Categoria: Prassi amministrativa
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MINISTERO DELLA DIFESA
DIREZIONE GENERALE PER IL PERSONALE CIVILE
 

OGGETTO: circolare n. M_D GCIV REG2021 0031274 del 10.05.2021

 

A :

FP CGIL

ROMA

 

CISL FP

ROMA

 

UIL PA

ROMA

e, per conoscenza:

 

 

 

GABINETTO DEL MINISTRO DELLA DIFESA

ROMA

 

SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA/ DNA

ROMA

 

STATO MAGGIORE DIFESA

ROMA

 

STATO MAGGIORE AERONAUTICA

ROMA

 

STATO MAGGIORE ESERCITO

ROMA

 

STATO MAGGIORE MARINA

ROMA


rif. nota unitaria in data 11 maggio 2021

In relazione a quanto rappresentato da codeste OO.SS. con la nota unitaria in riferimento, si rappresenta quanto segue.
Con la circolare in questione questa Direzione Generale ha inteso doverosamente fornire, come richiesto e imposto dal suo ruolo e dalle sue prerogative istituzionali, indicazioni esplicative in merito al recente intervento legislativo che si muove nel solco di un quadro normativo in progressiva evoluzione e per il quale la comunicazione istituzionale a beneficio di tutti gli Enti appare, in tale contesto, più che mai necessaria.
A margine ogni considerazione sul metodo, preme nel merito rilevare che la circolare in questione - la cui tempistica, si premette, è stata dettata dall’intervenuta norma di legge e non dalla scelta dell’Amministrazione di aver “adottato un provvedimento” in un momento non opportuno - ha evidenziato, nell’illustrare la norma, che il legislatore ha introdotto una accresciuta flessibilità organizzativa, tuttavia consentendo di proseguire nel ricorso al lavoro agile "semplificato" in ragione dell'attuale perdurante fase di crisi pandemica che rende necessario continuare ad assicurare - anche con tale misura organizzativa - la tutela della salute ed il contenimento del contagio; ciò in palese difformità con quanto rappresentato da codeste OO.SS. secondo le quali la circolare “tende a disporre il rientro in servizio e in presenza della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa collocate/i in lavoro agile”.
Sono state, poi, fornite agli Enti alcune indicazioni di massima, che potranno, in base alle esigenze organizzative e funzionali, definire con maggior flessibilità l'organizzazione di lavoro senza tuttavia prescindere dal percorso di continuità tracciato in tale fase dallo stesso legislatore, in cui permane l'esigenza " emergenziale" di fronteggiare la crisi pandemica.
Ciò posto, non si intravede peraltro, come sostenuto da codeste OO.SS., un contenuto dispositivo o una forma provvedimentale del contenuto della circolare la quale, si ribadisce, si è limitata, come suo diritto/ dovere e, si aggiunge, in analogia ad altre circostanze, ad illustrare la norma di legge nell’ambito del contesto “emergenziale” di riferimento; non si rileva invero, alcun elemento volto a suffragare l’affermazione di codeste OO.SS. secondo cui la circolare è volta “a disporre il rientro in servizio e in presenza della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori collocate/i in lavoro agile”; peraltro, in tale circostanza, appare del tutto inappropriato che questa Direzione Generale abbia potuto dare “disposizioni” in tal senso agli Enti in quanto, come noto, le determinazione in merito all’organizzazione del lavoro risalgono alla competenza dei singoli datori di lavoro.
Nella considerazione, poi, che le misure organizzative che saranno adottate dai singoli Enti dovranno tener conto delle misure di sicurezza richieste dal contesto di riferimento, resta ferma la disponibilità di questa Direzione Generale all’aggiornamento del “Protocollo di accordo applicativo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti civili del Ministero della Difesa in ordine all’emergenza sanitaria da COVID19 e la definizione degli assetti del lavoro agile”, per il quale ci si riserva di procedere a prossima convocazione.
Per quanto, da ultimo, attiene alla altrettanto contestata circolare in materia di permessi per i vaccini, spiace dover constatare come la stessa - adottata a ulteriore beneficio del personale civile che abbia aderito alla campagna vaccinale della Difesa e per la quale questa Amministrazione ha fornito propri mezzi, strutture e personale - non abbia avuto l’apprezzamento da parte di codeste OO.SS. alle quali è peraltro ben noto che l’assenza di esplicita previsione normativa osta all’estensione del permesso, come peraltro dimostrato dalle recenti iniziative sindacali intraprese al riguardo per l’intervento normativo a favore del solo personale scolastico e amministrativo delle scuole.

IL DIRETTORE GENERALE
Dott.ssa Gabriella MONTEMAGNO

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OGGETTO: Circolare n. M_DGCIV REG2021 0031274 del 10.05.2021 -


In riferimento alla circolare in oggetto, riteniamo incomprensibile la decisione assunta da codesta direzione generale, che tende a disporre il rientro in servizio e in presenza della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa collocate/i in lavoro agile. Un provvedimento adottato proprio nel momento in cui - stando ai dati allarmanti pubblicati oggi sul corso della pandemia, e ai provvedimenti di contrasto al contagio che stanno per essere assunti dal governo - occorrerebbe invece ispirarsi a maggiore cautela nelle determinazioni assunte sul lavoro agile e sul tema della tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa, pure in presenza di un quadro normativo mutato, che in ogni caso lascia ampi spazi di flessibilità e autonomia alle pubbliche amministrazioni.
Una scelta inspiegabile, perché assunta nel pieno dello stato di emergenza sanitaria nazionale e in violazione del “Protocollo di accordo applicativo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti civili del Ministero della Difesa in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” e la definizione degli assetti del lavoro agile”, sottoscritto - come certo rammenterà - il 27 novembre dello scorso anno, e tuttora in vigore. In particolare dei punti 19 e 20 dell’accordo, laddove si stabilisce che “le Parti si impegnano a proseguire con un tavolo permanente a monitorare l’efficacia e ad aggiornare il presente accordo, anche in funzione dell’effettivo andamento epidemiologico sul territorio nazionale”, e che “saranno attivate le procedure di confronto con le OO.SS., RSU e RLS per l’attuazione in sede locale dei principi del presente protocollo e l’attuazione delle relative disposizioni organizzative costituendo in ogni UU.OO, Comitati per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, con la partecipazione delle OO.SS., delle RSU e degli RLS”.
Altrettanto incomprensibili sono le ragioni che hanno indotto ad ignorare quanto inviato dalle Segreterie Nazionali delle scriventi il 30 aprile u.s. a tutte le Amministrazioni Centrali, compresa Persociv. In tale nota era espressa una richiesta di convocazione ad horas, prima di adottare “provvedimenti che modifichino quanto stabilito fin qui sia con proprie determinazioni sia per effetto di protocolli condivisi con le stesse”.
L’adozione di un provvedimento unilaterale divulgato senza aver convocato le rappresentanze sindacali inciderà fatalmente sul lavoro, sulla salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori civili dell’A.D., scaricandone il peso, o costituendo alibi, sui responsabili di Ente, che si sentiranno autorizzati a disporre il rientro in servizio di tutto il personale, pur in assenza delle condizioni necessarie a garantire le misure di prevenzione e protezione da contagio, oltre che per l’interruzione del sistema di vaccinazione della Difesa.
Altrettanto discutibile la circolare del 29.04.2021 0028851, con la quale sono state date indicazioni volte a considerare attività di servizio le assenze dovute all’effettuazione del vaccino anti COVID, unicamente per il personale che ha aderito alla campagna vaccinale della Difesa. Tale iniziativa non ha tenuto conto, infatti, che il vaccino ha una valenza di protezione sociale oltre che individuale, che c’è stata una interruzione della campagna vaccinale e che la stessa Difesa non è stata in grado di assicurare a tutti gli aderenti il vaccino più idoneo, soprattutto ai lavoratori fragili.
La violazione degli obblighi che derivano da accordi sottoscritti dall’amministrazione, come nella circostanza, integrano un vulnus alle relazioni sindacali che richiede almeno un rapido chiarimento e, quindi, un’urgente convocazione, in assenza della quale saranno assunte le necessarie iniziative di mobilitazione.
Si resta in attesa di urgente riscontro