Olympus e la sua filosofia.
A proposito di una recente iniziativa in materia di diritto della sicurezza sul lavoro

di Paolo Pascucci



La tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro è materia strettamente connessa all’attuazione di una parte essenziale dei principi della nostra Costituzione, quella concernente la salvaguardia del diritto alla vita, all’integrità psico-fisica ed alla dignità della persona. Da questa fondamentale consapevolezza trae origine Olympus, l’Osservatorio finalizzato a monitorare l’evoluzione della produzione legislativa (comunitaria, nazionale e regionale) e dell’elaborazione giurisprudenziale (di legittimità e di merito) in tema di sicurezza sul lavoro, nato da un’idea maturata in seno alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, che ha subito trovato favorevole accoglienza presso i vertici della Regione Marche e della Direzione Regionale INAIL delle Marche. Queste tre istituzioni, sottoscrivendo il 16 gennaio 2006 un’apposita Convenzione, hanno ritenuto di unire le proprie risorse organizzative, le competenze, le esperienze e le tante professionalità di cui dispongono, per sviluppare una mirata strategia di coordinamento e di sinergia in materia di sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è quello, da un lato, di supportare l’attività di ricerca scientifica e didattica universitaria e post-universitaria, dall’altro, di realizzare uno strumento particolarmente efficace e qualificato in grado di coadiuvare tutti coloro che a vario titolo si occupano di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro: istituzioni, enti pubblici e privati, parti sociali, ordini professionali, singoli operatori.

Olympus nasce pertanto come una struttura finalizzata alla ricerca in ambito accademico, ma con la volontà di fungere da sostegno per chiunque sia attivo nel campo della sicurezza sul lavoro. D’altra parte, che quest’ultima sia materia interdisciplinare è fuor di dubbio; così come altrettanto evidente è che, per affrontare adeguatamente le complesse problematiche ad essa connesse, occorre un approccio altrettanto multi-professionale: la sicurezza è terreno bisognoso del paziente intervento di molti, perché, purtroppo, il fenomeno infortunistico affonda le proprie radici in inerzie, prassi, apatie di antica memoria. Ed anche in ciò sta l’interesse e l’attualità di questa iniziativa: nel fatto, cioè, che la potenziale capacità di dare risposta a questa istanza di “cooperazione” appare insita nello stesso “dna” dell’Osservatorio, nato, come ricordato, da un’iniziativa comune di soggetti istituzionali diversi e con competenze differenti. Esso, quindi, si pone geneticamente come luogo ideale ed aperto di incontro e di confronto fra professionalità e sensibilità culturali di varia provenienza.

Del resto, proprio la creazione di Olympus è stata l’occasione per avviare un’esperienza di ricerca condivisa da un gruppo di giuristi – in particolare, lavoristi e penalisti – che, ad un certo punto del proprio percorso di studio e professionale, hanno ritenuto che fosse giunto il momento di operare una scelta. Pur continuando ad occuparsi delle varie tematiche delle proprie discipline di “appartenenza”, essi hanno individuato nel diritto della sicurezza sul lavoro un oggetto di lavoro comune, scegliendo cioè di essere e fare gruppo, concependo buona parte del proprio impegno in una dimensione non più solo individuale, ma collettiva.

Si tratta di una constatazione solo apparentemente banale. Non si deve infatti trascurare che questa esperienza di ricerca di gruppo è nata in una fase delicatissima della vita dell’Università di Urbino: la fase in cui, a fronte di una drammatica crisi finanziaria, l’Ateneo aveva chiesto al Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica di essere trasformato in università statale ed in cui non v’era ancora certezza circa il positivo esito di tale istanza. Probabilmente, proprio da questa fase di insicurezza e di difficoltà è sorta la consapevolezza della necessità di individuare nuove motivazioni e nuovi obiettivi, al di là di quelle che sarebbero state le future sorti dell’Ateneo. Di qui l’idea, ambiziosa e fors’anche temeraria, di provare a costruire, lavorando in gruppo, un centro di eccellenza del diritto della sicurezza sul lavoro.

Un’idea ad un tempo semplice e però forte. Forte rispetto al tradizionale modo di concepire e fare ricerca in università, dove il lavoro di gruppo, pur esistendo da sempre, è tuttavia legato essenzialmente alle occasioni in cui occorre perseguire un particolare obiettivo (si pensi alle ricerche finanziate), più che costituire un metodo di lavoro permanente.

Un’idea forte anche per quanto riguarda il rapporto tra Università e mondo esterno, rispetto al quale l’Università, attraverso il gruppo di ricerca e la sua attività, si pone in una logica di vero e proprio “servizio pubblico” che si aggiunge alla normale offerta formativa, mostrandosi al contempo attenta a recepire le innumerevoli sollecitazioni provenienti da ciò che la circonda, perché la cultura, massimamente quella della sicurezza, non può prodursi se non attraverso il coinvolgimento costante e paziente di tutti i soggetti interessati, anche esterni alle aule accademiche.

In questo primo anno di vita, l’attività di Olympus si è incentrata nella istituzione di un apposito sito internet dedicato (raggiungibile all’indirizzo http://olympus.uniurb.it), predisposto nell’ambito del sistema informatico dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” ed aperto alla consultazione gratuita di chiunque sia interessato alla materia (soggetti istituzionalmente e territorialmente preposti all’applicazione della normativa in tema di sicurezza del lavoro ed al controllo sulla sua osservanza, ricercatori, studenti, operatori del diritto, pubbliche amministrazioni, imprese e professionisti, associazioni sindacali e datoriali, singoli lavoratori). Il sito è oggetto di un costante aggiornamento ed il lusinghiero numero di visite giornaliere testimonia l’interesse che ha suscitato fra studiosi ed operatori. A pieno regime, le banche dati e gli archivi ivi reperibili, nonché il Bollettino news periodicamente divulgato, assicureranno un costante aggiornamento sulla produzione normativa e giurisprudenziale esistente, unitamente ad una sistemazione ragionata del materiale bibliografico e documentale disponibile al riguardo. A ciò, poi, si aggiungono la promozione e lo sviluppo – da parte dell’Osservatorio – di progetti di ricerca, e, ancora, l’organizzazione di corsi di formazione, lo svolgimento di attività di consulenza, monitoraggio e ricerca specifici su richiesta di enti pubblici e soggetti privati nei settori di competenza.

Tuttavia, mettere a disposizione degli utenti Newsletter e banche dati è sì necessario, ma non sufficiente; in altri termini, non basta curare un elenco aggiornato delle norme vigenti o catalogare le pronunce dei giudici di pari passo con la loro pubblicazione. Monitorare, infatti, significa qualcosa di più: vuol dire individuare, nelle pieghe del caotico panorama normativo italiano, i principi fondanti del nostro ordinamento in materia prevenzionale, così da verificare il maggiore o minore grado di conformità agli stessi dei nuovi interventi legislativi; vuol dire riuscire a cogliere, nella fitta trama delle sentenze di legittimità e di merito, gli orientamenti interpretativi attorno ai quali promuovere il consolidamento di prassi virtuose. Proprio per questo vale la pena ribadire che Olympus non è, né mira ad essere, “solo” un sito internet tra i tanti disponibili in rete, o una banca dati – per quanto sofisticata, in virtù della sua capacità di intrecciare tra loro i dati mediante riferimenti ipertestuali – in concorrenza con quelle già presenti sul mercato. Olympus è, soprattutto, un Osservatorio, ossia uno strumento tramite il quale si operano valutazioni sugli elementi raccolti. Il vero valore aggiunto di Olympus è, dunque, rappresentato proprio dall’osservazione, intesa come attività di studio, commento e ricerca, e come capacità di operare una prudente, attenta, ponderata selezione critico-valutativa dell’enorme massa documentale che nella sua interezza non può essere opportunamente indagata da tutti coloro che vi sono interessati per le più diverse ragioni (di studio, ricerca, lavoro).

In questa prospettiva si è collocato anche il Convegno di studi giuridici dedicato all’emanando Testo unico sulla sicurezza del lavoro, svoltosi in Urbino lo scorso 4 maggio in occasione del primo anniversario di Olympus: un’importante occasione di confronto tra il lavoro del gruppo di ricerca urbinate dell’Osservatorio ed altri studiosi ed esperti, sempre nella logica di fornire un servizio pubblico a chi si occupa della materia.

Se c’è un elemento di cui si avverte oggi la necessità sul versante della sicurezza sul lavoro, questo è certamente quello culturale. Gli strumenti per creare e favorire lo sviluppo di una cultura della sicurezza possono essere tanti. Se Olympus sarà in grado di offrire anche un piccolo contributo in questa direzione, chi, con tanta passione, ne ha promosso la nascita e ne sta sostenendo la quotidiana attività non solo ne sarà soddisfatto, ma si sentirà anche un po’ più utile.

Paolo Pascucci
Straordinario di Diritto del lavoro
nell’Università di Urbino “Carlo Bo”
Presidente della Commissione tecnico-scientifica di Olympus

 

[in corso di pubblicazione sulla Rivista del diritto della sicurezza sociale]