SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Giunte e Commissioni

Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche»

Seduta 98: mercoledì 7 marzo 2012

Comunicazioni del presidente sulla recente audizione del dottor Giancarlo Caselli e del dottor Raffaele Guariniello, in merito alla proposta di istituzione di una procura nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro

Presidenza del presidente TOFANI

Sulla pubblicità dei lavori

PRESIDENTE
Avverto che della seduta odierna sarà redatto e pubblicato il Resoconto stenografico.
Propongo altresì di attivare, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, del Regolamento interno della Commissione, il circuito audiovisivo. Non facendosi osservazioni, tale forma di pubblicità è adottata per il prosieguo dei lavori.

Sui lavori della commissione

PRESIDENTE
Onorevoli colleghi, prima di passare all'argomento all'ordine del giorno della seduta odierna, vorrei fare due brevi considerazioni.
La prima riguarda un'iniziativa che questa Commissione ha assunto con una lettera dello scorso 29 febbraio inviata al ministro del lavoro Fornero per segnalare alcuni problemi interpretativi in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro legati al testo dell'articolo 14 del decreto-legge n. 5 del 2012 (cosiddetto "decreto semplificazioni"), in discussione presso le Commissioni riunite I e X della Camera dei deputati. In effetti quell'articolo, ed in particolare il comma 4, lettera f), è stato modificato con il consenso del Governo, che si è dichiarato favorevole all'emendamento presentato dai colleghi Boccuzzi e Damiano, su cui si è creata una maggioranza che ha consentito di approvarlo. Mi dispiace però che tale maggioranza non sia stata compatta (mi riferisco in particolare al PdL) e che alcuni colleghi abbiano votato a favore, mentre altri hanno ritenuto di non votare l'emendamento e altri ancora di astenersi. In effetti, senza tale modifica saremmo andati verso una totale deregulation, nel senso che talune interpretazioni della normativa potevano essere tali per cui soggetti esterni accreditati a livello comunitario (quindi stiamo parlando di 27 Paesi) o internazionale avrebbero potuto certificare la corretta gestione della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro e quindi svolgere un'opera di supplenza nei confronti degli organismi pubblici preposti a tali controlli. Grazie a questa iniziativa formale dei colleghi che hanno presentato l'emendamento, alle loro convinzioni, ma anche grazie alla nostra iniziativa, si è potuta ristabilire l'esclusione delle problematiche relative alla sicurezza e alla salute sugli ambienti di lavoro da questo nuovo meccanismo di certificazione e di semplificazione dei controlli.
Chiaramente in questa esclusione non sono stati compresi altri settori ugualmente importanti e attinenti alla tutela della salute, quali la sanità, l'ambiente e l'alimentare, che esulano dalle nostre competenze, ma su cui sarebbe auspicabile intervenire. Credo che se dovessimo avere l'opportunità di votare in Senato potremmo estendere questa tutela ad altri ambiti non secondari per la qualità della vita delle persone. Debbo dare atto in modo particolare al dottor Rino Pavanello della CIIP (Consulta interassociatva italiana per la prevenzione) di essersi immediatamente attivato in questo senso e di averci in qualche modo ricordato che sarebbe opportuno garantire questo concetto di tutela in senso più ampio. Ancora una volta la nostra Commissione, così come abbiamo ricordato alla signora ministro Fornero, si è inserita nell'iter di approvazione di una norma per evitare che potessero essere messe in discussione le prerogative degli organismi istituzionali preposti alla salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nel frattempo ho ricevuto sollecitazioni per capire come si è svolto l'incidente mortale avvenuto la settimana scorsa qui a Roma ai danni di un giovane operaio, in un cantiere dei lavori per la costruzione della linea C della metropolitana. Anche rispetto a questo evento ci siamo mossi tempestivamente e di ciò debbo ringraziare l'Ufficio di segreteria. Abbiamo avuto delle difficoltà a svolgere le audizioni presso la prefettura, come facciamo abitualmente. Infatti, pur dando la massima disponibilità per l'organizzazione delle audizioni, la prefettura di Roma non ha a disposizione una sala con un'anticamera dove poter far aspettare i vari audendi e garantire loro la necessaria privacy in un luogo idoneo, quindi abbiamo ripiegato sulla struttura interna del Senato.
Vorrei chiarire questo aspetto, perché forse non siamo stati sufficientemente chiari nella comunicazione: quella di domani è una missione come le altre che abbiamo svolto in diverse parti d'Italia, ma nella fattispecie si terrà a Roma; le audizioni non si svolgeranno presso la prefettura non avendo la stessa locali idonei. Preciso tale aspetto anche perché domani mattina è convocata l'Assemblea. Abbiamo chiarito - ma se ce ne fosse bisogno lo faremo ulteriormente - che non svolgeremo attività ordinaria di Commissione in vigenza di una convocazione dell'Assemblea, bensì una missione a Roma, pur essendo costretti a servirci dei locali del Senato poiché quelli della prefettura non sono idonei. Questo per chiarezza, viste le osservazioni che sono state fatte da parte di qualche collega. La missione non è composta solo dal sopralluogo, ma anche dalle audizioni: il fatto che si terranno in Senato non significa che non si tratti di una missione, tant'è vero che abbiamo seguito in modo pedissequo le procedure che seguiamo quando ci rechiamo in missione altrove. Se qualcuno poi dovrà recarsi in Aula a votare lo farà, anche se non ritengo che dobbiamo porci questo problema, posto che nel calendario dei lavori di Assemblea non mi sembra siano previste votazioni che possano essere oggetto di confronto e di scontro. Mi premeva chiarire tale aspetto perché avrebbe potuto dare luogo ad equivoci.

Comunicazioni del Presidente sulla recente audizione del dottor Giancarlo Caselli e del dottor Raffaele Guariniello, in merito alla proposta di istituzione di una procura nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro

PRESIDENTE
L'ordine del giorno reca comunicazioni sulla recente audizione del dottor Giancarlo Caselli e del dottor Raffaele Guariniello in merito alla proposta di istituzione di una procura nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro, svolta lo scorso 15 febbraio.
Prima di entrare nel merito dell'argomento, rilevo che questa è anche l'occasione per segnalare eventuali altri temi che i colleghi ritenessero opportuno inserire nel dibattito. L'argomento oggetto della seduta ci interessa per due motivi. Innanzitutto, il tema legato alle audizioni da noi svolte (quella del dottor Guariniello in modo particolare) sull'ipotesi di istituzione di una procura nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro. In effetti, di questo parleremo oggi. Teniamo presente anche che questo tema è stato inserito nella risoluzione che noi abbiamo votato in Assemblea lo scorso 7 febbraio a esito della discussione sulla nostra ultima relazione intermedia, quindi non si tratta di un nuovo approccio da parte di questa Commissione, ma di un argomento che in qualche modo, in parte o completamente, è stato condiviso inserendolo appunto nella risoluzione che abbiamo votato e con la quale lo ponevamo all'attenzione del Governo.
Noi ci siamo già mossi su questo fronte. Non su quello dell'istituzione di una procura nazionale (rispetto alla quale è da valutare se siamo d'accordo oppure no, se essa sia opportuna oppure no; ritengo che ognuno di noi abbia le proprie convinzioni e le proprie sensibilità al riguardo), ma circa la qualità dell'attività del magistrato che si interessa di certe tematiche.
Più di un anno fa, infatti, abbiamo inviato una lettera a tutte le procure generali d’Italia, chiedendo la cortesia di diramare il messaggio secondo cui coloro che svolgono le indagini sugli infortuni che avvengono su strada (non stiamo parlando di incidenti in itinere, ma di quei soggetti che, in orario di lavoro, svolgono attività su strada e hanno esigenze di mobilità) affrontino le prime indagini non, come spesso accade, considerando l'infortunio come un incidente stradale fine a se stesso, bensì analizzando la scena del sinistro come scena dell'infortunio.
Da questo punto di vista, abbiamo già sentito l'esigenza di avere approcci più diretti e collaborativi con la magistratura, così come ci siamo resi conto, nelle varie missioni che abbiamo svolto, di aver incontrato magistrati con livelli diversi di conoscenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Questa, però, non è una critica perché se un magistrato non dispone di una struttura organizzativa, se non c'è una sezione apposita, se non c'è una procura particolarmente attrezzata per svolgere questo lavoro e i magistrati sono pochi, il responsabile di quella procura non può decidere che vi sia un team che si interessa solo di questi problemi.
In occasione dell'audizione del dottor Guariniello abbiamo richiamato l'episodio in cui ci siamo trovati nella situazione paradossale di un magistrato che ci ha comunicato, in relazione alle indagini su un infortunio, di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Un altro paradosso si è verificato quando un altro magistrato non voleva farci entrare alla ThyssenKrupp di Torino subito dopo la tragedia perché erano stati apposti i sigilli. Nel primo caso, non abbiamo avuto grande fortuna mentre, nel secondo, essendo il capo di quella procura il dottor Caselli, il problema è stato immediatamente risolto facendo comprendere a quel magistrato che noi, in quanto Commissione parlamentare d’inchiesta, avevamo la competenza per poter entrare anche là dove era impedito l'accesso.
Questi esempi che sto riportando sono i più evidenti - ma ve ne sono anche altri minori - e danno la misura di come forse sarebbe opportuno un approccio diverso da parte degli organi inquirenti nel momento in cui si determinano infortuni gravi e, soprattutto, si verificano morti sul lavoro. Per ricordare anche la portata delle riflessioni del dottor Guariniello, vorrei leggere alcune righe della relazione da lui svolta in Commissione dove egli afferma: «Occorre prendere atto, senza falsi pudori, che l'intervento dell'autorità giudiziaria a tutela della sicurezza del lavoro non è stato finora soddisfacente. È un fatto che in alcune zone del nostro Paese i processi penali in materia proprio non si fanno, mentre in altre zone si fanno, ma spesso con una tale lentezza che prima di arrivare al verdetto finale della Corte di cassazione si concludono con la prescrizione del reato. La conseguenza è devastante. Si è diffuso, nella sostanziale indifferenza di pur autorevoli istituzioni giudiziarie, un senso di impunità (in danno dei lavoratori e delle imprese virtuose) e l'idea che le regole ci sono, ma che si possono violare senza incorrere in effettive responsabilità».
Avete tutti tale documentazione, perché mi sono premurato d'inviarvela. Ho voluto richiamare soltanto questo incipit della relazione del dottor Guariniello per entrare nel vivo del tema e, quindi, sentire delle prime valutazioni.
Concludo dicendo che noi oggi non dobbiamo prendere una decisione definitiva su questo argomento, ma che ci è stato offerto un importante spunto, che sicuramente non può essere considerato uno spunto polemico, atteso che esso è venuto dal mondo della magistratura o, comunque, da due autorevolissimi magistrati che ci hanno riferito di avere anche un problema di interna corporis, costituito dal fatto che spesso il lavoro svolto da parte della magistratura non è soddisfacente. Su questo punto vi chiederei di fare, se ritenete, le vostre valutazioni. Ritengo altresì corretto, di fronte a un documento così importante, presentato da autorevoli personaggi, non lasciar cadere la questione, ma far sì che essa diventi oggetto di riflessione. Tale riflessione, poi, potrà portarci ad una conclusione in un senso o nell'altro. Si tratta, però, di questione degna di grande attenzione.

DE LUCA
Presidente, desidero ringraziarla per l'azione che stiamo svolgendo come Commissione rispetto a questo tema così delicato e certamente importante da affrontare.
Io non riferirò la mia personale opinione in proposito, non mi sembrerebbe giusto, anche per il ruolo di responsabilità che ricopro all'interno del mio Gruppo. Ritengo, però, che la sentenza ThyssenKrupp apra uno squarcio su una situazione che è stata affrontata, di fronte a simili tragedie, sempre in modo puramente emotivo per poi trascinarsi, come sempre capita nel nostro Paese (ma lo dico da un punto di vista culturale e non di appartenenza politica) e come avvenuto anche per il decreto legislativo n. 81 del 2008, che è stato una grande conquista ma ha presentato ritardi sul piano dell'attuazione dei decreti delegati. Come spesso accade, il legislatore approva una legge ma alla fine questa non viene applicata. Quindi la proposta del dottor Caselli e del dottor Guariniello - due magistrati il cui valore in questo settore è riconosciuto -, anche per l'alta valenza istituzionale, merita una approfondita riflessione.
Sul piano più generale, non possiamo non cogliere il grido di allarme per i numerosi casi di infortuni e morti sul lavoro che si registrano nel nostro Paese. Sarebbe quindi auspicabile, anche nel breve periodo, avere la possibilità di un confronto, per dare una risposta in termini definitivi. Lei ha ragione, Presidente, quando parla della necessità di una specializzazione di un settore della magistratura. Nelle audizioni che abbiamo svolto sul territorio abbiamo sentito ripetere che non ci sono i mezzi, non ci sono le attrezzature, non ci sono le professionalità. Così alla fine si dà un incarico ad un consulente, che non sempre però è all'altezza (anzi spesso si creano più guasti di quanti non se ne siano verificati con l'incidente stesso). Quindi, anche tenuto conto di come stiamo lavorando, in piena sintonia e senza alcuna distinzione di appartenenza politica, una decisione sul punto potrebbe essere un ulteriore passo avanti rispetto a quanto con la relazione intermedia, gli spunti legislativi e le indicazioni al Governo, abbiamo già fatto.
Sottolineo l'importanza di prenderci del tempo per un confronto, interno ed esterno, posto che dobbiamo fare un passo avanti rispetto a questo passaggio.

ROILO
Signor Presidente, convengo con quanto diceva il collega De Luca sull'opportunità di una riflessione sul tema, che certo non penso possa concludersi in questa seduta. Fatta questa premessa, vorrei, in maniera interlocutoria, esporre la mia opinione. Il tema non è nuovo, ma è reale. Ricorderà infatti che analoga problematica era stata segnalata dal dottor Guariniello già nella precedente legislatura, quando aveva avanzato la medesima proposta di istituzione di una procura nazionale. Peraltro in occasione di alcune audizioni sulle malattie professionali è stato sollecitato un approfondimento. In effetti la magistratura su questo versante non sempre riesce a dare delle risposte adeguate. Che sia un tema reale e da approfondire è quindi certo. Sul fatto che la risposta debba essere quella di una procura nazionale, francamente ho dei dubbi. Ho l'impressione, infatti, che ci sia bisogno piuttosto di specializzare le varie procure, in modo che, soprattutto nel rapporto con il territorio, siano in grado di rispondere alle esigenze da affrontare, sia sul versante degli infortuni e degli incidenti mortali sia sul versante delle malattie professionali.

NEROZZI
Signor Presidente, come lei ha detto nell'introduzione e come hanno sottolineato anche i colleghi Roilo e De Luca nei loro interventi, credo che la questione sia importante e concreta. Come emerso nelle varie audizioni, c'è un problema sia dal punto di vista dell'organizzazione del potere giudiziario - che investe aspetti costituzionalmente rilevanti - sia da un punto di vista più generale - che abbiamo già affrontato e che forse converrà affrontare nuovamente prima dalla fine della legislatura - concernente il coordinamento e la centralizzazione degli interventi.
Riprendendo quanto ha detto il collega De Luca, se siamo tutti d'accordo proporrei di audire sul tema il Ministro della giustizia nonché i rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura. L'audizione del Ministro è indispensabile, in quanto si pone la questione di come riorganizzare la giustizia e quella del CSM e pertanto dobbiamo sapere come gli interessati vedono questo problema, evitando però di entrare in un dibattito tra le singole procure.
La mia personale opinione è che il problema esiste, è serio e va risolto. Tuttavia, al discorso dell'autonomia organizzativa delle singole procure - come ci è capitato di sentire in occasione dell'incidente nella fabbrica di fuochi d'artificio in provincia di Frosinone - non ci credo. Ci vorrà pure qualcuno che possa intervenire, da una posizione sovraordinata, su situazioni chiaramente deficitarie! Nello specifico, infatti, non mi risulta stia andando avanti alcun tipo di indagine con quella rapidità che il caso meritava. Quindi credo che un incontro della Commissione con il Ministro della giustizia sia indispensabile, anche per sentire come pensa di riorganizzare il settore (c'è poi un problema più generale di riorganizzazione delle procure). A questo punto saremo nelle condizioni di farci una nostra idea. Inoltre inserirei tale iniziativa nell'ambito di un ragionamento di ordine più generale su quanto non sta funzionando sulle attività di vigilanza e di prevenzione, in assenza di un adeguato coordinamento. Non abbiamo ancora concluso i nostri lavori, però non possiamo negare che un problema di coordinamento esiste. Ormai è evidente. Non ne conosciamo ancora le dimensioni, ma è molto diffuso.
Rispetto al primo punto, Presidente, pubblicherei anche sul sito Internet della Commissione la sua lettera al Ministro del lavoro sull'articolo 14 del decreto semplificazioni: gli emendamenti sono il risultato delle buone iniziative che prendiamo e che pertanto sarebbe utile rivendicare maggiormente (anche perché in questa vicenda abbiamo ricevuto insulti quando il provvedimento non era nemmeno all'esame del Senato). In base alle mie informazioni posso affermare con sicurezza che la lettera non è stata irrilevante. Sono quindi dell'avviso di dare adeguata pubblicità a quello che abbiamo fatto e al risultato che ha prodotto; ben venga l'autonomia della Camera, ma reputo importante sottolineare che noi non siamo stati a guardare.

GRAMAZIO
Signor Presidente, ritengo che bene lei abbia fatto ad aprire questa discussione sulla proposta del dottor Guariniello e del dottor Caselli. Tuttavia vanno prese in considerazione anche le competenze delle singole procure, posto che l'idea di dedicare attenzione al problema istituendo una superprocura sicuramente non troverà d'accordo le altre. Ricordiamo bene i conflitti di competenza e le resistenze che si sono verificate allorché sono state create alcune superprocure, quindi questo ragionamento va approfondito con gli organi del potere giudiziario, ancor più che sul piano politico. Mi chiedo poi se il Governo tecnico riuscirà ad assumersi la responsabilità di fare questa scelta, perché togliere alle procure le competenze oggi in capo ad esse per attribuirle ad una superprocura rappresenta un cambiamento epocale del sistema. I magistrati di altissimo livello che abbiamo incontrato in questa sede sono stati capaci di richiamare l'attenzione proprio per la loro competenza e probabilmente perché la procura di Torino ha fatto cose che quelle di Roma o di Palermo non hanno fatto. Peraltro, nei riguardi del dottor Caselli si è registrata un'attenzione particolare da parte del Presidente della Repubblica in relazione agli avvenimenti di cui è stato recentemente vittima. Non vorrei che creando una struttura come quella richiamata, innescassimo una lotta tra magistrati. Mi chiedo altresì se tali proposte siano state illustrate dalla procura di Torino ai vertici della magistratura e se sia già stato aperto un dialogo in questo senso.
Vorrei ora riallacciarmi al recente infortunio sul lavoro verificatosi a Reggio Calabria durante le operazioni di allestimento del palco per un concerto, nel quale è morto un giovane operaio. Non devo ricordare a lei, Presidente, che prima di Natale un giovanissimo studente lavoratore è morto a Trieste sempre per il crollo di un'impalcatura per l'allestimento di un concerto; peraltro, guardando le riprese televisive ci si accorge che il crollo è avvenuto in entrambi gli incidenti dalla stessa parte. Mi chiedo cosa si stia facendo in questo campo e come ci si stia muovendo. Mi permetto di ricordare che prima di Natale in Aula avevo chiesto al Ministro del lavoro quali iniziative intendesse adottare prima che venissero montati in tutta Italia i grandi palchi per i concerti di Capodanno; faccio rilevare che bisognerà altresì prestare molta attenzione al fenomeno prima dell'estate, quando saranno organizzate grandi tournée e montati palchi ovunque. Vorrei sapere chi sta facendo i controlli: le procure della Repubblica? I prefetti? I vigili del fuoco? Abbiamo riscontrato che purtroppo vi possono essere conflitti di competenze, carenze di coordinamento e sovrapposizioni ed è dimostrato che in questo spazio si infila gente senza scrupoli, riuscendo a ricavarne lucro ma potendo causare la perdita di vite umane. Occorre dunque prestare grande attenzione.
Per tornare al tema della seduta di oggi, ritengo che in primo luogo vadano ascoltati i due Ministri competenti, quello del lavoro e quello della giustizia, per conoscere le loro posizioni su questo argomento; in un secondo tempo dovremo conoscere le posizioni dei vertici della magistratura, che gode di una sua autonomia. Faccio un esempio: anche nel caso in cui si istituisse la superprocura non vi sarebbe certezza su coloro che potrebbero essere i superprocuratori designati. Vorrei quindi sottoporre alla sua riflessione questo tema, anche perché lei ci ha permesso di entrare nel merito del problema proprio grazie alle audizioni che abbiamo svolto.

PRESIDENTE
Penso che in questa prima fase, principalmente interlocutoria, potremmo procedere come segue: in primo luogo, mi sembra corretto sentire l'opinione del Governo; in secondo luogo, potremmo audire non il CSM, bensì i rappresentanti della magistratura. Ritengo che comunque stiamo cogliendo un importante obiettivo, ovvero una maggiore specializzazione dei magistrati che si occupano della materia antinfortunistica. Ricordo che si confrontano due posizioni: quella del dottor Guariniello, che propone l'istituzione di un'organizzazione nazionale, addirittura una procura nazionale ad hoc, e quella del senatore Paravia, che è invece orientato alla creazione di un'Autorità di settore. Ad ogni modo, l'importante è accendere un faro sull'esigenza di una maggiore specializzazione dei magistrati che si occupano di questi temi. Ciò andrebbe a vantaggio di tutti, perché una conoscenza e una competenza qualificata aiutano tutti, soprattutto la giustizia. Ritengo pertanto che avviare questo confronto senza soluzioni aprioristiche serva anche alla nostra Commissione per dare un contributo. Come rilevava il senatore Nerozzi, il Ministro della giustizia si sarà posto questo problema con riguardo alla riorganizzazione del settore; quindi ascolteremo i magistrati che, proprio per la loro attività, non possono essere tralasciati. Alla fine potranno emergere altre proposte e altre idee, che devono tuttavia essere concrete, efficaci e non di carattere burocratico.
Quindi, se siamo d'accordo, potremmo seguire questo percorso per condurre un'istruttoria su tale questione, lasciando da ultime le valutazioni di merito.

PARAVIA
Presidente, sono totalmente d'accordo con la sua proposta poiché essa va nel senso di raccogliere ulteriori opinioni in merito a quanto prospettato dal dottor Caselli e dal dottor Guariniello. Ascoltare l'Associazione nazionale magistrati è certamente cosa da fare. Valuterei però con attenzione il fatto che al suo interno le correnti sono numerose. Purtroppo il male del nostro Paese è proprio l'eccessivo frazionamento delle posizioni.

PRESIDENTE
Senatore Paravia, nell'Associazione nazionale magistrati sono rappresentate tutte le correnti.

PARAVIA
Sì, Presidente, ma noi dobbiamo parlare con una voce sola. Ovviamente, voi sapete bene che c'è la componente di Magistratura Democratica, che c'è la componente di Magistratura indipendente e altre componenti, tuttavia noi dobbiamo ascoltare l'Associazione nazionale magistrati nella persona del suo presidente. Attualmente questa carica è ricoperta da Luca Palamara, che non so se verrà riconfermato (penso di no, perché già si fanno altri nomi).
Soprattutto, dobbiamo acquisire le opinioni del Governo, perché il problema che questa Commissione nel corso della sua attività ha spesso toccato con mano è l'insufficienza dei tanti - forse troppi - enti preposti. Abbiamo potuto verificare le contraddizioni e le sovrapposizioni presenti nelle ASL, negli uffici dipartimentali del Ministero del lavoro, nel Corpo dei vigili del fuoco. Proprio dal dottor Guariniello e dal dottor Caselli è stato detto testualmente (come ho verificato dal resoconto stenografico dell'audizione) che in realtà, a parte la loro procura che si distingue per l'eccellenza, nelle procure medio-piccole si registrano carenze di professionalità che non permettono al cittadino di poter guardare con fiducia alla capacità inquirente della magistratura perché, di fatto, loro stessi ammettono che in realtà sul territorio nazionale vi sono numerose sacche di inefficienza. Di fronte ad ammissioni così gravi ritengo - e non perché io tenda ad innamorarmi delle mie proposte - che sia da valutare molto seriamente la creazione di una sorta di autorità che abbia caratteri di terzietà piuttosto che di una procura nazionale.
Valuto quindi con favore, Presidente, l'avvio di questa sua iniziativa di approfondimento, ascoltando anzitutto cosa i Ministeri competenti stanno pensando di fare per agire con maggiore concertazione e dare direttive più specifiche. Non dimentichiamo, poi, che le Regioni sono coinvolte per buona parte in queste problematiche. Di fronte ad una materia così complessa è sicuramente opportuno approfondire ulteriormente, tuttavia proprio la necessità di ricondurre ad una sintesi mi fa fin d'ora essere contrario all'ipotesi di una procura nazionale, laddove sarei favorevole alla creazione di una autorità indipendente, che intervenga con direttive precise, così come accaduto nel settore energetico. Quella di una superprocura che dà disposizioni alle ASL o al Ministero dell'interno francamente non mi sembra una proposta seria.

PRESIDENTE
Ritengo che trattandosi di un'attività della magistratura sia difficile immaginare una supervisione affidata ad un'Authority di tipo amministrativo, perché un'Authority non può entrare nei poteri costituzionali propri del potere giudiziario. Comunque, alla luce anche delle dichiarazioni che abbiamo raccolto, è evidente la necessità di un miglioramento del coordinamento e della specializzazione dei magistrati inquirenti, anche senza arrivare alla definizione di una struttura unica nazionale.
Accanto a questo problema, atteso che ci stiamo avviando alla conclusione della legislatura, in base ai dati che stanno emergendo con insistenza in riferimento al coordinamento delle attività sul territorio, dovremmo decidere (con una scelta che è tutta nostra, perché esclusivamente politica) se non sia arrivato il momento di stabilire se questa importante materia debba restare oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni o debba essere ricondotta alla gestione esclusiva dello Stato, fermo restando il ruolo delle Regioni e di tutte le strutture presenti sul territorio. Abbiamo il dovere morale di dare questa risposta perché abbiamo constatato, e stiamo constatando, che purtroppo il coordinamento non funziona. In effetti, il collega Nerozzi non riferiva nient'altro che quanto abbiamo scritto nella relazione e votato nelle risoluzioni.
A distanza di quattro anni dalla sua approvazione, il decreto legislativo n. 81 del 2008 non trova risposte concrete. Questo è un tema politico importante, come anche è importante poterlo inserire nel dibattito più generale adesso, se è vero che si sta per aprire una nuova stagione di riforme istituzionali. Questa è l'occasione per una riflessione approfondita su tali aspetti, che convergono peraltro verso un unico obiettivo: una maggiore efficienza, una maggiore presenza, una maggiore formazione e una maggiore cultura. Dobbiamo affrontarli ora, altrimenti non avremo più tempo. Capisco come rivedere la Costituzione, che è stata modificata undici anni fa, possa rappresentare anche un problema politico, tuttavia se c'è qualcosa che non funziona a dovere, a distanza di tutto questo tempo, dobbiamo prenderne atto.
Cari colleghi, quando ci rechiamo sul territorio e vediamo che solo le prefetture più attive creano tavoli di concertazione, dimenticando che esiste una norma precisa in materia, già contenuta nella legge n. 123 del 2007, approvata prima del decreto legislativo n. 81 del 2008, ciò vuol dire che il coordinamento affidato alle Regioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro non sta funzionando come dovrebbe. Quindi, vi invito a svolgere un'ulteriore riflessione su questi grandi temi, anche per cercare di condurre a sintesi il lavoro che abbiamo svolto durante questi cinque anni.

NEROZZI
Presidente, vorrei aggiungere che nell'ambito del dibattito che si sviluppò sul Testo unico, forse addirittura nella relazione introduttiva al decreto svolta dall'allora ministro Damiano o in qualche dispositivo, fosse prevista la costituzione di un'Agenzia, che poi non si è tramutata in realtà. Forse gli Uffici potranno aiutarci nella ricerca.

PRESIDENTE
Sì, ne abbiamo parlato.

NEROZZI
Poi l'idea naufragò con la fine della legislatura.

PRESIDENTE
Dunque un elemento di sintesi ci vuole.

NEROZZI
Mi preoccupo sempre quando si parla di Authority perché di quelle istituite non ne ha funzionato una, però sono aperto al dibattito. In ogni caso, qualcosa bisogna trovare per completare la riforma.

PRESIDENTE
Ringrazio i colleghi per il prezioso contributo offerto ai lavori e dichiaro conclusa la seduta.


Note: Testi non rivisitati dagli oratori
Fonte: Senato della Repubblica