Categoria: Commissione parlamentare "morti bianche"
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SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Giunte e Commissioni

Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche»

Seduta 109: mercoledì 26 settembre 2012

Comunicazioni del Presidente in ordine alle attività di fine legislatura

Presidenza del presidente TOFANI

PRESIDENTE
L’ordine del giorno reca comunicazioni in ordine alle attività di fine legislatura.
Avverto che della seduta odierna sarà redatto e pubblicato il Resoconto stenografico.
Colleghi, mancando ormai qualche mese alla fine della legislatura, ho ritenuto di dover dedicare il nostro incontro di oggi alla definizione di un programma di lavoro della Commissione, così da poter arrivare a redigere ed approvare al più presto la relazione finale sull'attività che abbiamo svolto, da presentare poi all'Aula del Senato. Essendo abbastanza verosimile che l'Aula lavori fino a gennaio - non so se si andrà oltre - e tenuto conto dell'incertezza sulla data delle prossime elezioni politiche (potrebbe anche essere anticipato di qualche settimana l'election day, che coinvolge in questa stagione elettorale anche altri soggetti che si sono per così dire accodati) sarebbe quanto mai opportuno approvare il testo della relazione finale in Commissione entro dicembre, in modo da poterla discutere poi in Aula nella prima seduta utile di gennaio.
Ricordo che la Commissione, al fine di completare il lavoro di conoscenza e di indagine che sta portando avanti per la verifica del funzionamento del sistema di prevenzione e tutela della salute e della sicurezza sul lavoro nei diversi territori, dovrà completare il ciclo di missioni presso le varie Regioni italiane: saremo dunque a Trieste, per il Friuli-Venezia Giulia, il 7 e l'8 ottobre prossimi, a Catanzaro, per la Calabria, il 21 e il 22 ottobre, a Genova, per la Liguria, l'11 e il 12 novembre e infine a Roma, per il Lazio, il 26 novembre. Questo calendario è stato previsto così da consentire agli uffici della Commissione di mettere insieme i dati e le informazioni che emergeranno nel corso di questi incontri ed includerli poi nella relazione finale, in modo tale da fornire un quadro completo dell'inchiesta.
Colgo dunque l'occasione per invitare i colleghi presenti che hanno la responsabilità di coordinamento dei gruppi di lavoro tematici della Commissione ad indicare e trasmettere quanto prima eventuali contributi da inserire nella relazione finale, in modo da poter arricchire maggiormente il nostro lavoro: io stesso mi curerò di inviare una nota per informare e sollecitare in tal senso anche i colleghi che oggi sono assenti.
Ricordo, inoltre, che stiamo seguendo l'iter del disegno di legge n. 3400, recante norme per favorire il miglioramento della sicurezza delle macchine e delle attrezzature di lavoro. Il provvedimento, che è stato sottoscritto da quasi tutti i componenti della Commissione, è attualmente all'esame della Commissione lavoro del Senato. Ringraziando il presidente Giuliano e tutti i colleghi della 8ª Commissione, che si sono attivati al fine di poter discutere quanto prima il testo in sede deliberante, vi informo che mi sono permesso di parlare direttamente anche con il senatore Azzollini, presidente della Commissione bilancio, che speriamo possa esprimere il prescritto parere sul disegno di legge già la prossima settimana.
Ci tengo a precisare che il testo del provvedimento è il risultato di un iter abbastanza impegnativo, che ha visto una stretta collaborazione con il Dipartimento delle politiche comunitarie e con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anche al fine di favorire un'interlocuzione positiva con la Commissione europea, che dovrà dare il placet definitivo, onde evitare che possano emergere profili di conflittualità o addirittura di contrapposizione. Proprio grazie al lavoro che è stato fatto anche dai nostri uffici, sembra che non vi siano ad oggi particolari motivi di contrasto, anche perché il testo è stato più volte perfezionato prima della stesura definitiva. Sarebbe nostra intenzione poter licenziare il provvedimento al più presto ed inviarlo così alla Camera dei deputati per l'approvazione definitiva.
Come certamente saprete, si tratta un disegno di legge abbastanza semplice, che mira essenzialmente a creare un regime quadro che consenta di non computare tra gli aiuti di Stato i contributi erogati per elevare i livelli di sicurezza delle macchine e delle attrezzature di lavoro, così da derogare ai vincoli comunitari previsti al riguardo. Oggi purtroppo la situazione non è questa e ciò rappresenta un problema, proprio per l'esistenza di limiti molto stretti stabiliti per i vari settori dalle disposizioni comunitarie, per cui diventa difficile poter usufruire delle risorse finanziarie pubbliche disponibili per adeguare macchine e attrezzature di lavoro, e questo è davvero un peccato. Tutti i settori produttivi sono interessati, ma in modo particolare il settore agricolo: pensiamo, ad esempio, al regime del de minimis in agricoltura.
Ricordo l'ampio lavoro di approfondimento che è stato condotto su questi temi dalla Commissione, con l'audizione, tra gli altri, dei competenti uffici dell'INAIL, i quali hanno evidenziato come, pur essendoci risorse finanziarie pubbliche disponibili al fine di adeguare i livelli di sicurezza di macchine e attrezzature di lavoro, in molti casi l'opportunità di questi finanziamenti non viene colta proprio per i motivi che ho indicato.
Altro tema del quale ci stiamo occupando, e sul quale mi sembra giusto che la Commissione faccia una riflessione, è quello relativo all'individuazione di uno strumento per rafforzare il coordinamento nazionale delle attività di prevenzione e contrasto agli infortuni e alle malattie professionali svolte dai vari organismi competenti a livello centrale e periferico. Come sapete, questa azione di coordinamento è affidata oggi al Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo n. 81 del 2008 (Testo unico delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro): tale organismo, presieduto direttamente dal Ministro del lavoro, vede la partecipazione sia dei rappresentanti delle Regioni, che dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della salute, oltre ai rappresentanti delle parti sociali.
Lungi da me pensare che il Ministro del lavoro dell'attuale Governo o del precedente non abbiano riservato la dovuta attenzione a questi temi, resta comunque il fatto che non ci sono stati grandi risultati sul fronte del coordinamento. Alla luce di questo dato, e al fine di evitare problemi di competenza con le Regioni, stiamo valutando la possibilità di sostituire il Comitato di coordinamento con un'Agenzia, formata dagli stessi soggetti che fanno parte oggi del Comitato di coordinamento, ma dotata di poteri rafforzati. In questo modo ci sarebbe un direttore responsabile - abbiamo una normativa specifica sulle agenzie - senza tuttavia alcun aggravio di costi, eccetto quello minimo per il direttore, e senza neppure alcuna diminuzione di funzioni in capo ai diversi soggetti costituzionalmente competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in modo particolare delle Regioni, perché esse svolgerebbero lo stesso identico ruolo che hanno oggi all'interno del Comitato. Questa trasformazione probabilmente favorirebbe un'accelerazione anche dell'iter di quei decreti secondari di attuazione del decreto legislativo n. 81 che non sono ancora stati adottati. Al riguardo abbiamo più volte cercato di sollecitare, sia il precedente Governo, nella persona del ministro Sacconi, che il Governo attuale, nella persona del ministro Fornero, ma ad oggi non abbiamo ricevuto ancora risposte concrete ed adeguate.
Se la Commissione è d'accordo, tale soluzione organizzativa potrebbe essere formalizzata in un disegno di legge ad hoc, che costituirebbe il naturale sbocco del lavoro d'inchiesta che abbiamo condotto, dando così un importante segnale istituzionale e politico ad adiuvandum, ai fini cioè di un migliore coordinamento a livello centrale.
Credo che le Regioni non avrebbero grandi difficoltà in tal senso, visto che non vi sarebbe alcuna riduzione del ruolo che esse hanno nella gestione del tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratterebbe solo di precisare qualche dettaglio, visto che al riguardo non pare vi siano ostilità preconcette: c'è già stato un contatto informale con il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che ha mostrato disponibilità a valutare la questione.
Mi soffermo su questo tema perché, essendo ormai arrivati a fine legislatura ed avviandoci alla conclusione dei nostri lavori, ci terrei molto a che anche questo disegno di legge venisse presentato, nella speranza che lo stesso possa essere ovviamente approvato al più presto, ma con l'obiettivo di lasciarlo comunque agli atti parlamentari. Abbiamo infatti notato che vi sono delle problematicità. Come abbiamo scritto nelle nostre relazioni intermedie, esistono problemi abbastanza seri a livello di coordinamento sul territorio, ma esiste anche un problema di coordinamento a livello centrale. Io sono abbastanza soddisfatto del fatto che, a seguito delle nostre iniziative, molte Regioni abbiano inviato quella documentazione prevista dalla legge che prima non perveniva. Stiamo riscontrando che queste relazioni stanno arrivando, posto che è previsto che ogni singola Regione invii annualmente un rapporto sull’attività svolta ai Ministeri della salute e del lavoro.
Certo, si registra anche l'eccellenza di qualche Regione che svolge bene questo lavoro e noi ne abbiamo constatato con soddisfazione l'attività. Riporto l'esempio di un ultimo caso. Parlo della regione Emilia Romagna, dove abbiamo preso atto della dinamicità dell'iniziativa. Vi sono anche altre Regioni che in qualche modo svolgono tale attività mentre altre, come abbiamo detto e scritto in modo ufficiale, hanno un passo più lento.
Questi sono gli auspici che io porgo e mi auguro di interpretare anche le vostre sensibilità e le vostre aspettative, considerato il fatto che abbiamo trascorso cinque anni di lavoro, di impegno e anche di difficoltà nello svolgimento di questa attività. Infatti i membri delle Commissioni d’inchiesta, come la nostra, devono comunque seguire anche i lavori di altre Commissioni o di altri Comitati oltre ai numerosi impegni che noi tutti abbiamo.

DE LUCA
Presidente, il percorso da lei individuato nel corso di questa legislatura ci ha visto sempre abbastanza concordi. Mi permetterei solo di chiedere, rispetto alla prospettiva della relazione conclusiva, anche nei tempi da lei delineati, se fosse possibile, al di là dei ruoli e della responsabilità di ognuno anche a livello dei gruppi di lavoro individuati, avere un ennesimo incontro con il Ministro del lavoro, con riguardo ad alcuni impegni presi e ai decreti attuativi del decreto legislativo n. 81 del 2008.
Non vorrei, infatti, arrivare alla relazione di fine legislatura senza aver verificato se, nel frattempo, si sia compiuto qualche passo avanti o se dobbiamo invece sollecitarne uno ulteriore. Io ritengo che tale richiesta vada nell'indirizzo di quanto esposto dal Presidente. In tal modo avremo una relazione conclusiva nella quale si possano anche verificare i passi avanti che sono stati realizzati e, se necessario, incentivarne altri nei pochi mesi di legislatura che restano.
Vorrei ora ricordare una iniziativa istituzionale che ha avuto qui luogo e che il Presidente ha dato per scontata (ma visto che andiamo verso la fine della legislatura, bisogna prestare un po' di attenzione a tali aspetti). Proprio in Senato, infatti, si è svolto un convegno, alla presenza del Presidente della Repubblica, iniziativa istituzionale meritevole e apprezzata a tutti i livelli.
Nell'ambito delle diverse responsabilità di coordinamento dei gruppi di lavoro, anche in quell'azione di raccordo e di coordinamento fra Stato e Regioni della quale abbiamo parlato più volte (e non voglio qui ripetermi perché ciò fa parte del contenuto della relazione), vorrei sollecitare questa Commissione affinché si adoperi per la definizione del disegno di legge n.
3176, che vede la firma di tutti i Gruppi presenti in Parlamento, recante nuove norme per la limitazione del ricorso al massimo ribasso nelle gare pubbliche. Ritengo che questo provvedimento incontri il favore di tutti. Presidente, dal momento che consumiamo le nostre giornate in Aula (diversamente la stampa riporterebbe che i parlamentari non fanno nulla), cerchiamo di raggiungere qualche risultato concreto rispetto a un disegno di legge che è il prodotto di un lavoro intensissimo svolto da questa Commissione.
Io ritengo che si tratti di un'opera meritevole, anche riguardo alle parole che il Presidente della Repubblica ci ha consegnato, proprio rispetto ad alcuni settori, quale appunto quello dell'edilizia con gli appalti e i subappalti. Poiché lei fa parte della Commissione lavori pubblici, Presidente, se noi esercitassimo una qualche forma di pressione nei confronti della 8ª Commissione e della Commissione bilancio (essendo molto complicato e impegnativo ottenere il parere di quest'ultima), potremmo raggiungere un risultato non irrilevante.
Abbiamo verificato e sottolineato in ogni occasione, lo sappiamo e ce lo hanno ripetuto tutti gli auditi, che circa il 40 per cento degli incidenti, mortali e non, si registrano proprio nel comparto dell'edilizia. Questo sarebbe veramente un risultato notevole per il lavoro della nostra Commissione.

PRESIDENTE
Abbiamo qui un autorevole rappresentante della Commissione bilancio nella persona del senatore Pichetto Fratin. Devo ricordare che la Commissione bilancio, come tutti sappiamo, diventa un collo di bottiglia perché ogni provvedimento deve passare di lì e ottenere il prescritto parere per i profili di copertura finanziaria. E come sappiamo, quella Commissione lavora con ritmi molto sostenuti.

PICHETTO FRATIN
Presidente, in qualità di componente della Commissione bilancio, desidero fare solo una considerazione. Io prendo nota dei due provvedimenti testé segnalati, ma il punto è che l'80 per cento dei disegni di legge fermi in Commissione bilancio manca del parere della Ragioneria generale dello Stato e, quindi, la Commissione bilancio, anche se li prendesse in considerazione dovrebbe poi bloccarli.
Quando i provvedimenti sono giacenti è perché bisogna sollecitare il Ministero dell'economia affinché, in qualche modo, garantisca la copertura sul testo prima ancora che sugli emendamenti. In ogni caso, Presidente, mi farò carico di seguire i due provvedimenti in questione, i disegni di legge nn. 3176 e 3400; oggi stesso cercheremo di sollecitare il Ministero dell'economia affinché, perlomeno, invii il parere.

DONAGGIO
Presidente, sono d'accordo con il percorso che lei proponeva. Anzi, forse sarebbe utile, in termini di metodo, disporre di un promemoria che ci permettesse di avere sotto gli occhi la scansione di questi impegni, in modo da poter garantire il massimo della presenza, della partecipazione e dell'attività.
Io vorrei però segnalare che, rispetto alle emergenze attuali, questa Commissione è una grande assente sul tema delle malattie professionali, dell'ambiente e della salute, che è cruciale anche per sapere se rimarrà o meno in funzione un impianto che è a scacchiera, che coinvolge tutta un'altra serie di siti produttivi e la cui situazione avrebbe bisogno di essere resa più esplicita. Mi riferisco all'ILVA di Taranto. Una delle questioni che oggi vengono poste riguarda il fatto che in quel sito industriale i livelli di inquinamento sono talmente gravi e fuori norma da richiedere il blocco della produzione, o addirittura la chiusura dell'impianto, così da effettuare un'adeguata bonifica. Purtroppo però - ed io lo so bene in ragione della mia lunga esperienza in materia di ristrutturazioni industriali - accade spesso che quando si chiude un impianto difficilmente lo si riesce poi a riaprire. È quanto si è verificato, ad esempio, nel caso del Petrolchimico di Porto Marghera: dopo la chiusura dell'impianto del cracking, nessuno ha più ha riaperto il Petrolchimico, perché chiudere il cracking vuol dire chiudere il cuore di un'attività industriale di quel tipo, con conseguente pregiudizio per tutti i processi di risanamento programmati.
Ritengo che il caso dell'ILVA di Taranto assuma rilevanza anche sotto il profilo delle malattie professionali e del tasso di incidenza delle stesse in quel determinato insediamento industriale e, più in generale, nel territorio su cui esso insiste.
La nostra Commissione ha monitorato a lungo il fenomeno degli infortuni sul lavoro, registrandone, in alcuni casi, l'aumento o la recrudescenza, in altri, la diminuzione. Allo stesso modo abbiamo tenuto sotto controllo l'andamento dei decessi constatando che, grazie all'azione congiunta di varie istituzioni, si è sviluppata una maggiore attenzione e vigilanza al riguardo. È vero che la crisi economica e la caduta delle attività produttive hanno portato, tra l'altro, anche ad una riduzione degli infortuni e delle morti sul lavoro - o ne hanno rappresentato quantomeno una delle cause - ma è altrettanto vero che, il fatto di aver acceso in maniera molto decisa i riflettori su questo fenomeno ha determinato, nel contempo, un'azione più incisiva da parte delle istituzioni.
Per questo credo che i dati relativi all'incidenza delle malattie professionali ed ambientali e alla crescita endemica delle stesse nel territorio dell'ILVA di Taranto debbano essere messi a disposizione di questa Commissione, con riferimento non agli ultimi sei mesi, ma ad un arco temporale sufficientemente lungo. Da qui la mia richiesta di ascoltare in proposito le istituzioni preposte. In particolare, oltre ad ascoltare il Ministro dell'ambiente, che è venuto più volte a riferire qui in Senato, credo che anche il Ministro del lavoro ed il Ministro della salute debbano venire a dirci qual è la loro opinione al riguardo, fornendoci dati epidemiologici aggiornati. Ciò sarebbe utile anche al fine di restituire quello che è il nostro punto di vista rispetto a quanto è avvenuto e sta avvenendo in quel territorio. Ritengo, infatti, che vi sia bisogno di chiarire alcune ambiguità ed alcune reticenze: l'obiettivo non è tanto quello di verificare se vi sia stato o meno un incremento delle malattie professionali, quanto capire l'effettiva incidenza e la rilevanza endemica delle stesse in quel territorio.
Vorrei dunque sollecitarla, signor Presidente, a predisporre un programma di monitoraggio e di analisi di un dato che riguarda una questione centrale per il Paese - ritengo che stiamo parlando infatti di una questione di carattere nazionale e non locale - in maniera da consentirci di indicare anche questo dato nella relazione finale che lasceremo a chi verrà dopo di noi, assumendoci così la responsabilità di dare anche un'interpretazione della situazione esistente.
Sicuramente la Commissione dovrà quindi completare il ciclo delle missioni nelle varie Regioni italiane, ma ritengo che, nel contempo, debba farsi oggetto del nostro dibattito anche il caso dell'ILVA di Taranto che, lo ripeto, penso abbia una rilevanza nazionale. A tal fine, sarebbe utile acquisire dati molto dettagliati e disaggregati che consentano di chiarire alcune ambiguità che nelle ricorrenti audizioni dei vari Ministri non sono state ancora sciolte.
Ritengo, inoltre, che sia possibile prevedere un processo di bonifica e di riconversione dell'impianto, perché credo che ciò sia fattibile. Tuttavia, dal momento che la partita che si sta giocando su questo scacchiere è molto complessa, poter disporre di dati scientifici riferiti ad un arco temporale abbastanza lungo aiuterebbe chi deve decidere ad acquisire ulteriori informazioni, così da avere una rappresentazione oggettiva della realtà.

PRESIDENTE
Senatrice Donaggio, voglio ricordare a lei e a tutti i colleghi presenti che la Commissione si è occupata a lungo, nelle passate legislature, del caso dell'ILVA di Taranto, come dimostra peraltro l'ampia documentazione esistente al riguardo.
Come lei sa bene, sono state svolte numerose audizioni, in occasione delle quali abbiamo esposto le nostre perplessità, incontrando anche i magistrati della procura del luogo. Questo ci ha consentito di avere un quadro della situazione, come risulta anche dalla relazione che è stata redatta sul tema. Debbo dire che ho riflettuto a lungo sulla possibilità di un intervento della Commissione al riguardo, ma mi sembra che ormai la partita si stia giocando ad un livello diverso. Fermo restando che è sicuramente giusto acquisire il più possibile dati ed informazioni sulla vicenda, soprattutto in ragione della nostra competenza, credo però che ormai il gioco sia nelle mani della procura.

DONAGGIO
Non è così.

PRESIDENTE
E invece è così. Purtroppo proprio poco fa, al telegiornale delle 14, ho sentito una notizia che non mi ha fatto piacere. Sembrerebbe esserci stata infatti una presa di posizione da parte della magistratura competente e pare - non conosco i dettagli, ma li avremo sicuramente nelle prossime ore - che l'orientamento sia quello di non far proseguire la produzione, sia pure in modo più contenuto. Vorrei invitare tutti a riflettere su questo: tutto lì è aperto, non ci sono libri ancora da aprire. Come Commissione abbiamo cercato di dare il nostro contributo, e ricordo in questo senso la missione che c'è stata a Taranto ormai quattro o cinque anni fa.
Quanto alla questione della bonifica - la collega Donaggio lo sa meglio di me, perché anche lei è membro dell'8a Commissione - abbiamo dato il via libera ai finanziamenti; tuttavia, a parte i finanziamenti esterni per le bonifiche che comunque vanno fatte, gli altri sono condizionati da quelle che saranno le decisioni della magistratura. Non so fino a che punto sia utile per noi recarci a Taranto, sopratutto in questo momento di disagio fortissimo per i lavoratori, che mi pare proprio oggi abbiano occupato il quinto forno.

DONAGGIO
Presidente, non serve andare a Taranto; servono le carte.

PRESIDENTE
Senatrice Donaggio, credo che qui le carte ci siano tutte. Se però riteniamo che qualcuno debba venire a riferire formalmente sulla vicenda, ci attiveremo in tal senso.
L'attenzione sulla questione dell'ILVA di Taranto, di cui conosciamo bene la portata, è fortissima ed io condivido quanto da lei è stato detto circa il fatto che tale vicenda non riguarda solo la città di Taranto, ma anche altre importanti realtà produttive presenti in Italia, in un settore primario qual è quello dell'acciaio. Quindi, valuteremo la situazione e vedremo se possiamo sentire il ministro Clini, ma soprattutto il Ministro della salute, il quale a questo punto, dovrà darci quella statistica, quel dato epidemiologico al quale lei ha fatto riferimento, se ho ben compreso, e che in qualche modo deve far riflettere anche noi.
Voglio far presente che quello dell'ILVA di Taranto non è un discorso solo politico. Nella questione dell'ILVA di Taranto la politica è subalterna a quelle che saranno le decisioni della magistratura. Dalle notizie che poco fa abbiamo ricevuto, mi sembra che l'orientamento sia quello di non voler far continuare, sia pure a scansione ridotta, l'attività. Poi, giustamente, lei ha ricordato il dramma del Petrolchimico di Porto Marghera che, purtroppo, è stato chiuso e dove non c'è stata più vita.
Pertanto, cerchiamo di non creare situazioni particolari in una situazione già complessa, con il rischio di introdurre ulteriori elementi che potrebbero andare a sbilanciare ancor di più un problema che è già sbilanciato.

NEROZZI
Presidente, rispetto al programma, concordo con le proposte da lei avanzate, alle quali appunto aggiungerei, come ha fatto il senatore De Luca, la questione degli appalti.
Come per l'intervento sulle macchine e sulle attrezzature di lavoro, di cui all'atto Senato n. 3400, per il quale aspettiamo il parere della 5ª Commissione (tra l'altro, non vi è alcuna spesa, e vorrei quindi capire cosa la Commissione bilancio potrebbe obiettare), per poi arrivare alla sede deliberante e quindi esercitare le necessarie pressioni sulla Camera perché proceda in fretta anch'essa, a me sembra sicuramente possibile l'intervento sulla questione degli appalti, di cui all'atto Senato n. 3176. Comunque, ritengo che anche in quel caso non ci siano questioni di copertura. Poiché interessata è l'8ª Commissione (dove siede anche la senatrice Donaggio), insistiamo con i Capigruppo in Commissione affinché si arrivi anche lì a una conclusione. Ottenere, infatti, l'approvazione dei due disegni di legge sarebbe un risultato molto importante.
Come lei correttamente diceva, Presidente, abbiamo informalmente incontrato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, il quale, sulla proposta di istituire un'Agenzia che sostituisca il Comitato di cui all'articolo 5 del Testo unico, si è detto disponibile a portare la questione davanti alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (anche se capisco che in questo periodo essi abbiano altre questioni da trattare). Sarebbe questo un terzo provvedimento legislativo (forse un po' più complesso) da far approvare dall'altro ramo del Parlamento (anche se non so se ci saranno i tempi necessari), e che definirebbe ancor più compiutamente la conclusione della nostra attività.
Vi sono poi altre due questioni. Per mia antica esperienza - e visto che una delle considerazioni da noi fatta è che non c'è stato in materia un intervento particolarmente attivo delle parti sociali - ritengo importante che CGIL, CISL e UIL ci abbiano richiesto recentemente un incontro sui temi della salute e della sicurezza sul lavoro, proprio perché le parti sociali si sono sempre occupate poco di tale questione.
Il secondo punto riguarda il problema dell'ILVA di Taranto. Anch'io ritengo che non sia molto utile recarsi in questa parte d'Italia (ma la senatrice Donaggio non aveva chiesto questo). Sarebbe però molto utile ascoltare l'assessore regionale, il Ministro dell'ambiente (per quanto ci ha già detto), il Ministro della salute (per il suo ruolo) e, eventualmente, i magistrati. Come di consueto la Commissione dovrebbe intervenire in maniera mirata per dare un effettivo contributo alla risoluzione dei problemi. Ricordo che abbiamo compiuto una visita (e sarebbe anche utile riportarlo nel sito) nelle zone terremotate dell'Emilia. Ci siamo andati al momento giusto, non subito, e abbiamo ottenuto anche un riscontro positivo da parte delle forze sociali, dei sindaci, del mondo delle imprese e, a quanto che mi risulta dai giornali e dalle televisioni, anche da parte della gente. Quindi, la scelta di recarci in un secondo momento in quei luoghi è stata, forse, anche una scelta opportuna e di rispetto.
Anche quanto abbiamo detto circa alcune gravi situazioni, pur dolorose, che sono state rappresentate e la serietà con cui abbiamo affrontato alcune questioni, quale quella dei risarcimenti ai familiari delle vittime degli infortuni sul lavoro, hanno poi trovato riscontro e apprezzamento (anche quando abbiamo affermato che la normativa attuale non permette certe cose). Non aver raccontato cose inesatte, alla fine, proprio in base al riscontro avuto questi giorni, ci ha fatto incontrare un consenso e un rispetto che fanno onore alla Commissione e, in questo caso, al Presidente. Non abbiamo raccontato delle storie, là dove storie non andavano raccontate.
Concludo ribadendo l'opportunità di ascoltare sulla questione dell’ILVA il Ministro della salute e anche i magistrati. Io ho una mia idea su quanto sta accadendo, che non esprimo perché è un'idea politica. Non vorrei, però, in conclusione, che non ci fossero più impianti industriali ma intervenissero delle lottizzazioni. Questo non mi piacerebbe, perché quell'ambiente è comunque inquinato, a prescindere da chi vi si trovi. Mi interesserebbe anche capire, rispetto al tema della salute, cosa pensa davvero la magistratura. Come ha detto il presidente Tofani, la magistratura è stata investita della questione cinque anni fa e addirittura otto anni fa (non da questa Commissione, che all'epoca non c'era), ma si è attivata solo adesso.

PRESIDENTE
Senatore Nerozzi, a parte quanto lei ci ha riferito e che, in effetti, rappresenta ciò che è accaduto, io debbo evidenziare un aspetto che forse può esserci utile. Per quanto riguarda il disegno di legge, voluto fortemente dal senatore De Luca e al quale egli ha fatto riferimento, riguardante gli appalti, io ho cercato di esercitare una sollecitazione a livello istituzionale, ma sussistono problematiche di varia natura, che noi cercheremo di affrontare e di risolvere.
Noi potremmo, tuttavia, inviare una missiva ai Presidenti di Regione o, addirittura, anche ai presidenti delle Province e ai sindaci (misura molto complessa perché l'Italia ha più di 8.000 comuni), invitandoli a seguire nelle gare d'appalto criteri alternativi a quelli del massimo ribasso, poiché essendo quella sugli appalti normativa di carattere comunitario non può essere derogata. Sempre per richiamare alla nostra attenzione le buone prassi, il commissario per la ricostruzione della Regione Emilia Romagna, il presidente Errani, ha definito un protocollo che esclude in tutte le gare indette dalle pubbliche amministrazioni della Regione il criterio del massimo ribasso. Quindi, da questo punto di vista, potremmo anche svolgere un'azione di sollecitazione. Del resto, abbiamo ceduto larga parte di sovranità all'Europa ed ora paghiamo il conto. Non è questa però la sede per discuterne. Potremmo comunque assumere una iniziativa forte, magari anche pubblicizzandola con una conferenza stampa, cercando di far comprendere alle amministrazioni pubbliche che esse stesse hanno la possibilità di ridurre questo bubbone evitando di seguire determinate procedure.
Se siamo d'accordo, vorrei muovermi in questo senso, poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

SPADONI URBANI
Signor Presidente, per quanto riguarda il disegno di legge n. 3400, all'esame della Commissione lavoro, ha già riferito il senatore Nerozzi. Tengo soltanto precisare che il Gruppo del Popolo della Libertà si è attivato per accelerarne l'iter, anche al fine di ottenerne al più presto l'esame in sede deliberante. In questo senso ci stiamo anche adoperando per fare in modo che la Commissione bilancio esprima al più presto il suo "prezioso" parere.
Con riferimento poi alla questione degli appalti, mi chiedo se non sia opportuno sentire il Dicastero competente, per capire se c'è lo spazio per un eventuale miglioramento della normativa, anche alla luce di quelli che sono gli orientamenti in sede europea, soprattutto con riferimento alla questione del massimo ribasso, cercando di capire se a ciò si possano effettivamente ricondurre gli incidenti verificatisi nel settore dell'edilizia.
Credo inoltre che sarebbe importante sentire il parere delle Regioni e dei sindacati in merito a quell'importante iniziativa, allo studio della Commissione, intesa a rafforzare il coordinamento a livello centrale in materia di prevenzione e vigilanza per la salute e sicurezza sul lavoro. Abbiamo visto infatti come il decentramento abbia prodotto tanti guai, per cui forse potrebbe essere davvero importante prevedere nuovamente un accentramento in materia.

PRESIDENTE
Per quanto riguarda, in primo luogo, il discorso del coordinamento nazionale delle attività di prevenzione e contrasto agli infortuni, come ho già anticipato in apertura dei nostri lavori, stiamo valutando la strada da percorrere, tenuto conto che l'ipotesi prospettata in un primo momento di una riforma costituzionale che restituisse la competenza legislativa in materia alla potestà esclusiva dello Stato, ha trovato di fatto uno sbarramento da parte delle Regioni e delle Province autonome. Dico questo, non già perché ho avuto interlocuzioni sul tema, ma perché ho avuto comunicazioni formali al riguardo.
Abbiamo provato allora ad immaginare un altro percorso che, pur salvaguardando le prerogative dei vari soggetti istituzionali coinvolti, potesse in qualche modo riorganizzare un coordinamento a livello centrale. Abbiamo pensato di valutare dunque la possibilità - e nei prossimi giorni speriamo di riuscire a sciogliere questo nodo - di trasformare il Comitato centrale di coordinamento, di cui all'articolo 5 del Testo unico, in un'Agenzia, con un direttore capace di coordinare quegli stessi soggetti che, ai sensi del decreto legislativo n. 81, fanno parte oggi del Comitato, in modo tale da assegnare al coordinamento un ruolo di impulso più incisivo. Tale Agenzia, che svolgerebbe in via esclusiva questo tipo di attività, potrebbe sollecitare anche altre azioni che ad oggi rimangono ancora appese ad una completa attuazione del decreto legislativo n. 81. Questo potrebbe altresì favorire un rapporto di maggiore conoscenza tra le Regioni ed il Governo centrale.
Pare che una soluzione di questo tipo, come riferiva in modo più diretto ed esplicito poco fa il senatore Nerozzi, abbia trovato accoglimento da parte del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che si è impegnato a parlare con i suoi colleghi per avere una sorta di "via libera". Si tratta infatti di una questione rispetto alla quale, là dove si voglia portare a casa qualche risultato - e questo è già difficile per i tempi - ed arrivare ad un voto almeno da parte dell'Aula del Senato, dovrà esserci una larga condivisione; in caso contrario, sarebbe infatti impossibile percorrere questa strada. Se si riuscisse a farlo - e noi speriamo che sia così - sarebbe davvero molto importante.
Condivido certamente la proposta di audire quanto prima i sindacati confederali, accogliendo la richiesta da essi recentemente avanzata.
Recependo poi le indicazioni della senatrice Donaggio, sono favorevole ad ascoltare il Ministro della salute e - stante l'integrazione fatta dal senatore Nerozzi - i magistrati competenti sulla questione dell'ILVA di Taranto, al fine di avere una visione chiara della situazione, soprattutto da un punto di vista epidemiologico.
Assicuro infine un forte impegno da parte mia e della senatrice Donaggio nel sollecitare l'esame da parte dell'8ª Commissione del disegno di legge n. 3176 in materia di appalti: speriamo di avere quella risposta che finora non c'è stata.
Colleghi, procederemo dunque secondo il programma di attività che ho provveduto oggi ad illustrare, di cui sarà inviata copia ad ognuno di voi, in modo che possiate avere un quadro completo dei tempi e delle modalità con le quali procederemo nei nostri lavori.
Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa la seduta.