ANMA
NOTA CIRCA IL PROTOCOLLO DI INTESA DEL 30 GIUGNO: RUOLO E RESPONSABILITÀ DEL MC
5 luglio 2022


Il Protocollo di intesa è stato aggiornato fra il Ministero del Lavoro, il Ministero della Salute e le Parti Sociali per la prevenzione della diffusione del COVID-19 nei luoghi di lavoro. Come già anticipato lo scorso venerdì per lo più si tratta di indicazioni riprese e confermate dai precedenti documenti.
Alcune novità riguardano i presidi di prevenzione delle vie respiratorie: si conferma la non obbligatorietà all’uso ma si indica una forte raccomandazione. Il presidio di riferimento è la maschera filtro FFP2, che deve essere messa a disposizione di tutti i Lavoratori con l’intento di favorire la protezione degli stessi in tutte le situazioni di rischio (assembramenti, impossibilità di garantire distanza di almeno 1 metro anche per brevi attività, etc.).
In ultimo, nell’ambito della collaborazione del Medico Competente alla Valutazione dei Rischi (come richiamerà al successivo punto 10: “Il medico competente collabora con il datore di lavoro, il RSPP e le RLS/RLST nell’identificazione ed attuazione delle misure volte al contenimento del rischio di contagio da virus SARS-CoV-2/COVID-19.“) il Protocollo come aggiornato richiede che il Datore di Lavoro provveda ad attuare le specifiche indicazioni che il MC o (sottolineiamo o) il RSPP daranno in merito a gruppi di Lavoratori o situazioni di soggetti fragili (così recita il testo al punto 6, secondo capoverso: “Inoltre, il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati, individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili.“).
Queste sono attività che il MC sta già svolgendo dall’inizio della pandemia, spendendosi insieme a tutti gli attori responsabili dell’azienda al fine di contenere l’infezione da SARS-CoV-2 nelle aziende che gli sono affidate.
Far discendere da questo, come abbiamo letto in alcuni autorevoli organi di stampa e come sembrerebbe intendere qualche nota interpretativa di queste ore, che il Medico Competente diventi il dominus che decide chi deve portare o no la maschera filtro FFP2 (immaginiamo in modo continuo perché nelle situazioni a rischio essendo raccomandato a tutti nessuna azienda si sottrarrà alla cogenza di questa misura) è una conclusione che non corrisponde ai contenuti del Protocollo – che come si è visto, e lo ripetiamo, conferma invece il ruolo del MC come collaboratore del Datore di Lavoro alla Valutazione dei Rischi – e soprattutto è contraria alle norme vigenti. Tanto più quando si fa seguire a questo ragionamento, in queste interpretazioni come riportate dalla stampa, una sorta di traslazione delle responsabilità proprie del Datore di Lavoro per attribuirle al MC. Secondo questa interpretazione il MC – che non ha poteri decisionali e di spesa, è presente in azienda in modo discontinuo, ha un controllo dei processi aziendali ovviamente limitato, riceve informazioni filtrate, segue una quantità di aziende molto spesso appartenenti alla fascia delle PMI e delle microimprese, non partecipa alla stesura di questi Protocolli di Intesa – diventerebbe una sorta di demiurgo dell’emergenza COVID-19.
La sola lettura possibile del Protocollo è invece quella che riporta la dinamica alla collaborazione fra Datore di Lavoro e Medico Competente che nel caso della pandemia è stata fruttuosa e decisiva e che crediamo vada estesa a tutti i livelli di rischio per la Salute e la Sicurezza dei Lavoratori.


fonte: anma.it