimento e gli operatori volontari e su alcuni elementi dei progetti di servizio civile universale approvati e finanziati, di cui ai decreti del Capo del Dipartimento nn. 479, 518 e 521, rispettivamente in data 12 luglio 2019, 19 agosto 2019 e 26 agosto 2019.
La presente Circolare produce effetti a far data dal 4 aprile 2020 fino al 31 luglio 2020, attuale termine dello stato di emergenza epidemiologica COVID-19.
Sul sito del Dipartimento saranno disponibili specifiche FAQ per rispondere alle domande ricorrenti o chiarire eventuali dubbi interpretativi rispetto alle disposizioni contenute nella presente Circolare.

Roma, 4 aprile 2020

Il CAPO DEL DIPARTIMENTO
Flavio Siniscalchi

Allegato 1: Schema possibili attività
 

Codice

Macro

attività

Alcuni esempi azioni specifiche

Al

Supporto al SSN (ASL e medici di base) attraverso raccolta informazioni

contatti con chi è già stato preso in carico (persone in isolamento domiciliare) o comunque categorie fragili

contatti/informazioni utili ai cittadini

A2

Supporto ai comuni e/o ai centri operativi comunali

contatti con i cittadini per raccolta di esigenze e bisogni, in particolare per verifica situazione categorie fragili

supporto a URP e centri operativi comunali ad esempio per diffondere informazioni utili e buone pratiche attraverso chiamate ai cittadini

A3

Sostegno agli anziani e ai soggetti fragili

contatti telefonici con anziani o comunque soggetti fragili per assicurare ascolto, conforto, compagnia, ecc.

A4

Assistenza sociale

attivazione/gestione di servizi

on line e realizzazione di video tutorial per attività dedicate a ragazzi, anziani e disabili

A5

Supporto al sistema scolastico

sostegno per l'utilizzo di piattaforme e/o realizzazione delle lezioni virtuali

attività per gli studenti di doposcuola o supporto allo studio, anche per aiutare le famiglie maggiormente in difficoltà o non attrezzate

A6

Sostegno agli stranieri

attivazione/gestione di servizi

on line e realizzazione di video tutorial per diffondere informazioni sull'emergenza

A7

Alfabetizzazione digitale

attività dedicate a fare formazione sul tema a diverse categorie di soggetti

A8

Attività di comunicazione istituzionale

ideazione e realizzazione o aggiornamento di strumenti di comunicazione e informazione per i comuni o gli enti: pagine di social media, radio, siti web, sportelli informativi

A9

Realizzazione di progetti educativi o culturali

attività da remoto per condividere e/o facilitare l’accesso a biblioteche, musei, luoghi di cultura e tradizione locale, gruppi lettura, Università della Terza età, ecc.

A10

Gestioni dei flussi presso i luoghi accessibili

supporto per la regolamentazione dei flussi e l'intrattenimento delle persone con info utili presso supermercati, farmacie, centri di ascolto, altri luoghi consentiti

All

Supporto al presidio del territorio

presenza sul territorio in particolare in luoghi di periferia, frazioni isolate, aree interne, per raccolta esigenze e bisogni

A12

Welfare

leggero

disbrigo piccole faccende per persone anziane o bisognose: spesa, acquisto farmaci, contatti con i medici di base, pagamento bollette, consegne a domicilio di diversi beni, libri, giornali, pasti preparati, servizio di

dogsitter, ecc..

A13

Supporto all'attività di solidarietà alimentare

rapporto con i nuclei beneficiari, distribuzione dei beni alimentari o dei buoni spesa

A14

Gestione donazioni

raccolta donazioni materiale, verifica, stoccaggio, confezionamento e distribuzione

A15

Supporto alla diffusione degli strumenti di prevenzione

contributo alla produzione, raccolta e distribuzione di Dispositivi di Protezione Individuale

A16

Altro

specificare



Le attività possono essere svolte “sul campo” o da “remoto”. In ogni caso devono essere rispettate le regole di precauzione (distanziamento sociale) e devono essere ridotti al minimo gli spostamenti degli operatori volontari.