Categoria: Documentazione sindacale
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         CIIP
Consulta Interassociativo

Italiana per la Prevenzione


Ai Componenti dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

Gentilissimi,

con questa nota la CIIP (Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione, nata nel 1989 e descritta in CIIP-La Storia raccoglie oggi 14 associazioni di professionisti della prevenzione) desidera portare alcuni elementi alla vostra riflessione.
Il tema delle aggressioni è stato oggetto, da parte di CIIP, di una precedente lettera del 17 dicembre 2019 al Governo e di un recente Seminario sulle Violenze in ambito sanitario, a cui hanno partecipato gli interlocutori istituzionali.
Da tempo il Gruppo di Lavoro CIIP su Stress e Aggressioni (nato nel 2014) sta affrontando questi temi, ad iniziare dalla raccolta dei documenti istituzionali nazionali e regionali, base per le ulteriori proposte e approfondimenti.
In riferimento ai compiti attributi all’Osservatorio, riteniamo importante condividere alcune riflessioni/indicazioni che sono emerse nel gruppo di lavoro da tempo attivo in materia di rischi psicosociali.
Tra i compiti dell’Osservatorio:
a) monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni;
Proprio sul tema del monitoraggio è importante definirne e condividerne l’oggetto
Gli episodi di violenza, di cui le aggressioni sono parte, sono stati oggetto della recente LEGGE 15 gennaio 2021, n. 4. “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro”, che all’Art.1 prevede le seguenti definizioni:
a) l'espressione «violenza e molestie» nel mondo del lavoro indica un insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili, o la minaccia di porli in essere, sia in un'unica occasione, sia ripetutamente, che si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico, e include la violenza e le molestie di genere;
b) l'espressione “violenza e molestie di genere” indica la violenza e le molestie nei confronti di persone in ragione del loro sesso o genere, o che colpiscano in modo sproporzionato persone di un sesso o genere specifico, ivi comprese le molestie sessuali.
Il monitoraggio nazionale degli episodi di violenza commessi ai danni delle professioni sanitarie risente di una differente definizione dell'oggetto da parte delle Regioni.

1- OGGETTO DEL MONITORAGGIO
I Documenti e le Linee di Indirizzo fino ad ora predisposti da alcune Regioni individuano differenti definizioni degli atti di violenza che vengono inseriti nella scheda di segnalazione, determinando la raccolta disomogenea dei dati sugli episodi.
A titolo esemplificativo si riportano le definizioni della Regione Emilia Romagna e della Regione Lazio.
- "Linee di indirizzo per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari"
REGIONE EMILIA ROMAGNA
AGGRESSIONE VERBALE intesa come ostilità verbale espressa con affermazioni o invettive che mirano a ferire psicologicamente un'altra persona attraverso il disprezzo, l'umiliazione e minacce di violenza fisica
AGGRESSIONE FISICA intesa come azioni violente compiute contro un'altra persona per infliggere dolore, lesioni fisiche o morte.
AGGRESSIONE CONTRO LA PROPRIETÀ intesa come distruzione deliberata dell'attrezzatura ospedaliera o degli effetti personali altrui.
- "Documento di indirizzo sulla prevenzione e la gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari"
REGIONE LAZIO
AGGRESSIONE VERBALE uso di espressioni verbali aggressive (tono della voce elevato, insulto), gesti violenti senza contatto fisico, minaccia
AGGRESSIONE FISICA: contro oggetti, contro sé stesso, contro altre persone, uso di corpo contundente, uso di arma
Si propone pertanto come indicazione minima la segnalazione di:
Aggressione verbale: insulti, offese, minacce, calunnie, diffamazione lesive dell’onore della persona anche ad uso dei social media
Violenza fisica Sputi, graffi, morsi, pizzicotti, pugni, spinte energiche contro suppellettili o pareti, calci, strozzamento o strangolamento, ferita da arma
Aggressività fisica contro oggetti: distruzione sconsiderata e deliberata di ogni tipo di oggetto disponibile.

2- AGGRESSORE
Gli episodi di violenza e molestia sono parte dei fattori di rischio psicosociale e come tali sono favoriti dal mancato presidio sugli aspetti di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro oltre che da carente attenzione al contesto sociale ed ambientale in cui si sviluppano. La prevenzione di questa condizione di rischio deve partire dalla Direzione e prevedere coerenza tra quanto avviene all’interno ed all’esterno della struttura.
La segnalazione deve comprendere tutte le condizioni di esposizione del personale ad episodi di molestia e violenza provenienti dall’esterno e dall’interno.

3- DESTINATARI DELLA TUTELA
La violenza nei luoghi di lavoro rappresenta un rischio per la sicurezza e salute di tutti i lavoratori (D.Lgs 81/08) ed in quanto tale la tutela non può essere riservata agli “esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni” escludendo profili professionali tecnici o amministrativi che vivono lo stesso contesto e sono esposti allo stesso rischio (ad esempio personale CUP o URP).
La LEGGE 15 gennaio 2021, n. 4. “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro” prevede, all’Art. 2 l’ambito di applicazione ai “ lavoratori e altri soggetti nel mondo del lavoro, ivi compresi i lavoratori come definiti in base alle pratiche e al diritto nazionale, oltre a persone che lavorino indipendentemente dallo status contrattuale, le persone in formazione, inclusi i tirocinanti e gli apprendisti, i lavoratori licenziati, i volontari, le persone alla ricerca di un impiego e i candidati a un lavoro, e individui che esercitino l’autorità, i doveri e le responsabilità di un datore di lavoro.
d) monitorare l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, anche promuovendo l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza;
Le misure di prevenzione e protezione, secondo il D.Lgs 81/08, vengono individuate a fronte della valutazione del rischio. I Documenti e le Linee di Indirizzo delle Regioni, in questo caso (violenze e aggressioni), non prevedono sempre metodi o strumenti per la valutazione del rischio e quando presenti, sono differenti.
Le linee di indirizzo che presentano la valutazione del rischio, prevedono una analisi che comprende:
- Eventi Sentinella attraverso la consultazione di dati quali: infortuni, numero di eventi, segnalazioni all’autorità giudiziaria e forze di polizia, referti del pronto soccorso, esiti di sorveglianza sanitaria e della valutazione del rischio stress lavoro correlato
- Approfondimenti attraverso l’applicazione di check-list/audit/indagini ad hoc/focus group per i gruppi omogenei ai seguenti fattori: contesto organizzativo, ambiente di lavoro, aree esterne alla struttura, per attività fuori sede (es. assistenza domiciliare), attività di informazione/formazione/addestramento e sensibilizzazione ricevute dal personale, tipologia di utenza.
Metodologie e strumenti disomogenei non consentono una corretta valutazione del rischio, non permettono l’identificazione comune dei lavoratori esposti al rischio né delle misure di prevenzione e protezione.
Il monitoraggio dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione e la raccolta di buone pratiche non si possono intendere solo riferite ai casi singoli, che emergono tra l’altro secondo modalità regionali differenti, né tanto meno assolte con il solo utilizzo degli strumenti di videosorveglianza o con la formazione.

4- VALUTAZIONE DEI RISCHI
Per una gestione del rischio efficace ogni struttura:
- dovrebbe esprimere in che modo intende applicare una politica della tolleranza zero, ovvero comunicare come intende creare le condizioni per poter affermare la tolleranza zero. Le modalità di comunicazione tra ospedale e utenti, pazienti ma anche parenti, sono uno dei fattori di innesco delle violenze ed aggressioni, quindi da presidiare con un piano di comunicazione specifico, anche incoraggiando gli utenti a dare un feedback per migliorare il servizio.
- procedere alla costituzione di un gruppo di valutazione aziendale composto dalla direzione sanitaria, RSPP, affari legali e/o gestione risorse umane, Clinical Risk Management, Medico competente, RLS, Responsabile della formazione, un rappresentante del personale di vigilanza, della professione infermieristica e medica e di altre competenze quali quelle rinvenibili nella Psicologia Aziendale, CUG, URP....
- realizzare una valutazione del rischio aggressione che permetta di analizzare e correggere i fattori che possono condurre a fenomeni violenti. I fattori da indagare attengono al tipo di servizio ed alle modalità con cui questo viene erogato, all’organizzazione del lavoro (turni, orari, tempi di attesa, etc.) alle caratteristiche strutturali del luogo in cui viene offerta la cura (lay out, arredo, comfort, percorsi adeguati) ed alla formazione.
- incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi fornendo una scheda di segnalazione agile.
- facilitare il coordinamento con le Forze dell’ordine o altri soggetti che possano fornire un valido supporto per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari.
- definire il sistema di supporto alla vittima ed al gruppo di appartenenza.
Rimaniamo a disposizione per chiarimenti assicurando che metteremo a disposizione dell’Osservatorio gli ulteriori approfondimenti del Gruppo di Lavoro CIIP sul tema della violenza. In Allegato una prima proposta operativa di valutazione del rischio aggressioni in sanità: analisi dei fattori trasversali presenti nelle linee di indirizzo regionali.

Milano 6 giugno 2022
 

Il Presidente CIIP
dr.ssa Susanna Cantoni
La coordinatrice Gruppo CIIP Stress
dr.ssa Antonia Ballottin


Allegato


fonte: ciip-consulta.it